Endogenous Cushing's syndrome (CS) is a clinical condition caused by pathological hypersecretion of cortisol from the adrenal cortex, which leads to significant systemic effects, including alterations in bone metabolism. Hypercortisolism inhibits bone formation and increases bone resorption, resulting in both qualitative and quantitative changes in bone tissue, with a consequent increase in the risk of fragility fractures. Although remission of CS, particularly after surgery, is associated with an improvement in bone health, the extent and rate of recovery remain uncertain. The aim of this retrospective observational study was to characterize the bone damage induced by chronic hypercortisolism in a cohort of patients with CS and to assess the effect of post-surgical resolution on lumbar and femoral densitometric parameters, trabecular bone score (TBS), and fracture risk calculated using FRAX and DeFRA algorithms. The study included adult patients with CS who underwent surgery and were followed at the Endocrinology Divisions of the University of Turin, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. Baseline evaluations included disease activity indices, calcium-phosphorus metabolism parameters, densitometric values (including TBS), and vertebral morphometry, followed by fracture risk analysis using FRAX and DeFRA algorithms. Post-surgery, data on changes in densitometric values over time and fracture risk modifications were collected. The sample consisted of 75 patients, including 26 with ACTH-independent CS (INDIP) and 49 with ACTH-dependent CS (DIP), with a mean age of 46 years, a female predominance (84%), and a mean post-Nugent cortisol value of 160 mcg/L. At diagnosis, patients presented with densitometric values within the osteopenia range at the lumbar spine (T-score -2.1) and femoral sites (neck T-score -2.1, total T-score -1.5), a TBS indicative of qualitative changes (1.17), a prevalence of fragility fractures of 29%, and increased fracture risk according to FRAX and DeFRA algorithms. The DIP group showed less compromised lumbar T-scores compared to the INDIP group (-1.8 vs. -2.6, p<0.05). Spearman's correlation analysis between disease indices and bone damage showed a linear correlation between post-Nugent cortisol values and T-scores at all sites (p<0.05). Post-surgery, 72% of patients developed hypocortisolism requiring replacement therapy. Among patients in complete remission (N=61), a significant improvement in lumbar BMD was observed (from -2.72 to -1.85, p<0.05) within 1-2 years (T1), which was maintained over time (-1.6 at 2-4 years, -1.5 at 4-6 years, p<0.05). Femoral BMD improvement was slower, becoming evident at 2-4 years (-2.2 vs. -1.9, p<0.05). Fracture risk, calculated using FRAX and DeFRA, significantly decreased after surgery (FRAX 17.8% vs. 11.2%, DeFRA 33% vs. 16%, p<0.05). Fracture risk continued to improve at all reassessment stages, eventually falling below threshold values (FRAX reached 5.8% and DeFRA 9.2%, p<0.05). This study emphasizes that, although bone health improvement is significant after disease remission, recovery is not uniform and requires long-term monitoring to prevent further complications. The best strategy for the recovery of bone mass in these patients remains a topic of discussion.

