L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è un evento di difficile comprensione, che è destinato a far discutere per molto tempo. Le narrazioni giornalistiche a volte allarmistiche e spesso caricaturali su quanto successo non aiutano nella comprensione. Inoltre l'evento è stato così significativo, recente ed a tratti inedito nella sua portata immaginifica che la tendenza alla rimozione potrebbe essere una tentazione. In effetti è molto difficile trovare della letteratura adeguata ad iniziare a spiegare cosa è successo e chi erano i rioters di Capitol Hill. Ad oggi sono tuttora in corso le indagini legali sui fatti di quel giorno e dovrà passare ancora lungo tempo prima di avere una mole di dati significativa che assicuri qualche tentativo di interpretazione completa. Quello che si può iniziare a fare è tentare di tracciare la genealogia entro cui si inserisce l’evento. La tesi che propongo è che per tracciare questa genealogia sia necessario allacciare quanto accaduto a Capitol Hill alla crisi finanziaria globale del 2007/2008. Il particolare la mia ipotesi è che la crisi abbia portato alla rottura del patto sociale neoliberale, rimettendo in movimento blocchi sociali consolidati che però già da tempo iniziavano a dare segno di cedimento. E’ in seno a questo “scongelamento” delle forze sociali che va ricercata l’origine del neopopulismo di destra negli Stati Uniti. Questa dinamica si è sovrapposta inoltre ad altre tendenze storiche di più lungo periodo, amplificandole e generalizzandole. Per provare a ricostruire questa genealogia ho diviso il lavoro in tre capitoli: nel primo tratterò parallelamente dell’origine della crisi del 2008 e di quella della coalizione conservatrice, per poi parlare della sua trasformazione dopo la crisi e delle conseguenze sociali del crollo economico; nel secondo affronterò la nascita del “trumpismo”, la sua affermazione e le dinamiche che ne determineranno la (momentanea?) sconfitta; nel terzo capitolo infine tematizzerò il risultato delle elezioni del 2020 e i processi che hanno portato all’assalto a Capitol Hill. Per la vastità dei temi che andrebbero presi in considerazione in un lavoro del genere ho dovuto operare alcune scelte. In primo luogo ho deciso di concentrare la mia attenzione sui processi più che sugli eventi, sebbene alcuni siano oggettivamente necessari per la comprensione. In secondo luogo ho escluso quasi completamente alcuni temi che però in una trattazione più ampia sarebbe auspicabile se non necessario affrontare. Faccio alcuni esempi: le dinamiche geopolitiche, il fenomeno del complottismo e della post-verità, Occupy Wall Street ed altri ancora. Ho scelto di concentrarmi principalmente sulle evoluzioni della coalizione conservatrice e del movimento neopopulista di destra tenendo contezza del contesto in cui esse accadevano.
Dalla crisi del 2007/2008 alla Capitol Hill Battle. Genealogia del movimento neopopulista negli USA
PELLICANÒ, VINCENZO
2020/2021
Abstract
L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è un evento di difficile comprensione, che è destinato a far discutere per molto tempo. Le narrazioni giornalistiche a volte allarmistiche e spesso caricaturali su quanto successo non aiutano nella comprensione. Inoltre l'evento è stato così significativo, recente ed a tratti inedito nella sua portata immaginifica che la tendenza alla rimozione potrebbe essere una tentazione. In effetti è molto difficile trovare della letteratura adeguata ad iniziare a spiegare cosa è successo e chi erano i rioters di Capitol Hill. Ad oggi sono tuttora in corso le indagini legali sui fatti di quel giorno e dovrà passare ancora lungo tempo prima di avere una mole di dati significativa che assicuri qualche tentativo di interpretazione completa. Quello che si può iniziare a fare è tentare di tracciare la genealogia entro cui si inserisce l’evento. La tesi che propongo è che per tracciare questa genealogia sia necessario allacciare quanto accaduto a Capitol Hill alla crisi finanziaria globale del 2007/2008. Il particolare la mia ipotesi è che la crisi abbia portato alla rottura del patto sociale neoliberale, rimettendo in movimento blocchi sociali consolidati che però già da tempo iniziavano a dare segno di cedimento. E’ in seno a questo “scongelamento” delle forze sociali che va ricercata l’origine del neopopulismo di destra negli Stati Uniti. Questa dinamica si è sovrapposta inoltre ad altre tendenze storiche di più lungo periodo, amplificandole e generalizzandole. Per provare a ricostruire questa genealogia ho diviso il lavoro in tre capitoli: nel primo tratterò parallelamente dell’origine della crisi del 2008 e di quella della coalizione conservatrice, per poi parlare della sua trasformazione dopo la crisi e delle conseguenze sociali del crollo economico; nel secondo affronterò la nascita del “trumpismo”, la sua affermazione e le dinamiche che ne determineranno la (momentanea?) sconfitta; nel terzo capitolo infine tematizzerò il risultato delle elezioni del 2020 e i processi che hanno portato all’assalto a Capitol Hill. Per la vastità dei temi che andrebbero presi in considerazione in un lavoro del genere ho dovuto operare alcune scelte. In primo luogo ho deciso di concentrare la mia attenzione sui processi più che sugli eventi, sebbene alcuni siano oggettivamente necessari per la comprensione. In secondo luogo ho escluso quasi completamente alcuni temi che però in una trattazione più ampia sarebbe auspicabile se non necessario affrontare. Faccio alcuni esempi: le dinamiche geopolitiche, il fenomeno del complottismo e della post-verità, Occupy Wall Street ed altri ancora. Ho scelto di concentrarmi principalmente sulle evoluzioni della coalizione conservatrice e del movimento neopopulista di destra tenendo contezza del contesto in cui esse accadevano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/33172