Titolo: Comunicazione sociale e acustica negli elefanti Il linguaggio umano è un sistema di comunicazione sofisticato ed elaborato. Si tratta infatti di una facoltà specie-specifica che implica la presenza di caratteristiche anatomiche ben precise e non si trovano altri suoi esempi in natura. Tuttavia, il mondo animale ci insegna che esistono svariate modalità per interagire, condividere emozioni e stati d’animo, comunicare eventuali pericoli e instaurare relazioni sociali. Gli animali infatti sfruttano segnali visivi, uditivi, chimici e tattili per la trasmissione di un messaggio che spesso riguarda funzioni vitali per la sopravvivenza e la riproduzione che garantiscono la persistenza della specie. La comunicazione è un passaggio di informazioni da un individuo a un altro che porta a modificare il comportamento del mittente o del destinatario. Nello specifico, nel mondo degli elefanti, la comunicazione occupa un ruolo centrale che si estende dall’assegnazione dei ruoli gerarchici all’espressione degli stati d’animo di ogni individuo. Gli elefanti appartengono all’ordine dei proboscidati che comprende 3 specie (Loxodonta africana - elefante africano di savana, Loxodonta cyclotis - elefante africano di foresta e Elephas maximus - elefante asiatico), occupano ambienti di savana e foreste tropicali, si muovono in branchi di dieci o venti individui all’interno dei quali l’esemplare dominante è rappresentato dalla matriarca ovvero l’individuo femmina più anziano. Da un punto di vista neuro-anatomico si è riscontrato che il cervelletto è notevolmente più grande e presenta neuroni di dimensioni maggiori e più complessi rispetto ad altri mammiferi, inoltre il nucleo infragenicolato trasversale e il nucleo olivare superiore laterale rappresentano due elementi che giocano un ruolo essenziale nella vocalizzazione. Iniziando ad analizzare i suoni emessi dagli elefanti sin dai primi mesi di vita, si individuano sette tipi di richiami: rumble, rumbling, bark, grunt, roar, snort e trumpet a ognuno dei quali è associato un preciso contesto funzionale che varierà con la crescita dell’individuo. Gli elefanti sfruttano vocalizzazioni con frequenze comprese nella gamma infrasonica per la comunicazione a breve e a lunga distanza e sono in grado di produrre suoni a bassa frequenza da 1 a 20 Hertz cioè al di sotto del campo udibile umano. Tali suoni sono così potenti da poter viaggiare attraverso le fitte foreste superando ostacoli e permettendo lo scambio di messaggi anche a lunghe distanze. Le loro abilità non solo consentono una brillante plasticità vocale ma si estendono fino alla capacità di imitazione del linguaggio umano, come si è visto nel caso di Koshik, un elefante mantenuto in cattività, in grado di imitare parole coreane. Un elemento peculiare che contribuisce a consentire la percezione di stimoli vibratori e pressori sono i corpuscoli di Pacini. Si tratta di cellule motorie sensoriali situate nel piede dell’elefante che reagiscono alle deformazioni meccaniche e alle vibrazioni nella gamma di 20-40 Hz. Lo studio della comunicazione degli elefanti non è utile solamente a indicarci come questi interagiscono tra loro e con altri organismi nell’ambiente in cui vivono, ma anche a suggerirci valide ed efficaci strategie di conservazione per questi animali che hanno un ruolo chiave nel loro habitat. Proprio per tale motivo gli elefanti vengono definiti “i giardinieri della foresta”, infatti essi contribuiscono alla dispersione di semi di alberi da frutto i quali forniscono cibo e rifugio per altre specie animali e rappresentano il tipico esempio di specie chiave in quanto possono modificare la comunità locale a livello di struttura e composizione vegetazionale tramite la loro erbivoria.
Comunicazione sociale e acustica negli elefanti
SICCO, ROBERTA
2020/2021
Abstract
Titolo: Comunicazione sociale e acustica negli elefanti Il linguaggio umano è un sistema di comunicazione sofisticato ed elaborato. Si tratta infatti di una facoltà specie-specifica che implica la presenza di caratteristiche anatomiche ben precise e non si trovano altri suoi esempi in natura. Tuttavia, il mondo animale ci insegna che esistono svariate modalità per interagire, condividere emozioni e stati d’animo, comunicare eventuali pericoli e instaurare relazioni sociali. Gli animali infatti sfruttano segnali visivi, uditivi, chimici e tattili per la trasmissione di un messaggio che spesso riguarda funzioni vitali per la sopravvivenza e la riproduzione che garantiscono la persistenza della specie. La comunicazione è un passaggio di informazioni da un individuo a un altro che porta a modificare il comportamento del mittente o del destinatario. Nello specifico, nel mondo degli elefanti, la comunicazione occupa un ruolo centrale che si estende dall’assegnazione dei ruoli gerarchici all’espressione degli stati d’animo di ogni individuo. Gli elefanti appartengono all’ordine dei proboscidati che comprende 3 specie (Loxodonta africana - elefante africano di savana, Loxodonta cyclotis - elefante africano di foresta e Elephas maximus - elefante asiatico), occupano ambienti di savana e foreste tropicali, si muovono in branchi di dieci o venti individui all’interno dei quali l’esemplare dominante è rappresentato dalla matriarca ovvero l’individuo femmina più anziano. Da un punto di vista neuro-anatomico si è riscontrato che il cervelletto è notevolmente più grande e presenta neuroni di dimensioni maggiori e più complessi rispetto ad altri mammiferi, inoltre il nucleo infragenicolato trasversale e il nucleo olivare superiore laterale rappresentano due elementi che giocano un ruolo essenziale nella vocalizzazione. Iniziando ad analizzare i suoni emessi dagli elefanti sin dai primi mesi di vita, si individuano sette tipi di richiami: rumble, rumbling, bark, grunt, roar, snort e trumpet a ognuno dei quali è associato un preciso contesto funzionale che varierà con la crescita dell’individuo. Gli elefanti sfruttano vocalizzazioni con frequenze comprese nella gamma infrasonica per la comunicazione a breve e a lunga distanza e sono in grado di produrre suoni a bassa frequenza da 1 a 20 Hertz cioè al di sotto del campo udibile umano. Tali suoni sono così potenti da poter viaggiare attraverso le fitte foreste superando ostacoli e permettendo lo scambio di messaggi anche a lunghe distanze. Le loro abilità non solo consentono una brillante plasticità vocale ma si estendono fino alla capacità di imitazione del linguaggio umano, come si è visto nel caso di Koshik, un elefante mantenuto in cattività, in grado di imitare parole coreane. Un elemento peculiare che contribuisce a consentire la percezione di stimoli vibratori e pressori sono i corpuscoli di Pacini. Si tratta di cellule motorie sensoriali situate nel piede dell’elefante che reagiscono alle deformazioni meccaniche e alle vibrazioni nella gamma di 20-40 Hz. Lo studio della comunicazione degli elefanti non è utile solamente a indicarci come questi interagiscono tra loro e con altri organismi nell’ambiente in cui vivono, ma anche a suggerirci valide ed efficaci strategie di conservazione per questi animali che hanno un ruolo chiave nel loro habitat. Proprio per tale motivo gli elefanti vengono definiti “i giardinieri della foresta”, infatti essi contribuiscono alla dispersione di semi di alberi da frutto i quali forniscono cibo e rifugio per altre specie animali e rappresentano il tipico esempio di specie chiave in quanto possono modificare la comunità locale a livello di struttura e composizione vegetazionale tramite la loro erbivoria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/33334