Un centro finanziario offshore o “paradiso fiscale” è un paese o una giurisdizione che offre servizi finanziari ai non residenti su una scala che supera di gran lunga la dimensione e la necessità di finanziamento del sistema economico locale. Il termine “paradiso fiscale” è derivante da una possibile traduzione errata di “Tax Haven” che più appropriatamente significa rifugio fiscale. Tuttavia, i servizi finanziari offerti e la limitata o addirittura assente imposizione fiscale fanno di tali giurisdizioni dei veri e propri paradisi fiscali, nel primo paragrafo del presente lavoro verranno affrontati questi temi in maniera più dettagliata. Secondo un report pubblicato a ottobre del 2016 dalla Commissione Europea la ricchezza globale detenuta da persone fisiche nei centri offshore, per il periodo 2001-2016, ammonta a 7.500 miliardi di euro ed è pari al 10,4% del Prodotto Interno Lordo. La quota di tale ricchezza finanziaria detenuta dai Paesi dell’Unione Europea è di 1.500 miliardi di euro, pari al 9,7% del Pil europeo. Le autorità stimano che il 75% della ricchezza finanziaria offshore sfugga ai controlli del fisco provocando un gettito fiscale il quale, per quanto riguarda i Paesi dell’UE, ammonta a 46 miliardi di euro. I dati riportati precedentemente sono essenziali per comprendere la portata di tale fenomeno e le conseguenze sulle casse dello Stato che l’evasione fiscale provoca. Il ruolo dei centri finanziari offshore ha inizio nel periodo successivo alla Prima guerra mondiale, quando i debiti pubblici dei Paesi coinvolti sono esplosi. Difatti nel periodo 1920-1924 l’aliquota marginale dell’imposta sul reddito sale dal 24% fino ad arrivare al 72%. Nel contempo, un Paese dotato di neutralità esce quasi indenne dalla Prima guerra mondiale e nel momento in cui la pressione fiscale aumenta bruscamente offre una via di fuga ai cittadini facoltosi dei Paesi europei, si parla probabilmente del più antico e il più forte dei paradisi fiscali, ovvero la Svizzera. Alla vigilia della Prima guerra mondiale, la Svizzera già deteneva un sistema finanziario ben strutturato e con un altrettanto sistema creditizio, quando si parla di segreto bancario viene quasi naturale pensare al sistema bancario svizzero. Data la posizione che tale Paese occupa nel sistema finanziario offshore, il secondo paragrafo del presente lavoro verterà sulla storia della Svizzera, dal passato fino ai giorni nostri e andando a scoprire se ricopre ancora il ruolo di paradiso fiscale per eccellenza. Successivamente, verranno trattati i numerosi problemi associabili ai sistemi offshore, tra cui l’enorme flusso di denaro proveniente dai Paesi in via di sviluppo verso tali giurisdizioni che accresce le disuguaglianze , il favoreggiamento di attività illecite come il riciclaggio di denaro e il traffico di armi, intermediazione a basso costo, evasione ed elusione fiscale che provocano effetti negativi sulla comunità mondiale e infine gli effetti negativi sull’economia reale generati da investimenti esteri fantasma. Come sostiene Nicholas Shaxson, non si possono comprendere le immense disuguaglianze in Europa, negli Stati Uniti e nei paesi poveri senza esaminare il ruolo delle giurisdizioni segrete. Infine, verranno analizzate le misure volte alla lotta contro tali giurisdizioni attuabili o già in circolazione, come il Beps (Base Erosion and Profit Shifting) che si pone l’obiettivo di limitare l’erosione della base imponibile e impedire il trasferimento degli utili in un paese diverso da quello in cui siano stati effettivamente generati. Più recentemente la segretaria del Tesoro USA Janet Yellen ha proposto al G20 una tassazione globale minima del 21% per le imprese operanti entro i confini statunitensi, proposta volta ad accelerare la ripresa dalla pandemia.
