La tecnologia è ovunque. Non possiamo negare l’evidenza. Chiunque oggigiorno ha la possibilità di sperimentare sulla propria pelle quanto sia pervasiva la tecnologia, essa ci accompagna dal primo mattino fino a tarda sera, dal lavoro al tempo libero, passando per le relazioni familiari e amicali. E questa presenza viene sfruttata da noi, ognuno a suo modo, chi più, chi meno. Non è mio obiettivo né interesse cercare di stabilire se la tecnologia sia intrinsecamente positiva o meno. Faccio però dalla mia parte le celeberrime parole di Umberto Eco, il quale definiva così il computer: “non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti”. Dunque siamo noi a decidere che uso fare del computer, non il contrario. Siamo noi ad avere la possibilità di approfittare di quanto di meglio la tecnica ci offre, oppure banalmente di farne un uso ben poco costruttivo e in alcuni casi addirittura dannoso. Le persone hanno necessità di essere istruite e consapevoli durante l’utilizzo delle tecnologie informatiche, perché quest’ultime, per loro natura sono complesse. Non basta essere in grado di fare questo o quello per poter dire di comprendere pienamente cosa si sta facendo. Così come, il fatto che i giovani siano per loro stessa natura edotti sull’utilizzo delle tecnologie è un puro mito. La mia esperienza da studente universitario, seppur mediata ahimè per metà proprio dalla tecnologia, di una facoltà a cavallo fra le scienze umane e quelle informatiche mi ha portato a considerare la tecnologia come neutrale, come un mezzo per agevolare e migliorare l’esistenza umana. E proprio la sua pervasività potrebbe giocare un ruolo positivo a riguardo. Perché non impegnarsi nel rendere più umana ed utile la tecnologia? Perché non renderla più facile, comprensibile, diffusa ed accessibile a tutti, anche a chi è anziano o portatore di particolari necessità? Il mio progetto di tesi parte proprio da qui, aiutato senza dubbio dalla passione di lungo corso verso le nuove tecnologie ed il mondo digitale più in generale, mondo molto legato anche agli aspetti comunicativi. Umanizzare la tecnologia, semplificarla, diffonderla all’interno degli spazi urbani e nei luoghi dove vengono erogati servizi ai cittadini, fare in modo che venga percepita positivamente. Queste sono le linee guida che intendo seguire durante la stesura del mio progetto, avendo sempre ben chiaro che la tecnologia deve essere a servizio dell’uomo, non il contrario. Anche il miglior prodotto tecnologico infatti, se inutilizzabile o percepito come poco utile, sarà un vero fallimento, sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista economico. Nella fase tecnologica in cui ci troviamo ora, definita come “quarta rivoluzione industriale”, il principale obiettivo è la connessione fra lo spazio cosiddetto digitale e quello fisico, tramite il collegamento tra macchine intelligenti e sistemi informatici. Questo non vale solamente nell’ambito della produzione e dell’economia, ma anche nei campi della medicina, della ricerca e di tutte le attività che contribuiscono al benessere sociale. Ritengo riduttivo approcciare questa trasformazione digitale solamente dal punto di vista tecnico/tecnologico. Per questo nel mio progetto ho deciso di concentrarmi sull’importanza dell’uomo all’interno della tecnologia, e sulla piena integrazione funzionale tra il mondo digitale e lo spazio fisico per bilanciare il progresso economico e sociale. ​

Il design dell’interazione all’interno degli spazi urbani. Un approfondimento sulla realtà di Asti

DAMASIO FIORI, LORENZO
2020/2021

Abstract

La tecnologia è ovunque. Non possiamo negare l’evidenza. Chiunque oggigiorno ha la possibilità di sperimentare sulla propria pelle quanto sia pervasiva la tecnologia, essa ci accompagna dal primo mattino fino a tarda sera, dal lavoro al tempo libero, passando per le relazioni familiari e amicali. E questa presenza viene sfruttata da noi, ognuno a suo modo, chi più, chi meno. Non è mio obiettivo né interesse cercare di stabilire se la tecnologia sia intrinsecamente positiva o meno. Faccio però dalla mia parte le celeberrime parole di Umberto Eco, il quale definiva così il computer: “non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti”. Dunque siamo noi a decidere che uso fare del computer, non il contrario. Siamo noi ad avere la possibilità di approfittare di quanto di meglio la tecnica ci offre, oppure banalmente di farne un uso ben poco costruttivo e in alcuni casi addirittura dannoso. Le persone hanno necessità di essere istruite e consapevoli durante l’utilizzo delle tecnologie informatiche, perché quest’ultime, per loro natura sono complesse. Non basta essere in grado di fare questo o quello per poter dire di comprendere pienamente cosa si sta facendo. Così come, il fatto che i giovani siano per loro stessa natura edotti sull’utilizzo delle tecnologie è un puro mito. La mia esperienza da studente universitario, seppur mediata ahimè per metà proprio dalla tecnologia, di una facoltà a cavallo fra le scienze umane e quelle informatiche mi ha portato a considerare la tecnologia come neutrale, come un mezzo per agevolare e migliorare l’esistenza umana. E proprio la sua pervasività potrebbe giocare un ruolo positivo a riguardo. Perché non impegnarsi nel rendere più umana ed utile la tecnologia? Perché non renderla più facile, comprensibile, diffusa ed accessibile a tutti, anche a chi è anziano o portatore di particolari necessità? Il mio progetto di tesi parte proprio da qui, aiutato senza dubbio dalla passione di lungo corso verso le nuove tecnologie ed il mondo digitale più in generale, mondo molto legato anche agli aspetti comunicativi. Umanizzare la tecnologia, semplificarla, diffonderla all’interno degli spazi urbani e nei luoghi dove vengono erogati servizi ai cittadini, fare in modo che venga percepita positivamente. Queste sono le linee guida che intendo seguire durante la stesura del mio progetto, avendo sempre ben chiaro che la tecnologia deve essere a servizio dell’uomo, non il contrario. Anche il miglior prodotto tecnologico infatti, se inutilizzabile o percepito come poco utile, sarà un vero fallimento, sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista economico. Nella fase tecnologica in cui ci troviamo ora, definita come “quarta rivoluzione industriale”, il principale obiettivo è la connessione fra lo spazio cosiddetto digitale e quello fisico, tramite il collegamento tra macchine intelligenti e sistemi informatici. Questo non vale solamente nell’ambito della produzione e dell’economia, ma anche nei campi della medicina, della ricerca e di tutte le attività che contribuiscono al benessere sociale. Ritengo riduttivo approcciare questa trasformazione digitale solamente dal punto di vista tecnico/tecnologico. Per questo nel mio progetto ho deciso di concentrarmi sull’importanza dell’uomo all’interno della tecnologia, e sulla piena integrazione funzionale tra il mondo digitale e lo spazio fisico per bilanciare il progresso economico e sociale. ​
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