The paper is divided into a detailed analysis of the fiscal policy adopted in the United States during the 1980s. This phenomenon is the symbol of the so-called neoliberal revolution, the architrave of the subsequent globalization. Using biographical books, testimonies and scientific articles, we reconstruct the events that led to the rise and decline of the postwar order from Bretton Woods, focusing on the crisis of the seventies, up to the key moment of the presidential elections in 1980. The figure of Ronald Reagan is nothing more than the media interface of a new way of approaching the state budget. By mixing neoconservatism, the monetarist school and the Laffer curve, the new republican administration adopts a definitely revolutionary plan, giving rise to a compromise with the traditional Keynesian paradigm that constitutes the macroeconomic theory of today. The work focuses on the interactions between monetary and fiscal policy, both fundamental in the management of the economy, with an eye to the role of public debt, an exceptional tool but only if used in the correct way. The consequences of this policy are still a matter of debate among experts. In general, the economic parameters achieved an undeniable improvement over the course of the decade in question: growth in production, employment, average income, decline in inflation. This came at the cost of an increase in the federal deficit never replicated, at least in percentage terms. However, America can tackle this problem by leveraging its condition as the hub of the world economy, exporting not only dollars but also the ideas that shape the world we live in.
L’elaborato si articola in un’analisi dettagliata della politica fiscale adottata negli Stati Uniti durante gli anni ottanta del secolo scorso. Tale fenomeno costituisce il simbolo della cosiddetta rivoluzione neoliberale, architrave della successiva globalizzazione. Avvalendosi di libri biografici, testimonianze e articoli scientifici, si ricostruiscono gli avvenimenti che da Bretton Woods hanno determinato ascesa e declino dell’ordine postbellico ci si concentra sulla crisi degli anni settanta, fino al momento chiave delle elezioni presidenziali del 1980. La figura di Ronald Reagan altro non è che l’interfaccia mediatica di un nuovo modo di approcciarsi al bilancio dello stato. Miscelando neoconservatorismo, scuola monetarista e curva di Laffer la nuova amministrazione repubblicana adotta un piano sicuramente rivoluzionario, dando origine al compromesso con il tradizionale paradigma keynesiano che costituisce la teoria macroeconomica dei giorni nostri. Il lavoro è incentrato sulle interazioni tra la politica monetaria e quella fiscale, entrambe fondamentali nella gestione dell’economia, con un occhio di riguardo al ruolo del debito pubblico, strumento eccezionale ma solo se usato nel modo corretto. Le conseguenze di questa politica sono ancora oggetto di dibattito tra gli esperti. In generale i parametri economici hanno conseguito un innegabile miglioramento nel corso della decade considerata: crescita della produzione, dell’occupazione, del reddito medio, calo dell’inflazione. Ciò è avvenuto a costo di un aumento del deficit federale mai più replicato, almeno in termini percentuali. Tuttavia l’America può affrontare questo problema facendo leva sulla sua condizione di fulcro dell’economia mondiale, esportando oltre ai dollari anche le idee che forgiano il mondo in cui viviamo.
REAGANISMO: ANALISI DELLA RIVOLUZIONE NEOLIBERALE NEGLI STATI UNITI
PIRRA, MATTEO
2020/2021
Abstract
L’elaborato si articola in un’analisi dettagliata della politica fiscale adottata negli Stati Uniti durante gli anni ottanta del secolo scorso. Tale fenomeno costituisce il simbolo della cosiddetta rivoluzione neoliberale, architrave della successiva globalizzazione. Avvalendosi di libri biografici, testimonianze e articoli scientifici, si ricostruiscono gli avvenimenti che da Bretton Woods hanno determinato ascesa e declino dell’ordine postbellico ci si concentra sulla crisi degli anni settanta, fino al momento chiave delle elezioni presidenziali del 1980. La figura di Ronald Reagan altro non è che l’interfaccia mediatica di un nuovo modo di approcciarsi al bilancio dello stato. Miscelando neoconservatorismo, scuola monetarista e curva di Laffer la nuova amministrazione repubblicana adotta un piano sicuramente rivoluzionario, dando origine al compromesso con il tradizionale paradigma keynesiano che costituisce la teoria macroeconomica dei giorni nostri. Il lavoro è incentrato sulle interazioni tra la politica monetaria e quella fiscale, entrambe fondamentali nella gestione dell’economia, con un occhio di riguardo al ruolo del debito pubblico, strumento eccezionale ma solo se usato nel modo corretto. Le conseguenze di questa politica sono ancora oggetto di dibattito tra gli esperti. In generale i parametri economici hanno conseguito un innegabile miglioramento nel corso della decade considerata: crescita della produzione, dell’occupazione, del reddito medio, calo dell’inflazione. Ciò è avvenuto a costo di un aumento del deficit federale mai più replicato, almeno in termini percentuali. Tuttavia l’America può affrontare questo problema facendo leva sulla sua condizione di fulcro dell’economia mondiale, esportando oltre ai dollari anche le idee che forgiano il mondo in cui viviamo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/33152