La Svizzera: il paradiso fiscale per eccellenza
IEREMCIUC, ROBERTO
2020/2021
Abstract
Un centro finanziario offshore o “paradiso fiscale” è un paese o una giurisdizione che offre servizi finanziari ai non residenti su una scala che supera di gran lunga la dimensione e la necessità di finanziamento del sistema economico locale. Il termine “paradiso fiscale” è derivante da una possibile traduzione errata di “Tax Haven” che più appropriatamente significa rifugio fiscale. Tuttavia, i servizi finanziari offerti e la limitata o addirittura assente imposizione fiscale fanno di tali giurisdizioni dei veri e propri paradisi fiscali, nel primo paragrafo del presente lavoro verranno affrontati questi temi in maniera più dettagliata. Secondo un report pubblicato a ottobre del 2016 dalla Commissione Europea la ricchezza globale detenuta da persone fisiche nei centri offshore, per il periodo 2001-2016, ammonta a 7.500 miliardi di euro ed è pari al 10,4% del Prodotto Interno Lordo. La quota di tale ricchezza finanziaria detenuta dai Paesi dell’Unione Europea è di 1.500 miliardi di euro, pari al 9,7% del Pil europeo. Le autorità stimano che il 75% della ricchezza finanziaria offshore sfugga ai controlli del fisco provocando un gettito fiscale il quale, per quanto riguarda i Paesi dell’UE, ammonta a 46 miliardi di euro. I dati riportati precedentemente sono essenziali per comprendere la portata di tale fenomeno e le conseguenze sulle casse dello Stato che l’evasione fiscale provoca. Il ruolo dei centri finanziari offshore ha inizio nel periodo successivo alla Prima guerra mondiale, quando i debiti pubblici dei Paesi coinvolti sono esplosi. Difatti nel periodo 1920-1924 l’aliquota marginale dell’imposta sul reddito sale dal 24% fino ad arrivare al 72%. Nel contempo, un Paese dotato di neutralità esce quasi indenne dalla Prima guerra mondiale e nel momento in cui la pressione fiscale aumenta bruscamente offre una via di fuga ai cittadini facoltosi dei Paesi europei, si parla probabilmente del più antico e il più forte dei paradisi fiscali, ovvero la Svizzera. Alla vigilia della Prima guerra mondiale, la Svizzera già deteneva un sistema finanziario ben strutturato e con un altrettanto sistema creditizio, quando si parla di segreto bancario viene quasi naturale pensare al sistema bancario svizzero. Data la posizione che tale Paese occupa nel sistema finanziario offshore, il secondo paragrafo del presente lavoro verterà sulla storia della Svizzera, dal passato fino ai giorni nostri e andando a scoprire se ricopre ancora il ruolo di paradiso fiscale per eccellenza. Successivamente, verranno trattati i numerosi problemi associabili ai sistemi offshore, tra cui l’enorme flusso di denaro proveniente dai Paesi in via di sviluppo verso tali giurisdizioni che accresce le disuguaglianze , il favoreggiamento di attività illecite come il riciclaggio di denaro e il traffico di armi, intermediazione a basso costo, evasione ed elusione fiscale che provocano effetti negativi sulla comunità mondiale e infine gli effetti negativi sull’economia reale generati da investimenti esteri fantasma. Come sostiene Nicholas Shaxson, non si possono comprendere le immense disuguaglianze in Europa, negli Stati Uniti e nei paesi poveri senza esaminare il ruolo delle giurisdizioni segrete. Infine, verranno analizzate le misure volte alla lotta contro tali giurisdizioni attuabili o già in circolazione, come il Beps (Base Erosion and Profit Shifting) che si pone l’obiettivo di limitare l’erosione della base imponibile e impedire il trasferimento degli utili in un paese diverso da quello in cui siano stati effettivamente generati. Più recentemente la segretaria del Tesoro USA Janet Yellen ha proposto al G20 una tassazione globale minima del 21% per le imprese operanti entro i confini statunitensi, proposta volta ad accelerare la ripresa dalla pandemia.File | Dimensione | Formato | |
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