Indagine su campioni archeobotanici provenienti dall’area archeologica di Locri Epizefiri (RC) La presente indagine archeobotanica è stata effettuata su campioni combusti di epoca greco-romana, provenienti da una campagna di scavi effettuata nel 2014 dall’Università di Torino, sotto la direzione dei Proff. Diego Elia e Valeria Meirano, nel sito archeologico di Locri Epizefiri (RC). I resti archeocarpologici e di legno presi in esame provengono da un pozzetto votivo di età romana, nel quale materiali vegetali e di altra natura venivano bruciati durante riti e cerimonie. Lo studio è stato suddiviso in più fasi. I campioni sono stati inizialmente osservati con lo stereomicroscopio con lo scopo di effettuare una suddivisione in sottocampioni sulla base di analogie morfologiche. Successivamente per ciascun sottocampione sono state acquisite immagini ad alta definizione, su cui sono state effettuate indagini morfometriche. Si è quindi effettuato il riconoscimento botanico dei campioni meglio conservati, integri o poco frammentati, utilizzando atlanti di riferimento e il confronto con la letteratura del settore. I resti sono stati attribuiti a sei taxa, appartenenti sia a Gimnosperme (Pinaceae e Cupressaceae) sia ad Angiosperme (Rosaceae, Moraceae Arecaceae e Poaceae). Tutte le specie sono risultate accomunate da un interesse in ambito alimentare, dal passato dell’epoca romana perdura fino ad oggi: pinoli e squame di Pinus pinea, galbuli e legno di Juniperus oxycedrus, siconi di Ficus carica, drupe di Prunus cfr. cerasifera, datteri di Phoenix dactylifera e cariossidi di Triticum sp. L’’indagine ha così evidenziato quali specie botaniche venissero utilizzate nell’area locrese in contesti votivi e in particolare ha permesso di conoscere come alcune provenissero dal territorio calabrese e altre venissero importate da altre zone del Mediterraneo.

Indagine su campioni archeobotanici provenienti dall’area archeologica di Locri Epizefiri (RC)

TRUSSARDI, MARTINA
2019/2020

Abstract

Indagine su campioni archeobotanici provenienti dall’area archeologica di Locri Epizefiri (RC) La presente indagine archeobotanica è stata effettuata su campioni combusti di epoca greco-romana, provenienti da una campagna di scavi effettuata nel 2014 dall’Università di Torino, sotto la direzione dei Proff. Diego Elia e Valeria Meirano, nel sito archeologico di Locri Epizefiri (RC). I resti archeocarpologici e di legno presi in esame provengono da un pozzetto votivo di età romana, nel quale materiali vegetali e di altra natura venivano bruciati durante riti e cerimonie. Lo studio è stato suddiviso in più fasi. I campioni sono stati inizialmente osservati con lo stereomicroscopio con lo scopo di effettuare una suddivisione in sottocampioni sulla base di analogie morfologiche. Successivamente per ciascun sottocampione sono state acquisite immagini ad alta definizione, su cui sono state effettuate indagini morfometriche. Si è quindi effettuato il riconoscimento botanico dei campioni meglio conservati, integri o poco frammentati, utilizzando atlanti di riferimento e il confronto con la letteratura del settore. I resti sono stati attribuiti a sei taxa, appartenenti sia a Gimnosperme (Pinaceae e Cupressaceae) sia ad Angiosperme (Rosaceae, Moraceae Arecaceae e Poaceae). Tutte le specie sono risultate accomunate da un interesse in ambito alimentare, dal passato dell’epoca romana perdura fino ad oggi: pinoli e squame di Pinus pinea, galbuli e legno di Juniperus oxycedrus, siconi di Ficus carica, drupe di Prunus cfr. cerasifera, datteri di Phoenix dactylifera e cariossidi di Triticum sp. L’’indagine ha così evidenziato quali specie botaniche venissero utilizzate nell’area locrese in contesti votivi e in particolare ha permesso di conoscere come alcune provenissero dal territorio calabrese e altre venissero importate da altre zone del Mediterraneo.
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