This paper illustrates the interdisciplinary study and the conservative restoration work that was conducted on a detached wall painting from the Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (TO). The work depicts the Mystic Marriage of Saint Catherine of Alexandria in the presence of an angel; the scene is enclosed within a geometric frame and flanked by a marble column. Thanks to the preliminary phase of historical-artistic research, it was possible to identify the timing of the extraction and transport operations, dating back to the end of the first decade of the 20th century, which were part of the broader restoration work carried out at the Precettoria under the direction of Alfredo D'Andrade. The painting, transported on canvas and wooden frame, was in an advanced state of deterioration, presenting issues of debonding and cohesion throughout, extensive gaps, and plastering dating back to an earlier intervention. The frame unsuited to support a rigid system due to its mobile nature, did not guarantee the necessary stability to the material, ultimately proving inadequate for its conservation. For this reason, the primary objective of the restoration was that of recovering the stability of the artwork while preserving the integrity of the original material, by ultimately replacing the previous support system in favor of a new, rigid one. Direct observation of the painting, accompanied by appropriate diagnostic investigations, allowed for an in-depth study of the execution technique, to the state of conservation and to previous interventions. The distinctive choices of intervention were made taking into account the very constituent materials and with a view of reversibility, with the aim of restoring the work’s integrity and dignity, perceived in its dual instance of matter and image. The restoration work involved carrying out consolidation operations on the entirety of the artifact, as well as applying the new support. Given the large size of the artwork, and the complexity of the intervention arising from the work’s extensive degradation, the cleaning and aesthetic presentation operations, were implemented exclusively on the area depicting St. Catherine of Alexandria, and ultimately aimed at the recovery of the pictorial piece’ accessibility. The operations planned and carried out on that area have been configured as a pilot intervention, apt to define a proper operational methodology, with a view to continuing the restoration work in the future involving the entirety of the artifact. The identification of materials and methodologies of intervention was achieved through the comparison of several case studies, the realization of specimens and tests in situ, and through the discussion with relevant professional figures. An experiment for the development of the new support system allowed to identify an appropriate stratigraphy of materials after performing tests and evaluations of reversibility, lightness and tensile strength on specially-made specimens. In addition, the biorectivity of K52®, an acrylic resin in dispersion used in consolidation operations, was evaluated through an experiment on specimens in relation to the conservation environment of the Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.

Il presente elaborato illustra lo studio interdisciplinare e l’intervento di restauro conservativo condotti su un dipinto murale staccato proveniente dalla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (TO). L’opera raffigura il Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, alla presenza di un angelo; la scena è racchiusa entro una cornice geometrica e affiancata da una colonna marmorea. Grazie alla fase preliminare di ricerca storico-artistica è stato possibile delineare il momento dell’intervento di estrazione e trasporto, risalente alla fine del primo decennio del Novecento, nell’ambito della campagna di restauro svolta alla Precettoria sotto la direzione di Alfredo D’Andrade. Il dipinto, trasportato su tela e telaio ligneo, verteva in un avanzato stato di degrado, presentando diffuse problematiche di perdita di adesione e coesione, estese lacune e stuccature risalenti ad un intervento precedente. Il supporto, inadatto per la sua mobilità a sostenere un sistema rigido, non garantiva la necessaria stabilità alla materia, dimostrandosi inadeguato per la sua conservazione. Per questo motivo, l’intervento di restauro è stato improntato primariamente al recupero della stabilità dell’opera e alla salvaguardia dell’integrità della materia originale, prevedendo la sostituzione del precedente sistema di supporto in favore di uno nuovo, rigido. L’osservazione diretta dell’opera, affiancata da opportune indagini diagnostiche, ha permesso di approfondire i dati relativi alla tecnica esecutiva, allo stato di conservazione e agli interventi precedenti. Le scelte di intervento sono state eseguite nel rispetto dei materiali costitutivi e in un’ottica di reversibilità, con l’obiettivo di restituire integrità e dignità all’opera nella sua duplice istanza di materia e immagine. L’intervento di restauro ha previsto lo svolgimento delle operazioni di consolidamento sulla totalità del manufatto e l’applicazione del nuovo supporto. Date le grandi dimensioni, e la complessità di intervento derivante anche dalla quantità di casistiche di degrado che lo interessavano, le operazioni di pulitura e di presentazione estetica, atte al recupero della fruibilità del brano pittorico, sono state attuate esclusivamente sull’area raffigurante Santa Caterina d’Alessandria. Le operazioni progettate e svolte su tale area si configurano come un intervento pilota, atto a definire una corretta metodologia operativa, nell’ottica di una futura continuazione del restauro che interessi la totalità del manufatto. L’identificazione dei materiali e delle metodologie di intervento ha previsto il confronto con diversi casi studio, la realizzazione di provini e test in opera e il confronto con le figure professionali di competenza. Una sperimentazione per lo sviluppo del nuovo sistema di supporto ha permesso di identificare un’opportuna stratigrafia di materiali, grazie all’esecuzione di test e valutazioni di reversibilità, leggerezza e resistenza a trazione su provini appositamente realizzati. Inoltre, è stata valutata con una sperimentazione su provini la biorecettività del K52®, resina acrilica in dispersione utilizzata nelle operazioni di consolidamento, in relazione all’ambiente di conservazione della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.

Studio e restauro di un dipinto murale con Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria proveniente dalla Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso (TO). Sviluppo e applicazione di un nuovo supporto e intervento pilota per il recupero della fruibilità.

