Lo scopo di questo scritto è volgere uno sguardo ai lavoratori degli Istituti Penitenziari piuttosto che su chi vi è recluso. Molta è la letteratura che rivolge l’attenzione alle condizioni dei detenuti, eppure quella che riguarda il disagio, le condizioni lavorative, l’ambiente e l’isolamento di coloro che si occupano dei detenuti è molto scarsa. L’istituzione carceraria è molto dura e rigida e al suo interno i poliziotti penitenziari devono fronteggiare difficoltà che nascono sia dai rapporti con i detenuti, colleghi e superiori, sia dai numerosi e ambigui compiti che devono svolgere. La conoscenza degli aspetti positivi e degli aspetti negativi di questa tipologia di lavoratori può infatti aiutare a migliorare il clima lavorativo e promuovere il benessere all’interno di un ambiente di lavoro considerato “difficile”.
Carcere: ambiente lavorativo della Polizia Penitenziaria
VITROTTI, ELISA
2020/2021
Abstract
Lo scopo di questo scritto è volgere uno sguardo ai lavoratori degli Istituti Penitenziari piuttosto che su chi vi è recluso. Molta è la letteratura che rivolge l’attenzione alle condizioni dei detenuti, eppure quella che riguarda il disagio, le condizioni lavorative, l’ambiente e l’isolamento di coloro che si occupano dei detenuti è molto scarsa. L’istituzione carceraria è molto dura e rigida e al suo interno i poliziotti penitenziari devono fronteggiare difficoltà che nascono sia dai rapporti con i detenuti, colleghi e superiori, sia dai numerosi e ambigui compiti che devono svolgere. La conoscenza degli aspetti positivi e degli aspetti negativi di questa tipologia di lavoratori può infatti aiutare a migliorare il clima lavorativo e promuovere il benessere all’interno di un ambiente di lavoro considerato “difficile”.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
902340_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
589.32 kB
Formato
Adobe PDF
|
589.32 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/33649