La dieta chetogenica è intesa come un regime alimentare capace di produrre un adattamento dell’attività epatica, con conseguente aumento della quantità di corpi chetonici nel sangue. La variazione delle componenti nutritive nel sangue induce un ulteriore adattamento da parte dei tessuti extra-epatici, con conseguente conversione del metabolismo prevalentemente glicolitico a quello lipolitico. Questo adattamento è dovuto all’apporto di carboidrati fortemente limitato, essendo il range di glucidi previsto compreso entro 30-50 g/die. La produzione di corpi chetonici derivanti dal metabolismo degli acidi grassi induce uno stato metabolico detto chetosi che è strettamente dipendente dai livelli di glicogeno epatico. L’acetil-CoA formato nel fegato durante l’ossidazione degli acidi grassi può entrare nel ciclo dell’acido citrico oppure può essere trasformato in corpi chetonici: acetone, acetoacetato e il beta-idrossibutirrato L’acetone è prodotto in quantità minore rispetto agli altri due corpi chetonici e viene eliminato con la respirazione. L’acetoacetato e il beta-idrossibutirrato sono trasportati dal sangue ai tessuti extraepatici, dove vengono ossidati nel ciclo dell’acido citrico. La chetogenesi avviene all’interno dei mitocondri epatici e le scorte di glicogeno si riducono, inoltre comporta una serie di reazioni sequenziali che iniziano con acetil CoA (Ac ‐ CoA) e acetoacetil CoA (AcAc ‐ CoA) e terminano con la liberazione di AcAc (acetoacetil). Una parte di AcAc viene esportata, ma la maggior parte viene ridotta a β- idrossibutirrato. La dieta chetogenica fu usata negli anni ’20 del XX secolo, nel tentativo di trovare terapie dietetiche idonee a migliorare il controllo dell’epilessia. Tutt’ora le diete fortemente ridotte in calorie continuano a rappresentare un ambito di grande interesse metabolico e di potenziale utilizzo clinico. La dieta chetogenica è composta per la maggior parte dai grassi che rappresentano l’87-90 % delle calorie giornaliere mentre gli zuccheri meno del 5%, a differenza della dieta mediterranea che si basa sull’uso dei carboidrati come fonte di energia. In materia di efficacia, sostenibilità e sicurezza della dieta chetogenica, vi sono teorie contrastanti, in quanto tale dieta offre diversi potenziali benefici come una sostanziale perdita di peso, riduzione della secrezione di insulina, riduzione dell'emoglobina A1c e trattamento dell’epilessia farmaco-resistente. D’altra parte sono molti gli effetti collaterali che possono verificarsi nel breve e nel lungo periodo, tra questi ci sono nausea, vomito, acidosi, calcolosi renale, ritardo della crescita. In conclusione le principali criticità riguardano la sicurezza sul lungo periodo e i potenziali effetti negativi su mortalità e morbilità.
Corpi chetonici e dieta chetogenica
MASTROMAURO, SILVIA
2019/2020
Abstract
La dieta chetogenica è intesa come un regime alimentare capace di produrre un adattamento dell’attività epatica, con conseguente aumento della quantità di corpi chetonici nel sangue. La variazione delle componenti nutritive nel sangue induce un ulteriore adattamento da parte dei tessuti extra-epatici, con conseguente conversione del metabolismo prevalentemente glicolitico a quello lipolitico. Questo adattamento è dovuto all’apporto di carboidrati fortemente limitato, essendo il range di glucidi previsto compreso entro 30-50 g/die. La produzione di corpi chetonici derivanti dal metabolismo degli acidi grassi induce uno stato metabolico detto chetosi che è strettamente dipendente dai livelli di glicogeno epatico. L’acetil-CoA formato nel fegato durante l’ossidazione degli acidi grassi può entrare nel ciclo dell’acido citrico oppure può essere trasformato in corpi chetonici: acetone, acetoacetato e il beta-idrossibutirrato L’acetone è prodotto in quantità minore rispetto agli altri due corpi chetonici e viene eliminato con la respirazione. L’acetoacetato e il beta-idrossibutirrato sono trasportati dal sangue ai tessuti extraepatici, dove vengono ossidati nel ciclo dell’acido citrico. La chetogenesi avviene all’interno dei mitocondri epatici e le scorte di glicogeno si riducono, inoltre comporta una serie di reazioni sequenziali che iniziano con acetil CoA (Ac ‐ CoA) e acetoacetil CoA (AcAc ‐ CoA) e terminano con la liberazione di AcAc (acetoacetil). Una parte di AcAc viene esportata, ma la maggior parte viene ridotta a β- idrossibutirrato. La dieta chetogenica fu usata negli anni ’20 del XX secolo, nel tentativo di trovare terapie dietetiche idonee a migliorare il controllo dell’epilessia. Tutt’ora le diete fortemente ridotte in calorie continuano a rappresentare un ambito di grande interesse metabolico e di potenziale utilizzo clinico. La dieta chetogenica è composta per la maggior parte dai grassi che rappresentano l’87-90 % delle calorie giornaliere mentre gli zuccheri meno del 5%, a differenza della dieta mediterranea che si basa sull’uso dei carboidrati come fonte di energia. In materia di efficacia, sostenibilità e sicurezza della dieta chetogenica, vi sono teorie contrastanti, in quanto tale dieta offre diversi potenziali benefici come una sostanziale perdita di peso, riduzione della secrezione di insulina, riduzione dell'emoglobina A1c e trattamento dell’epilessia farmaco-resistente. D’altra parte sono molti gli effetti collaterali che possono verificarsi nel breve e nel lungo periodo, tra questi ci sono nausea, vomito, acidosi, calcolosi renale, ritardo della crescita. In conclusione le principali criticità riguardano la sicurezza sul lungo periodo e i potenziali effetti negativi su mortalità e morbilità.File | Dimensione | Formato | |
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