La sindrome di Cushing (CS) endogena è un quadro clinico determinato da un’ipersecrezione patologica di cortisolo da parte della corteccia surrenalica, in grado di determinare notevoli effetti sistemici, tra cui l’alterazione del metabolismo osseo. L'ipercortisolismo inibisce la formazione ossea e aumenta il riassorbimento osseo, portando a un’alterazione qualitativa e quantitativa del tessuto osseo con conseguente aumento del rischio di fratture da fragilità. Sebbene la remissione della CS sia associata a un miglioramento della salute ossea, il grado e la velocità di recupero non sono completamente definiti. L’obiettivo di questo studio osservazionale retrospettivo è stato di caratterizzare il danno osseo indotto dall’ipercortisolismo cronico in una coorte di pazienti affetti dalla CS e di valutare l’effetto della risoluzione post-chirurgica sui parametri densitometrici lombari e femorali, sul trabecular bone score (TBS) e sul rischio fratturativo calcolato mediante gli algoritmi FRAX e DeFRA. Lo studio ha coinvolto pazienti adulti affetti da CS sottoposti a intervento chirurgico e seguiti presso le Divisioni di Endocrinologia dell’Università di Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. Al basale, sono stati valutati gli indici di attività di malattia, i parametri del metabolismo calcio-fosforico, i valori densitometrici, comprensivi di TBS, e la morfometria vertebrale con successiva analisi del rischio fratturativo tramite algoritmi FRAX e DeFRA. In seguito all’intervento chirurgico, sono stati recuperati i dati relativi alle variazioni densitometriche nel tempo e alle modificazioni del rischio fratturativo. Il campione in analisi comprende 75 pazienti, di cui 26 con CS ACTH-indipendente (INDIP) e 49 con forma ACTH-dipendente (DIP), con età media di 46 anni, prevalenza di sesso femminile (84%) e valore di cortisolo medio post-Nugent di 160 mcg/L. Alla diagnosi, i pazienti presentavano valori densitometrici nel range dell’osteopenia a livello lombare (T-score -2.1) e femorale (T-score collo -2.1 e totale -1.5), un TBS indicativo di alterazioni qualitative (1.17), una prevalenza di fratture da fragilità del 29% e un rischio fratturativo aumentato secondo gli algoritmi FRAX e DeFRA. Il gruppo DIP ha mostrato valori di T-score lombare meno compromessi rispetto al gruppo INDIP (-1.8 vs -2.6, p<0.05). L’analisi attraverso il test di Spearman tra gli indici di malattia e il danno osseo ha evidenziato una correlazione lineare tra i valori di cortisolo post-Nugent e i valori di T-score in tutte le sedi (p<0.05). Dopo l’intervento, il 72% ha sviluppato ipocortisolismo, richiedendo terapia sostitutiva. Nei pazienti in remissione completa (N=61), si è osservato un miglioramento significativo della BMD lombare (da -2.72 a -1.85, p<0.05) già a 1-2 anni (T1), mantenuto nel tempo (-1.6 a 2-4 anni, -1.5 a 4-6 anni, p<0.05). Il miglioramento della BMD femorale è stato più lento, osservabile a partire da 2-4 anni (-2.2 vs -1.9, p<0.05). Il rischio fratturativo calcolato con FRAX e DeFRA è diminuito significativamente dopo la chirurgia (FRAX 17.8% vs 11.2%, DeFRA 33% vs 16%, p<0.05). Il rischio fratturativo migliora costantemente in tutti gli step di rivalutazione, riducendosi sotto i valori di soglia (FRAX raggiunge 5.8% e DeFRA 9.2%, p<0.05). Questo studio sottolinea che, sebbene il miglioramento della salute ossea sia significativo dopo la remissione di malattia, il recupero non è uniforme e richiede un monitoraggio a lungo termine per prevenire ulteriori complicanze. Oggetto di discussione rimane la strategia migliore per il recupero della massa ossea in questi pazienti.

Sindrome di Cushing: complicanze ossee e modificazioni dopo la remissione di malattia. Studio multicentrico.

