Il presente lavoro analizza verticalmente i media della radio e del cinema. Approfonditi singolarmente viene restituita la storia di ciascuno, con un percorso soggettivo che vede però continui momenti di affinità. Compiono infatti un viaggio molto simile, fra coincidenze storiche come il comune periodo di nascita, la belle époque. Una data in particolare: 1895. La nascita del kinetscopio, il cinematografo dei fratelli Lumiere da un lato, i primi passi della radiotelegrafia di Marconi dall’altro: una precisa diversificazione dei due termini di paragone che rende successivamente possibile scandire le affinità dei due media. Ecco perché nel secondo capitolo si approfondiscono le loro condizioni. Se da una parte il cinema non ha la parola e quindi si ingegna per ovviare a questo problema, puntando tutto sull’enfatizzazione delle immagini allo schermo, su mimiche esagerate, gesti sottolineati, dalla sua la radio fa fronte al problema della vista e riversa tutte le sue energie sull’intensificazione del suono, su trucchi e metodologie che possano sopperire alla mancanza di occhi. Gli escamotage portati in campo sono tanti, dopo un approfondimento del loro singolo percorso scatta la domanda focale del progetto: perché far incontrare radio e cinema? Il metterli in relazione nasce dalla volontà di sfatare il mito per cui sarebbero media agli antipodi o peggio, l’uno (la radio) inferiore all’altro (il cinema). Esiste una vasta filmografia riguardante il ruolo della radio. In questo caso il cinema si fa in primis campo d’indagine e successivamente canale di restituzione dell’immagine della radio. Un’immagine dalle differenti connotazioni, con un ruolo ed un linguaggio diversi in base al taglio che la pellicola sceglie di dare. Per questo il terzo capitolo è dedicato all’analisi di quattro film, ognuno dei quali porta in scena una storia, un’idea di radio anche influenzata dal periodo storico che fa da contesto e che la radio ha davvero affrontato mutando la sua tecnologia ed il suo linguaggio di volta in volta. Il risultato di questo percorso sarà una visione di insieme del contributo cinematografico sulla storia della radio, di come il cinema sia divulgatore di essa e di come quest’ultima si presenti perfettamente a suo agio nell’essere narrata sul grande schermo. La radio al cinema è un’esperienza che permette un nuovo tipo di ragionamento: un medium nel medium. È possibile però fare l’inverso? Può il cinema essere narrato, discusso e anche svelato dalla radio? Da qui, all’interno del quarto capitolo, l’illustrazione dei programmi radiofonici che parlano di radio. Si tratta di un nuovo tipo di convergenza, la parola deve riuscire a descrivere il testo filmico con puntualità ovviando alla mancanza del visivo. L’input auditivo non deve assolutamente mancare ed entra bene in gioco quando si tratta della resa di una colonna sonora, che indubbiamente è il campo forte della radio. Questo avviene accostando il carattere della radio, con le sue esigenze, i suoi tempi e i suoi modi a quelli del mondo cinematografico, che ha indubbiamente un modus operandi diverso.

Incontro tra radio e cinema: affinità e differenze nella comunicazione

ROTA, SIMONA
2020/2021

Abstract

Il presente lavoro analizza verticalmente i media della radio e del cinema. Approfonditi singolarmente viene restituita la storia di ciascuno, con un percorso soggettivo che vede però continui momenti di affinità. Compiono infatti un viaggio molto simile, fra coincidenze storiche come il comune periodo di nascita, la belle époque. Una data in particolare: 1895. La nascita del kinetscopio, il cinematografo dei fratelli Lumiere da un lato, i primi passi della radiotelegrafia di Marconi dall’altro: una precisa diversificazione dei due termini di paragone che rende successivamente possibile scandire le affinità dei due media. Ecco perché nel secondo capitolo si approfondiscono le loro condizioni. Se da una parte il cinema non ha la parola e quindi si ingegna per ovviare a questo problema, puntando tutto sull’enfatizzazione delle immagini allo schermo, su mimiche esagerate, gesti sottolineati, dalla sua la radio fa fronte al problema della vista e riversa tutte le sue energie sull’intensificazione del suono, su trucchi e metodologie che possano sopperire alla mancanza di occhi. Gli escamotage portati in campo sono tanti, dopo un approfondimento del loro singolo percorso scatta la domanda focale del progetto: perché far incontrare radio e cinema? Il metterli in relazione nasce dalla volontà di sfatare il mito per cui sarebbero media agli antipodi o peggio, l’uno (la radio) inferiore all’altro (il cinema). Esiste una vasta filmografia riguardante il ruolo della radio. In questo caso il cinema si fa in primis campo d’indagine e successivamente canale di restituzione dell’immagine della radio. Un’immagine dalle differenti connotazioni, con un ruolo ed un linguaggio diversi in base al taglio che la pellicola sceglie di dare. Per questo il terzo capitolo è dedicato all’analisi di quattro film, ognuno dei quali porta in scena una storia, un’idea di radio anche influenzata dal periodo storico che fa da contesto e che la radio ha davvero affrontato mutando la sua tecnologia ed il suo linguaggio di volta in volta. Il risultato di questo percorso sarà una visione di insieme del contributo cinematografico sulla storia della radio, di come il cinema sia divulgatore di essa e di come quest’ultima si presenti perfettamente a suo agio nell’essere narrata sul grande schermo. La radio al cinema è un’esperienza che permette un nuovo tipo di ragionamento: un medium nel medium. È possibile però fare l’inverso? Può il cinema essere narrato, discusso e anche svelato dalla radio? Da qui, all’interno del quarto capitolo, l’illustrazione dei programmi radiofonici che parlano di radio. Si tratta di un nuovo tipo di convergenza, la parola deve riuscire a descrivere il testo filmico con puntualità ovviando alla mancanza del visivo. L’input auditivo non deve assolutamente mancare ed entra bene in gioco quando si tratta della resa di una colonna sonora, che indubbiamente è il campo forte della radio. Questo avviene accostando il carattere della radio, con le sue esigenze, i suoi tempi e i suoi modi a quelli del mondo cinematografico, che ha indubbiamente un modus operandi diverso.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
940538_rotasimona.incontrotraradioecinema.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.79 MB
Formato Adobe PDF
1.79 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/33903