Background Phantom limb pain comes from a part of the body no longer present and is a rather common condition in subjects who have undergone an amputation: it is estimated that two out of three subjects are affected. Its occurrence is not rare and its management over time becomes increasingly problematic with important repercussions on the performance of activities of daily living and on the quality of life. First hypothesized in the sixteenth century, the disease was little known for much of this period. Even today, the exact etiology needs to be clarified. Most theories involve a combination of the central nervous system and the peripheral nervous system. Over the years, various therapies for PLP have been proposed. However, at the moment, it does not seem to be anyfirst-line treatment for pain reduction. The high prevalence reduced quality of life associated with PLP force us to explore new ways to reduce and manage this condition of pain. Objectives The aim was to describe the most effective interventions in reducing pain in the short/medium term in patients with phantom limb syndrome, identifying the nursing ones. Methods The methodology of case series and systematic review was used. Four phantom limb syndrome patients were interviewed, and they were asked to answer how the pain was treated and, if treated, the effectiveness of the treatment in the short/medium term. Afterward, a search was conducted on the databases PubMed, Cinhal, and Web of Science. The keywords used were phantom limb pain inserted as a Mesh term, treatments, nursing interventions. In addition, filters have been used within the database for a more targeted research. Results After a careful analysis, 10 articles were selected. The proposals analyzed were drug therapy (non-opioid drugs, opioid drugs, local anesthetics), neuromodulation therapies, surgical therapies and other therapy options (mirror therapy, virtual reality and motor imaging therapy). From the analysis of the results, it appears that the treatment of phantom limb pain should preferably be based on non-invasive techniques and reserve invasive ones for relapsing cases. Conclusions Nowadays, it is not possible to determine with certainty neither the prevalence, the course, or the characteristics of phantom limb pain nor the underlying causal mechanisms. There is no evidence to support the use of one treatment rather than another, due to the contradictory results and the poor methodological quality with small sample sizes of the studies present in the literature. More large-scale, randomized, double-blind, controlled trials are needed to identify the most effective treatment options for phantom limb pain.

Introduzione Il dolore dell’arto fantasma proviene da una parte del corpo non più presente ed è una condizione piuttosto diffusa in soggetti che hanno subito un’amputazione: si stima che due soggetti su tre ne siano affetti. La sua insorgenza non è rara e la gestione nel tempo diviene sempre più problematica con importanti ripercussioni sullo svolgimento delle attività di vita quotidiana e sulla qualità di vita. Ipotizzata per la prima volta nel XVI secolo, la malattia è stata poco conosciuta per gran parte di questo periodo. Ancora oggi, l’esatta eziologia deve essere chiarita. La maggior parte delle teorie coinvolge un’eziologia che combina sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico. Negli anni sono state proposte numerose terapie per il dolore dell’arto fantasma. Tuttavia, al momento, non sembra esserci alcun trattamento di prima linea per la riduzione del dolore. L’alta prevalenza, la ridotta qualità di vita associati al dolore dell’arto fantasma costringono ad esplorare nuove strade per ridurre e gestire questa condizione di dolore. Scopo L’obiettivo era quello di descrivere gli interventi più efficaci nella riduzione del dolore a breve/medio termine nel paziente affetto da sindrome dell’arto fantasma individuando quelli infermieristici. Materiali e metodi È stata utilizzata la metodologia del case series e systematic review. Sono stati interrogati quattro pazienti affetti da sindrome dell’arto fantasma a cui è stato domandato come è stato trattato il dolore e l’efficacia del trattamento nel breve/medio tempo. Successivamente è stata condotta una ricerca sulle banche dati PubMed, Cinhal, e Web of Science. Le parole chiave utilizzate sono state: dolore dell’arto fantasma inserito come termine Mesh, trattamenti, interventi infermieristici. In più all’interno della banca dati sono stati utilizzati dei filtri per una ricerca più mirata. Risultati Dopo un’attenta analisi sono stati selezionati 10 articoli. Le proposte analizzate sono state: terapia farmacologica (farmaci non oppioidi, farmaci oppioidi, anestetici locali), terapie di neuromodulazione, terapie chirurgiche e altre opzioni di terapia (mirror therapy, virtual reality e terapia delle immagini motorie). Dall’analisi dei risultati, risulta che il trattamento del dolore dell’arto fantasma dovrebbe basarsi preferibilmente su tecniche non invasive e riservare quelle invasive per casi recidivanti. Conclusioni Ad oggi non si è in grado di determinare con certezza né la prevalenza, l’andamento o le caratteristiche del dolore dell’arto fantasma né i meccanismi causali sottostanti. Non ci sono evidenze per sostenere l’utilizzo di un trattamento piuttosto che un altro, a causa dei risultati contradditori e della scarsa qualità metodologica con dimensioni campionarie piccole degli studi presenti in letteratura. Sono necessari ulteriori studi su larga scala, randomizzati, in doppio cieco e controllati per identificare le opzioni di trattamento più efficaci per il dolore dell’arto fantasma.

