La crisi climatica attualmente in atto, unita all’aumento delle richieste nella produzione di cibo, pongono numerose sfide alla moderna e alla futura agricoltura, da risolvere in tempi brevi e con metodi efficaci. Un aiuto a soddisfare le richieste imposte all’agricoltura può essere dato dall’utilizzo dei biostimolanti, un insieme eterogeneo di sostanze organiche che producono diverse azioni sulla crescita, sviluppo e produzione dei vegetali pur senza apportare significative quantità di sostanze nutritive. Questi prodotti possono derivare da diverse matrici, quali rifiuti di origine organica e sottoprodotti di molteplici attività industriali, oltre ad essere ricavati dalla coltivazione di alghe, dall’utilizzo diretto di organismi (batteri e funghi), o estratti da sostanze minerali e non (es. leonardite, lignite e rocce silicee). L’ottenimento di queste sostanze da rifiuti o sottoprodotti di attività industriali consente lo smaltimento di grandi quantitativi di rifiuti organici, con notevole riduzione del loro impatto ambientale, permettendo di ottenere materie prime utili sia al settore agricolo che ad altri settori produttivi. L’utilizzo dei biostimolanti in agricoltura ha restituito risultati soddisfacenti in determinati contesti agronomici, permettendo l’ottimizzazione dell’impiego di fertilizzanti o aumentando la tolleranza a stress (abiotici e non), soprattutto in condizioni ambientali sfavorevoli. Le attività pratiche svolte per la stesura dell’elaborato hanno consentito l’osservazione di alcuni cambiamenti a seguito della somministrazione di queste sostanze su specie di interesse malerbologico e specie di interesse agronomico. Le sperimentazioni effettuate in laboratorio hanno permesso la valutazione dei parametri riguardanti l’accrescimento e la germinazione delle specie considerate, oltre a determinare gli effetti ormono-simili derivanti dalla somministrazione di due sostanze selezionate tra quelle prese in esame. Le attività di serra hanno consentito la valutazione della produzione di biomassa e di metaboliti primari e secondari a seguito della somministrazione dei due prodotti selezionati su due specie di interesse agronomico in condizioni simili a quelle osservabili in contesti colturali. Dalle prove sono emersi risultati positivi nelle sperimentazioni di laboratorio, in particolare sui parametri riguardanti l’accrescimento e la germinazione, oltre a confermare la presenza di effetti ormono-simili. Per quanto riguarda le prove in serra sono emersi risultati variabili, ma comunque incoraggianti, riguardo l’utilizzo di queste sostanze. I risultati ottenuti permettono di approfondire la conoscenza di un gruppo di prodotti il cui impiego è in rapida espansione e che può dare un significativo contributo allo sviluppo di sistemi produttivi agricoli più sostenibili.

Biostimolanti estratti da compost: valutazione degli effetti su piante di interesse agrario.

SAPPA, SIMONE
2019/2020

Abstract

La crisi climatica attualmente in atto, unita all’aumento delle richieste nella produzione di cibo, pongono numerose sfide alla moderna e alla futura agricoltura, da risolvere in tempi brevi e con metodi efficaci. Un aiuto a soddisfare le richieste imposte all’agricoltura può essere dato dall’utilizzo dei biostimolanti, un insieme eterogeneo di sostanze organiche che producono diverse azioni sulla crescita, sviluppo e produzione dei vegetali pur senza apportare significative quantità di sostanze nutritive. Questi prodotti possono derivare da diverse matrici, quali rifiuti di origine organica e sottoprodotti di molteplici attività industriali, oltre ad essere ricavati dalla coltivazione di alghe, dall’utilizzo diretto di organismi (batteri e funghi), o estratti da sostanze minerali e non (es. leonardite, lignite e rocce silicee). L’ottenimento di queste sostanze da rifiuti o sottoprodotti di attività industriali consente lo smaltimento di grandi quantitativi di rifiuti organici, con notevole riduzione del loro impatto ambientale, permettendo di ottenere materie prime utili sia al settore agricolo che ad altri settori produttivi. L’utilizzo dei biostimolanti in agricoltura ha restituito risultati soddisfacenti in determinati contesti agronomici, permettendo l’ottimizzazione dell’impiego di fertilizzanti o aumentando la tolleranza a stress (abiotici e non), soprattutto in condizioni ambientali sfavorevoli. Le attività pratiche svolte per la stesura dell’elaborato hanno consentito l’osservazione di alcuni cambiamenti a seguito della somministrazione di queste sostanze su specie di interesse malerbologico e specie di interesse agronomico. Le sperimentazioni effettuate in laboratorio hanno permesso la valutazione dei parametri riguardanti l’accrescimento e la germinazione delle specie considerate, oltre a determinare gli effetti ormono-simili derivanti dalla somministrazione di due sostanze selezionate tra quelle prese in esame. Le attività di serra hanno consentito la valutazione della produzione di biomassa e di metaboliti primari e secondari a seguito della somministrazione dei due prodotti selezionati su due specie di interesse agronomico in condizioni simili a quelle osservabili in contesti colturali. Dalle prove sono emersi risultati positivi nelle sperimentazioni di laboratorio, in particolare sui parametri riguardanti l’accrescimento e la germinazione, oltre a confermare la presenza di effetti ormono-simili. Per quanto riguarda le prove in serra sono emersi risultati variabili, ma comunque incoraggianti, riguardo l’utilizzo di queste sostanze. I risultati ottenuti permettono di approfondire la conoscenza di un gruppo di prodotti il cui impiego è in rapida espansione e che può dare un significativo contributo allo sviluppo di sistemi produttivi agricoli più sostenibili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/32928