BOETTI, SOFIA
2023/2024

Abstract

Il presente elaborato illustra lo studio interdisciplinare e l’intervento di restauro conservativo condotti su un dipinto murale staccato proveniente dalla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (TO). L’opera raffigura il Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, alla presenza di un angelo; la scena è racchiusa entro una cornice geometrica e affiancata da una colonna marmorea. Grazie alla fase preliminare di ricerca storico-artistica è stato possibile delineare il momento dell’intervento di estrazione e trasporto, risalente alla fine del primo decennio del Novecento, nell’ambito della campagna di restauro svolta alla Precettoria sotto la direzione di Alfredo D’Andrade. Il dipinto, trasportato su tela e telaio ligneo, verteva in un avanzato stato di degrado, presentando diffuse problematiche di perdita di adesione e coesione, estese lacune e stuccature risalenti ad un intervento precedente. Il supporto, inadatto per la sua mobilità a sostenere un sistema rigido, non garantiva la necessaria stabilità alla materia, dimostrandosi inadeguato per la sua conservazione. Per questo motivo, l’intervento di restauro è stato improntato primariamente al recupero della stabilità dell’opera e alla salvaguardia dell’integrità della materia originale, prevedendo la sostituzione del precedente sistema di supporto in favore di uno nuovo, rigido. L’osservazione diretta dell’opera, affiancata da opportune indagini diagnostiche, ha permesso di approfondire i dati relativi alla tecnica esecutiva, allo stato di conservazione e agli interventi precedenti. Le scelte di intervento sono state eseguite nel rispetto dei materiali costitutivi e in un’ottica di reversibilità, con l’obiettivo di restituire integrità e dignità all’opera nella sua duplice istanza di materia e immagine. L’intervento di restauro ha previsto lo svolgimento delle operazioni di consolidamento sulla totalità del manufatto e l’applicazione del nuovo supporto. Date le grandi dimensioni, e la complessità di intervento derivante anche dalla quantità di casistiche di degrado che lo interessavano, le operazioni di pulitura e di presentazione estetica, atte al recupero della fruibilità del brano pittorico, sono state attuate esclusivamente sull’area raffigurante Santa Caterina d’Alessandria. Le operazioni progettate e svolte su tale area si configurano come un intervento pilota, atto a definire una corretta metodologia operativa, nell’ottica di una futura continuazione del restauro che interessi la totalità del manufatto. L’identificazione dei materiali e delle metodologie di intervento ha previsto il confronto con diversi casi studio, la realizzazione di provini e test in opera e il confronto con le figure professionali di competenza. Una sperimentazione per lo sviluppo del nuovo sistema di supporto ha permesso di identificare un’opportuna stratigrafia di materiali, grazie all’esecuzione di test e valutazioni di reversibilità, leggerezza e resistenza a trazione su provini appositamente realizzati. Inoltre, è stata valutata con una sperimentazione su provini la biorecettività del K52®, resina acrilica in dispersione utilizzata nelle operazioni di consolidamento, in relazione all’ambiente di conservazione della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
Study and restoration of a mural painting with the Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria (Precettoria di Sant'Antonio di Raverso, Torino): planning and application of a new backing and pilot intervention for its recovery.
This paper illustrates the interdisciplinary study and the conservative restoration work that was conducted on a detached wall painting from the Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (TO). The work depicts the Mystic Marriage of Saint Catherine of Alexandria in the presence of an angel; the scene is enclosed within a geometric frame and flanked by a marble column. Thanks to the preliminary phase of historical-artistic research, it was possible to identify the timing of the extraction and transport operations, dating back to the end of the first decade of the 20th century, which were part of the broader restoration work carried out at the Precettoria under the direction of Alfredo D'Andrade. The painting, transported on canvas and wooden frame, was in an advanced state of deterioration, presenting issues of debonding and cohesion throughout, extensive gaps, and plastering dating back to an earlier intervention. The frame unsuited to support a rigid system due to its mobile nature, did not guarantee the necessary stability to the material, ultimately proving inadequate for its conservation. For this reason, the primary objective of the restoration was that of recovering the stability of the artwork while preserving the integrity of the original material, by ultimately replacing the previous support system in favor of a new, rigid one. Direct observation of the painting, accompanied by appropriate diagnostic investigations, allowed for an in-depth study of the execution technique, to the state of conservation and to previous interventions. The distinctive choices of intervention were made taking into account the very constituent materials and with a view of reversibility, with the aim of restoring the work’s integrity and dignity, perceived in its dual instance of matter and image. The restoration work involved carrying out consolidation operations on the entirety of the artifact, as well as applying the new support. Given the large size of the artwork, and the complexity of the intervention arising from the work’s extensive degradation, the cleaning and aesthetic presentation operations, were implemented exclusively on the area depicting St. Catherine of Alexandria, and ultimately aimed at the recovery of the pictorial piece’ accessibility. The operations planned and carried out on that area have been configured as a pilot intervention, apt to define a proper operational methodology, with a view to continuing the restoration work in the future involving the entirety of the artifact. The identification of materials and methodologies of intervention was achieved through the comparison of several case studies, the realization of specimens and tests in situ, and through the discussion with relevant professional figures. An experiment for the development of the new support system allowed to identify an appropriate stratigraphy of materials after performing tests and evaluations of reversibility, lightness and tensile strength on specially-made specimens. In addition, the biorectivity of K52®, an acrylic resin in dispersion used in consolidation operations, was evaluated through an experiment on specimens in relation to the conservation environment of the Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
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