Ambrosia artemisiifolia L. è una pianta Neartica annuale invasiva, presente in Europa già a partire dalla fine del XVIII secolo in piccole popolazioni distribuite in Nord Italia, deve la sua espansione alla introduzione di nuove popolazioni nel periodo postumo alla Prima Guerra Mondiale, quando grandi quantità di sementi contaminate sono state inviate dagli Stati Uniti per favorire la ripresa economica. La pianta possiede particolari capacità invasive che le permettono di competere con le specie autoctone, tra le quali la sua capacità di entrare in dormienza secondaria, le sua caratteristiche allelopatiche, la possibilità di sfruttare terreni nudi e zone non coltivate e diffondendosi attraverso le vie fluviali e le zone antropiche, quali bordi strada e ferrovie. Oltre ad essere a pieno titolo una infestante delle principali colture estive determina anche impatti significativi sulla salute umana, in quanto il polline ha forti capacità allergeniche che in grande concentrazione aumenta la presenza di soggetti sofferenti a infiammazioni cutanee, riniti e manifestazioni di asma, in particolare durante i periodi di fioritura intensa che vanno dai primi di agosto fino agli ultimi giorni di settembre. La produzione di polline è influenzata in particolare dall’umidità e dalla concentrazione di CO2, mettendo a rischio in particolare le zone urbane e con poche precipitazioni. Le zone Europee più infestate da Ambrosia artemisiifolia sono la Pianura Pannonica in Ungheria, la valle del Rodano in Francia e la Pianura Padana in Italia. La pianta è gestita nelle zone coltivate attraverso i consueti metodi di controllo (preventivi, meccanici e chimici). Nelle zone urbane è gestita attraverso da sfalci che molto spesso non sono in grado di impedire la fioritura e la conseguente produzione di polline attualmente due all’anno risultando non abbastanza efficaci a contenere le fioriture maschili della pianta. Da pochi anni è stato introdotto accidentalmente il principale fitofago di questa pianta, Ophraella communa, che con la sua attività ha già contribuito a ridurre la concentrazione di polline di Ambrosia artemisiifolia nell’aria. Tale specie predilige nettamente Ambrosia artemisiifolia, ma potrebbe risultare dannosa per altre colture appartenenti alla famiglia delle Asteracee (es. topinambur,girasole) sulle quali è potenzialmente in grado di causare danni.
Diffusione e Gestione di Ambrosia artemisiifolia L.
BOSIO, FEDERICO
2020/2021
Abstract
Ambrosia artemisiifolia L. è una pianta Neartica annuale invasiva, presente in Europa già a partire dalla fine del XVIII secolo in piccole popolazioni distribuite in Nord Italia, deve la sua espansione alla introduzione di nuove popolazioni nel periodo postumo alla Prima Guerra Mondiale, quando grandi quantità di sementi contaminate sono state inviate dagli Stati Uniti per favorire la ripresa economica. La pianta possiede particolari capacità invasive che le permettono di competere con le specie autoctone, tra le quali la sua capacità di entrare in dormienza secondaria, le sua caratteristiche allelopatiche, la possibilità di sfruttare terreni nudi e zone non coltivate e diffondendosi attraverso le vie fluviali e le zone antropiche, quali bordi strada e ferrovie. Oltre ad essere a pieno titolo una infestante delle principali colture estive determina anche impatti significativi sulla salute umana, in quanto il polline ha forti capacità allergeniche che in grande concentrazione aumenta la presenza di soggetti sofferenti a infiammazioni cutanee, riniti e manifestazioni di asma, in particolare durante i periodi di fioritura intensa che vanno dai primi di agosto fino agli ultimi giorni di settembre. La produzione di polline è influenzata in particolare dall’umidità e dalla concentrazione di CO2, mettendo a rischio in particolare le zone urbane e con poche precipitazioni. Le zone Europee più infestate da Ambrosia artemisiifolia sono la Pianura Pannonica in Ungheria, la valle del Rodano in Francia e la Pianura Padana in Italia. La pianta è gestita nelle zone coltivate attraverso i consueti metodi di controllo (preventivi, meccanici e chimici). Nelle zone urbane è gestita attraverso da sfalci che molto spesso non sono in grado di impedire la fioritura e la conseguente produzione di polline attualmente due all’anno risultando non abbastanza efficaci a contenere le fioriture maschili della pianta. Da pochi anni è stato introdotto accidentalmente il principale fitofago di questa pianta, Ophraella communa, che con la sua attività ha già contribuito a ridurre la concentrazione di polline di Ambrosia artemisiifolia nell’aria. Tale specie predilige nettamente Ambrosia artemisiifolia, ma potrebbe risultare dannosa per altre colture appartenenti alla famiglia delle Asteracee (es. topinambur,girasole) sulle quali è potenzialmente in grado di causare danni.File | Dimensione | Formato | |
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