La riduzione del dolore nel breve-medio termine nel paziente affetto da sindrome dell'arto fantasma: case series e systematic review

ANTONINI, FRANCESCA
2021/2022

Abstract

Introduzione Il dolore dell’arto fantasma proviene da una parte del corpo non più presente ed è una condizione piuttosto diffusa in soggetti che hanno subito un’amputazione: si stima che due soggetti su tre ne siano affetti. La sua insorgenza non è rara e la gestione nel tempo diviene sempre più problematica con importanti ripercussioni sullo svolgimento delle attività di vita quotidiana e sulla qualità di vita. Ipotizzata per la prima volta nel XVI secolo, la malattia è stata poco conosciuta per gran parte di questo periodo. Ancora oggi, l’esatta eziologia deve essere chiarita. La maggior parte delle teorie coinvolge un’eziologia che combina sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico. Negli anni sono state proposte numerose terapie per il dolore dell’arto fantasma. Tuttavia, al momento, non sembra esserci alcun trattamento di prima linea per la riduzione del dolore. L’alta prevalenza, la ridotta qualità di vita associati al dolore dell’arto fantasma costringono ad esplorare nuove strade per ridurre e gestire questa condizione di dolore. Scopo L’obiettivo era quello di descrivere gli interventi più efficaci nella riduzione del dolore a breve/medio termine nel paziente affetto da sindrome dell’arto fantasma individuando quelli infermieristici. Materiali e metodi È stata utilizzata la metodologia del case series e systematic review. Sono stati interrogati quattro pazienti affetti da sindrome dell’arto fantasma a cui è stato domandato come è stato trattato il dolore e l’efficacia del trattamento nel breve/medio tempo. Successivamente è stata condotta una ricerca sulle banche dati PubMed, Cinhal, e Web of Science. Le parole chiave utilizzate sono state: dolore dell’arto fantasma inserito come termine Mesh, trattamenti, interventi infermieristici. In più all’interno della banca dati sono stati utilizzati dei filtri per una ricerca più mirata. Risultati Dopo un’attenta analisi sono stati selezionati 10 articoli. Le proposte analizzate sono state: terapia farmacologica (farmaci non oppioidi, farmaci oppioidi, anestetici locali), terapie di neuromodulazione, terapie chirurgiche e altre opzioni di terapia (mirror therapy, virtual reality e terapia delle immagini motorie). Dall’analisi dei risultati, risulta che il trattamento del dolore dell’arto fantasma dovrebbe basarsi preferibilmente su tecniche non invasive e riservare quelle invasive per casi recidivanti. Conclusioni Ad oggi non si è in grado di determinare con certezza né la prevalenza, l’andamento o le caratteristiche del dolore dell’arto fantasma né i meccanismi causali sottostanti. Non ci sono evidenze per sostenere l’utilizzo di un trattamento piuttosto che un altro, a causa dei risultati contradditori e della scarsa qualità metodologica con dimensioni campionarie piccole degli studi presenti in letteratura. Sono necessari ulteriori studi su larga scala, randomizzati, in doppio cieco e controllati per identificare le opzioni di trattamento più efficaci per il dolore dell’arto fantasma.
Short-medium term pain reduction in patients with phantom limb syndrome: case series and systematic review
Background Phantom limb pain comes from a part of the body no longer present and is a rather common condition in subjects who have undergone an amputation: it is estimated that two out of three subjects are affected. Its occurrence is not rare and its management over time becomes increasingly problematic with important repercussions on the performance of activities of daily living and on the quality of life. First hypothesized in the sixteenth century, the disease was little known for much of this period. Even today, the exact etiology needs to be clarified. Most theories involve a combination of the central nervous system and the peripheral nervous system. Over the years, various therapies for PLP have been proposed. However, at the moment, it does not seem to be anyfirst-line treatment for pain reduction. The high prevalence reduced quality of life associated with PLP force us to explore new ways to reduce and manage this condition of pain. Objectives The aim was to describe the most effective interventions in reducing pain in the short/medium term in patients with phantom limb syndrome, identifying the nursing ones. Methods The methodology of case series and systematic review was used. Four phantom limb syndrome patients were interviewed, and they were asked to answer how the pain was treated and, if treated, the effectiveness of the treatment in the short/medium term. Afterward, a search was conducted on the databases PubMed, Cinhal, and Web of Science. The keywords used were phantom limb pain inserted as a Mesh term, treatments, nursing interventions. In addition, filters have been used within the database for a more targeted research. Results After a careful analysis, 10 articles were selected. The proposals analyzed were drug therapy (non-opioid drugs, opioid drugs, local anesthetics), neuromodulation therapies, surgical therapies and other therapy options (mirror therapy, virtual reality and motor imaging therapy). From the analysis of the results, it appears that the treatment of phantom limb pain should preferably be based on non-invasive techniques and reserve invasive ones for relapsing cases. Conclusions Nowadays, it is not possible to determine with certainty neither the prevalence, the course, or the characteristics of phantom limb pain nor the underlying causal mechanisms. There is no evidence to support the use of one treatment rather than another, due to the contradictory results and the poor methodological quality with small sample sizes of the studies present in the literature. More large-scale, randomized, double-blind, controlled trials are needed to identify the most effective treatment options for phantom limb pain.
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