Si è svolto un lavoro di analisi dei fattori su cui le lavorazioni del suolo possono andare ad incidere. È stato osservato come la coltivazione del mais non sia legata esclusivamente alla tecnica di lavorazione del terreno, ma bensì ad un insieme di fattori agronomici. Il più importante è la disponibilità idrica, fattore realmente limitante nello sviluppo della pianta. Così come la disponibilità di nutrienti. A livello produttivo le lavorazioni del terreno determinano effetti minimi, soprattutto su un’analisi di lungo periodo. Nella quale si evidenziano alterazioni legate al clima. In annate particolarmente asciutte ed in assenza di irrigazione le lavorazioni conservative, come la semina su sodo, riescono a garantire un’umidità del terreno maggiore, che si riflette positivamente sulle produzioni. Mentre, in annate più piovose le lavorazioni intense fanno registrare livelli produttivi maggiori. In ambienti irrigui, come quelli della Pianura Padana, la differenza tra agricoltura convenzionale e minima lavorazione risulta irrilevante. Un aspetto sul quale si è osservata una significativa correlazione con le tecniche di lavorazione del terreno è la presenza di carbonio al suolo. È stato riscontrato che le tecniche di agricoltura conservativa consentono un arricchimento di sostanza organica nel terreno sul lungo periodo. Tale aspetto è dovuto al fatto che non vi è una totale incorporazione dei residui colturali nel terreno, con un conseguente accumulo di carbonio al suolo. Di contro le lavorazioni convenzionali, aumentando l’arieggiamento del terreno, accelerano la mineralizzazione della sostanza organica, comportandone una progressiva perdita. Quest’eccessiva mineralizzazione si riflette parallelamente sulle produzioni di CO2 del suolo. Le quali risultano essere maggiori nei terreni lavorati con tecniche convenzionali. Per quanto riguarda le infestanti, è stata riscontrata una correlazione negativa tra lavorazioni conservative e pressione d’infestazione. Facendo osservare densità di malerbe superiori rispetto alle tecniche di agricoltura convenzionale. È opportuno precisare che il controllo delle infestanti è necessario in ogni caso, per ogni tecnica di lavorazione impiegata. Di conseguenza questo significherebbe esclusivamente una gestione più accurata della difesa delle colture. Integrando strumenti di lotta differenti come controllo chimico e meccanico, per tener controllate le infestanti. L’aspetto che caratterizza una rilevante convenienza nell’applicazione delle tecniche conservative è il contenimento dei costi. Si assiste ad una diminuzione notevole di quest’ultimi, dovuta alla semplificazione delle operazioni di preparazione del terreno ed anche al ridimensionamento del parco macchine. Valutando nel complesso le tecniche di lavorazione del terreno nella coltivazione del mais, si trova una convenienza generale nell’adozione di pratiche di agricoltura conservativa. Per questo si dovrebbero valutare in sostituzione alle tecniche convenzionali, eccessivamente dispendiose economicamente ed energeticamente.

Effetti agronomici e produttivi delle tecniche di lavorazione del terreno nella coltivazione del mais

TAMAGNONE, ALESSANDRO
2020/2021

Abstract

Si è svolto un lavoro di analisi dei fattori su cui le lavorazioni del suolo possono andare ad incidere. È stato osservato come la coltivazione del mais non sia legata esclusivamente alla tecnica di lavorazione del terreno, ma bensì ad un insieme di fattori agronomici. Il più importante è la disponibilità idrica, fattore realmente limitante nello sviluppo della pianta. Così come la disponibilità di nutrienti. A livello produttivo le lavorazioni del terreno determinano effetti minimi, soprattutto su un’analisi di lungo periodo. Nella quale si evidenziano alterazioni legate al clima. In annate particolarmente asciutte ed in assenza di irrigazione le lavorazioni conservative, come la semina su sodo, riescono a garantire un’umidità del terreno maggiore, che si riflette positivamente sulle produzioni. Mentre, in annate più piovose le lavorazioni intense fanno registrare livelli produttivi maggiori. In ambienti irrigui, come quelli della Pianura Padana, la differenza tra agricoltura convenzionale e minima lavorazione risulta irrilevante. Un aspetto sul quale si è osservata una significativa correlazione con le tecniche di lavorazione del terreno è la presenza di carbonio al suolo. È stato riscontrato che le tecniche di agricoltura conservativa consentono un arricchimento di sostanza organica nel terreno sul lungo periodo. Tale aspetto è dovuto al fatto che non vi è una totale incorporazione dei residui colturali nel terreno, con un conseguente accumulo di carbonio al suolo. Di contro le lavorazioni convenzionali, aumentando l’arieggiamento del terreno, accelerano la mineralizzazione della sostanza organica, comportandone una progressiva perdita. Quest’eccessiva mineralizzazione si riflette parallelamente sulle produzioni di CO2 del suolo. Le quali risultano essere maggiori nei terreni lavorati con tecniche convenzionali. Per quanto riguarda le infestanti, è stata riscontrata una correlazione negativa tra lavorazioni conservative e pressione d’infestazione. Facendo osservare densità di malerbe superiori rispetto alle tecniche di agricoltura convenzionale. È opportuno precisare che il controllo delle infestanti è necessario in ogni caso, per ogni tecnica di lavorazione impiegata. Di conseguenza questo significherebbe esclusivamente una gestione più accurata della difesa delle colture. Integrando strumenti di lotta differenti come controllo chimico e meccanico, per tener controllate le infestanti. L’aspetto che caratterizza una rilevante convenienza nell’applicazione delle tecniche conservative è il contenimento dei costi. Si assiste ad una diminuzione notevole di quest’ultimi, dovuta alla semplificazione delle operazioni di preparazione del terreno ed anche al ridimensionamento del parco macchine. Valutando nel complesso le tecniche di lavorazione del terreno nella coltivazione del mais, si trova una convenienza generale nell’adozione di pratiche di agricoltura conservativa. Per questo si dovrebbero valutare in sostituzione alle tecniche convenzionali, eccessivamente dispendiose economicamente ed energeticamente.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
901941_tesi_tamagnone_alessandro.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.13 MB
Formato Adobe PDF
1.13 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/33004