SHKRELI, SINDI
2023/2024

Abstract

La sindrome di Cushing (CS) endogena è un quadro clinico determinato da un’ipersecrezione patologica di cortisolo da parte della corteccia surrenalica, in grado di determinare notevoli effetti sistemici, tra cui l’alterazione del metabolismo osseo. L'ipercortisolismo inibisce la formazione ossea e aumenta il riassorbimento osseo, portando a un’alterazione qualitativa e quantitativa del tessuto osseo con conseguente aumento del rischio di fratture da fragilità. Sebbene la remissione della CS sia associata a un miglioramento della salute ossea, il grado e la velocità di recupero non sono completamente definiti. L’obiettivo di questo studio osservazionale retrospettivo è stato di caratterizzare il danno osseo indotto dall’ipercortisolismo cronico in una coorte di pazienti affetti dalla CS e di valutare l’effetto della risoluzione post-chirurgica sui parametri densitometrici lombari e femorali, sul trabecular bone score (TBS) e sul rischio fratturativo calcolato mediante gli algoritmi FRAX e DeFRA. Lo studio ha coinvolto pazienti adulti affetti da CS sottoposti a intervento chirurgico e seguiti presso le Divisioni di Endocrinologia dell’Università di Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. Al basale, sono stati valutati gli indici di attività di malattia, i parametri del metabolismo calcio-fosforico, i valori densitometrici, comprensivi di TBS, e la morfometria vertebrale con successiva analisi del rischio fratturativo tramite algoritmi FRAX e DeFRA. In seguito all’intervento chirurgico, sono stati recuperati i dati relativi alle variazioni densitometriche nel tempo e alle modificazioni del rischio fratturativo. Il campione in analisi comprende 75 pazienti, di cui 26 con CS ACTH-indipendente (INDIP) e 49 con forma ACTH-dipendente (DIP), con età media di 46 anni, prevalenza di sesso femminile (84%) e valore di cortisolo medio post-Nugent di 160 mcg/L. Alla diagnosi, i pazienti presentavano valori densitometrici nel range dell’osteopenia a livello lombare (T-score -2.1) e femorale (T-score collo -2.1 e totale -1.5), un TBS indicativo di alterazioni qualitative (1.17), una prevalenza di fratture da fragilità del 29% e un rischio fratturativo aumentato secondo gli algoritmi FRAX e DeFRA. Il gruppo DIP ha mostrato valori di T-score lombare meno compromessi rispetto al gruppo INDIP (-1.8 vs -2.6, p<0.05). L’analisi attraverso il test di Spearman tra gli indici di malattia e il danno osseo ha evidenziato una correlazione lineare tra i valori di cortisolo post-Nugent e i valori di T-score in tutte le sedi (p<0.05). Dopo l’intervento, il 72% ha sviluppato ipocortisolismo, richiedendo terapia sostitutiva. Nei pazienti in remissione completa (N=61), si è osservato un miglioramento significativo della BMD lombare (da -2.72 a -1.85, p<0.05) già a 1-2 anni (T1), mantenuto nel tempo (-1.6 a 2-4 anni, -1.5 a 4-6 anni, p<0.05). Il miglioramento della BMD femorale è stato più lento, osservabile a partire da 2-4 anni (-2.2 vs -1.9, p<0.05). Il rischio fratturativo calcolato con FRAX e DeFRA è diminuito significativamente dopo la chirurgia (FRAX 17.8% vs 11.2%, DeFRA 33% vs 16%, p<0.05). Il rischio fratturativo migliora costantemente in tutti gli step di rivalutazione, riducendosi sotto i valori di soglia (FRAX raggiunge 5.8% e DeFRA 9.2%, p<0.05). Questo studio sottolinea che, sebbene il miglioramento della salute ossea sia significativo dopo la remissione di malattia, il recupero non è uniforme e richiede un monitoraggio a lungo termine per prevenire ulteriori complicanze. Oggetto di discussione rimane la strategia migliore per il recupero della massa ossea in questi pazienti.
Cushing's Syndrome: bone complications and changes after disease remission. A multicenter study.
Endogenous Cushing's syndrome (CS) is a clinical condition caused by pathological hypersecretion of cortisol from the adrenal cortex, which leads to significant systemic effects, including alterations in bone metabolism. Hypercortisolism inhibits bone formation and increases bone resorption, resulting in both qualitative and quantitative changes in bone tissue, with a consequent increase in the risk of fragility fractures. Although remission of CS, particularly after surgery, is associated with an improvement in bone health, the extent and rate of recovery remain uncertain. The aim of this retrospective observational study was to characterize the bone damage induced by chronic hypercortisolism in a cohort of patients with CS and to assess the effect of post-surgical resolution on lumbar and femoral densitometric parameters, trabecular bone score (TBS), and fracture risk calculated using FRAX and DeFRA algorithms. The study included adult patients with CS who underwent surgery and were followed at the Endocrinology Divisions of the University of Turin, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. Baseline evaluations included disease activity indices, calcium-phosphorus metabolism parameters, densitometric values (including TBS), and vertebral morphometry, followed by fracture risk analysis using FRAX and DeFRA algorithms. Post-surgery, data on changes in densitometric values over time and fracture risk modifications were collected. The sample consisted of 75 patients, including 26 with ACTH-independent CS (INDIP) and 49 with ACTH-dependent CS (DIP), with a mean age of 46 years, a female predominance (84%), and a mean post-Nugent cortisol value of 160 mcg/L. At diagnosis, patients presented with densitometric values within the osteopenia range at the lumbar spine (T-score -2.1) and femoral sites (neck T-score -2.1, total T-score -1.5), a TBS indicative of qualitative changes (1.17), a prevalence of fragility fractures of 29%, and increased fracture risk according to FRAX and DeFRA algorithms. The DIP group showed less compromised lumbar T-scores compared to the INDIP group (-1.8 vs. -2.6, p<0.05). Spearman's correlation analysis between disease indices and bone damage showed a linear correlation between post-Nugent cortisol values and T-scores at all sites (p<0.05). Post-surgery, 72% of patients developed hypocortisolism requiring replacement therapy. Among patients in complete remission (N=61), a significant improvement in lumbar BMD was observed (from -2.72 to -1.85, p<0.05) within 1-2 years (T1), which was maintained over time (-1.6 at 2-4 years, -1.5 at 4-6 years, p<0.05). Femoral BMD improvement was slower, becoming evident at 2-4 years (-2.2 vs. -1.9, p<0.05). Fracture risk, calculated using FRAX and DeFRA, significantly decreased after surgery (FRAX 17.8% vs. 11.2%, DeFRA 33% vs. 16%, p<0.05). Fracture risk continued to improve at all reassessment stages, eventually falling below threshold values (FRAX reached 5.8% and DeFRA 9.2%, p<0.05). This study emphasizes that, although bone health improvement is significant after disease remission, recovery is not uniform and requires long-term monitoring to prevent further complications. The best strategy for the recovery of bone mass in these patients remains a topic of discussion.
GHIGO, EZIO
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