Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare, dal punto di vita storico-giuridico, la nascita dell’ordinamento giuridico americano, avendo particolare cura di considerare l’influenza della cultura europea sui leader americani durante l’epoca pre rivoluzionaria. Santi Romano afferma che il concetto di ordinamento giuridico si esplica in “un organismo che ha quella forza propria, sebbene latente, di espansione e di adattamento”. Sottintendendo tale premessa, l’analisi storica inizierà proprio dagli elementi precursori alla struttura federale. Si avrà la possibilità di comprendere l’effettiva natura della presenza della Corona britannica sui territori colonizzati, la quale si manifesterà non tanto nell’attività istituzionale-legislativa quanto in un mero interesse di sfruttamento economico. Infatti, l’indolenza della governance britannica nei confronti delle questioni di natura politica, ma soprattutto giuridica, permette ai coloni di sviluppare la convinzione di essere soggetti che godono degli stessi diritti e delle stesse libertà degli inglesi. Come avremmo la possibilità di studiare, l’aristocrazia britannica risulterà essere una delle più oppressive e potenti al mondo. I detrattori radicali dei governi misti scruteranno il modello britannico come uno dei più corrotti, dominati da Re, ministri, aristocratici e preti meschini e immorali. Eppure, soprattutto inizialmente, soltanto alcuni dei padri fondatori, e ristrette sfere della società americana, condivideranno l’entusiasmo repubblicano e democratico di pensatori come Thomas Paine. Soltanto in seguito, i protagonisti repubblicani di tale epoca storica sosteranno ardentemente le ragioni della democrazia adottando i nuovi concetti di universalità ed uguaglianza delle libertà e dei diritti umani come principi cardine della Rivoluzione americana. Invero i delegati del secondo Congresso continentale si addoperanno ad intervenire sui rapporti difficoltosi tra la madre patria e le colonie attraverso una serie di atti e di risoluzioni come ad esempio la Dichiarazione sulle cause e sulla necessità di prendere le armi, La petizione sul Ramo d’ulivo e la Dichiarazione di apertura dei porti americani al commercio europeo escludendo l’impero britannico dai rapporti commerciali. Tutti questi tentativi di “conciliazione” porteranno automaticamente ed inevitabilmente a cambiamenti spontanei i quali indirizzeranno i leader americani sempre più verso l’indipendenza. Agli occhi del Re, ma soprattutto del Parlamento britannico, gli atti in questione non saranno percepiti come tentativi di conciliazione, ma a loro avviso saranno l’esatto contrario: una sfida all’autorità imperiale. Ed il punto di rottura si scorgerà nell’ American Prohibitory Act. Attraverso tale atto, il Re esclude, in maniera radicale e totale, le colonie Nordamericane da ogni tipo di commercio con il regno britannico e con gli altri domini di Sua Maestà. Vedendosi al di fuori dalla potestà e tutela della Corona britannica, alle tredici colonie dell’america del nord non rimane altra scelta che proseguire decisa sulla strada verso l’indipendenza.
La Creazione giuridica degli Stati Uniti d'America
DAMIAN, ALINA MARIA
2020/2021
Abstract
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare, dal punto di vita storico-giuridico, la nascita dell’ordinamento giuridico americano, avendo particolare cura di considerare l’influenza della cultura europea sui leader americani durante l’epoca pre rivoluzionaria. Santi Romano afferma che il concetto di ordinamento giuridico si esplica in “un organismo che ha quella forza propria, sebbene latente, di espansione e di adattamento”. Sottintendendo tale premessa, l’analisi storica inizierà proprio dagli elementi precursori alla struttura federale. Si avrà la possibilità di comprendere l’effettiva natura della presenza della Corona britannica sui territori colonizzati, la quale si manifesterà non tanto nell’attività istituzionale-legislativa quanto in un mero interesse di sfruttamento economico. Infatti, l’indolenza della governance britannica nei confronti delle questioni di natura politica, ma soprattutto giuridica, permette ai coloni di sviluppare la convinzione di essere soggetti che godono degli stessi diritti e delle stesse libertà degli inglesi. Come avremmo la possibilità di studiare, l’aristocrazia britannica risulterà essere una delle più oppressive e potenti al mondo. I detrattori radicali dei governi misti scruteranno il modello britannico come uno dei più corrotti, dominati da Re, ministri, aristocratici e preti meschini e immorali. Eppure, soprattutto inizialmente, soltanto alcuni dei padri fondatori, e ristrette sfere della società americana, condivideranno l’entusiasmo repubblicano e democratico di pensatori come Thomas Paine. Soltanto in seguito, i protagonisti repubblicani di tale epoca storica sosteranno ardentemente le ragioni della democrazia adottando i nuovi concetti di universalità ed uguaglianza delle libertà e dei diritti umani come principi cardine della Rivoluzione americana. Invero i delegati del secondo Congresso continentale si addoperanno ad intervenire sui rapporti difficoltosi tra la madre patria e le colonie attraverso una serie di atti e di risoluzioni come ad esempio la Dichiarazione sulle cause e sulla necessità di prendere le armi, La petizione sul Ramo d’ulivo e la Dichiarazione di apertura dei porti americani al commercio europeo escludendo l’impero britannico dai rapporti commerciali. Tutti questi tentativi di “conciliazione” porteranno automaticamente ed inevitabilmente a cambiamenti spontanei i quali indirizzeranno i leader americani sempre più verso l’indipendenza. Agli occhi del Re, ma soprattutto del Parlamento britannico, gli atti in questione non saranno percepiti come tentativi di conciliazione, ma a loro avviso saranno l’esatto contrario: una sfida all’autorità imperiale. Ed il punto di rottura si scorgerà nell’ American Prohibitory Act. Attraverso tale atto, il Re esclude, in maniera radicale e totale, le colonie Nordamericane da ogni tipo di commercio con il regno britannico e con gli altri domini di Sua Maestà. Vedendosi al di fuori dalla potestà e tutela della Corona britannica, alle tredici colonie dell’america del nord non rimane altra scelta che proseguire decisa sulla strada verso l’indipendenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/33987