Questa tesi è una ricerca di carattere storico sugli avvenimenti che vedono come protagonisti due stati uniti da sempre da una controversia continua. Potremmo definirli come due fratelli. Ho sempre pensato che la differenza tra Etiopia ed Eritrea non esistesse o che quanto meno fosse una sfumatura, infondo “habesha”, il nome tigrino per individuare gli eritrei è lo stesso usato per definire gli etiopi. Questo termine è in realtà il più chiaro esempio di quanto queste due nazioni siano uguali. Si professano le stesse religioni, la lingua è simile, le differenze tra i lineamenti del viso e il colore della pelle sono quasi impercettibili. Le tradizioni sono le stesse, si beve lo stesso caffè, si mangia lo stesso cibo, tutti insieme da un grande piatto, si prega lo stesso Dio e si sorride allo stesso modo. Confido ancora nel pensare, che la differenza sia comunque una sfumatura, nonostante le guerre, nonostante i divari, nonostante le migrazioni, nonostante i confini. I confini non esistono in natura, sono una proiezione che funge da scudo a teorie etnocentriche prive di fondamento. Sono due fratelli sì, ma più simili ad Abele e a Caino. C’è ancora una cosa che accomuna questi due stati, ed è l’intreccio che hanno avuto con il popolo italiano. L’impronta italiana che ha lasciato in entrambi i paesi la sua tradizione, le sue parole, il suo colore. È tramite la mediazione italiana che si proverà in questa sede a ricostruire la storia del conflitto di questi due stati africani. Si tratta di una ricerca sugli archivi storici messi a disposizione dalle principali testate giornalistiche Italiane, per mezzo dell’inserimento di alcune parole chiave nel motore di ricerca del giornale. Si è tentato di dare linearità all’elaborato, trascrivendo gli articoli in ordine cronologico. È stato interessante capire quali vicende il giornalismo italiano ha scelto di divulgare. Notando e sottolineando i cambi di direzione e di schieramento. Sottolineando a più riprese quale e che tipo di informazioni venivano divulgate nella penisola tricolore, riportando gli articoli e confrontandoli tra loro.
Come la stampa italiana ha interpretato le guerre in Eritrea. 1961-2002
CITO, SOLIANA
2020/2021
Abstract
Questa tesi è una ricerca di carattere storico sugli avvenimenti che vedono come protagonisti due stati uniti da sempre da una controversia continua. Potremmo definirli come due fratelli. Ho sempre pensato che la differenza tra Etiopia ed Eritrea non esistesse o che quanto meno fosse una sfumatura, infondo “habesha”, il nome tigrino per individuare gli eritrei è lo stesso usato per definire gli etiopi. Questo termine è in realtà il più chiaro esempio di quanto queste due nazioni siano uguali. Si professano le stesse religioni, la lingua è simile, le differenze tra i lineamenti del viso e il colore della pelle sono quasi impercettibili. Le tradizioni sono le stesse, si beve lo stesso caffè, si mangia lo stesso cibo, tutti insieme da un grande piatto, si prega lo stesso Dio e si sorride allo stesso modo. Confido ancora nel pensare, che la differenza sia comunque una sfumatura, nonostante le guerre, nonostante i divari, nonostante le migrazioni, nonostante i confini. I confini non esistono in natura, sono una proiezione che funge da scudo a teorie etnocentriche prive di fondamento. Sono due fratelli sì, ma più simili ad Abele e a Caino. C’è ancora una cosa che accomuna questi due stati, ed è l’intreccio che hanno avuto con il popolo italiano. L’impronta italiana che ha lasciato in entrambi i paesi la sua tradizione, le sue parole, il suo colore. È tramite la mediazione italiana che si proverà in questa sede a ricostruire la storia del conflitto di questi due stati africani. Si tratta di una ricerca sugli archivi storici messi a disposizione dalle principali testate giornalistiche Italiane, per mezzo dell’inserimento di alcune parole chiave nel motore di ricerca del giornale. Si è tentato di dare linearità all’elaborato, trascrivendo gli articoli in ordine cronologico. È stato interessante capire quali vicende il giornalismo italiano ha scelto di divulgare. Notando e sottolineando i cambi di direzione e di schieramento. Sottolineando a più riprese quale e che tipo di informazioni venivano divulgate nella penisola tricolore, riportando gli articoli e confrontandoli tra loro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/33173