Introduzione: Il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è un disordine del neurosviluppo ad oggi molto studiato, la cui prevalenza sembra in continuo aumento. Diversi studi hanno evidenziato una prevalenza di sintomi gastro- intestinali, disbiosi intestinale e selettività alimentare nei bambini affetti da ASD, da cui si potrebbe dedurre un aumentato rischio di malnutrizione. L’obiettivo del presente lavoro è quindi quello di valutare lo stato nutrizionale e l’adeguatezza della dieta di un gruppo di bambini con ASD che presentano disturbi gastrointestinali e di evidenziare l’eventuale ruolo che la figura del Dietista potrebbe ricoprire nel trattamento nutrizionale dell’ASD. Metodi: sono stati inclusi 31 bambini di età compresa tra i 3 e i 17 anni (con media 7,3 ± 3,4), afferenti all’ambulatorio “Gruppo di Studio Patologie Gastrointestinali e Austismo” del S. Giovanni Bosco di Torino, affetti da ASD che presentavano sintomi gastrointestinali. I dati antropometrici sono stati raccolti in ambulatorio e successivamente analizzati su Peditools ed Excel; i dati relativi alle abitudini alimentari e all’intake nutrizionale sono stati dedotti da un diario alimentare di 3 giorni e poi confrontati con i fabbisogni indicati nelle linee guida (LARN) per calorie, proteine, carboidrati, lipidi e fibra. I bambini sono stati suddivisi in 4 gruppi sulla base delle varie tipologie di dieta seguita, e confrontati in termini di BMI z-score, intake calorico, macronutrienti e fibra. Infine, sono stati confrontati gli stessi parametri tenendo conto della presenza di selettività alimentare. Le analisi sono state eseguite con un calcolatore online che effettua l’analisi della varianza (ANOVA) per il confronto di gruppi di dati. Risultati: Nel campione è stata registrato un BMI medio di 18,1 ± 4,6 con un’elevata prevalenza di obesità, anche grave (13%); il 6% è risultato sottopeso ed il 13% presentava un rischio di malnutrizione lieve o moderato. Gli intake calorici, glucidici e lipidici risultavano adeguati ai range raccomandati, mentre l’intake proteico è risultato decisamente più elevato (227% del fabbisogno stimato). Il consumo di fibra è risultato sotto il fabbisogno stimato nell’87% del campione. Non sono risultate differenze significative per quanto riguarda il BMI z-score, l’intake calorico e lipidico nei vari gruppi; mentre sono risultate statisticamente significative le differenze tra intake proteico (p-value=0,039) e glucidico (p-value=0,022) tra chi seguiva una dieta libera e chi seguiva una dieta restrittiva autogestita. La prevalenza di selettività alimentare è risultata del 68% ed è stata riscontrata una correlazione negativa tra la prevalenza di selettività alimentare ed il consumo di fibra (p value= 0,037). Conclusioni: I bambini inclusi nel campione presentavano alcune inadeguatezze nell’alimentazione, soprattutto in relazione al peso e allo scarso consumo di fibra legato alla presenza elevata di selettività alimentare. Alla luce di questi risultati, si evidenzia l’importanza della valutazione e del trattamento nutrizionali per garantire un’adeguata crescita, nonché un supporto sia per i bambini sia per i genitori, spesso preoccupati per l’alimentazione del/la figlio/a. La figura del Dietista potrebbe rappresentare una risorsa nel trattamento nutrizionale dell’ASD, non solo per i soggetti malnutriti (per difetto o per eccesso), ma anche per sostenere il trattamento della selettività alimentare, collaborando con altre figure professionali.

Valutazione dello stato nutrizionale ed adeguatezza della dieta in una popolazione pediatrica affetta da Disturbo dello Spettro Autistico: esperienza presso l’ "Ambulatorio Gruppo di Studio Patologie Intestinali ed Autismo”

PARENTI, ELENA
2020/2021

Abstract

Introduzione: Il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è un disordine del neurosviluppo ad oggi molto studiato, la cui prevalenza sembra in continuo aumento. Diversi studi hanno evidenziato una prevalenza di sintomi gastro- intestinali, disbiosi intestinale e selettività alimentare nei bambini affetti da ASD, da cui si potrebbe dedurre un aumentato rischio di malnutrizione. L’obiettivo del presente lavoro è quindi quello di valutare lo stato nutrizionale e l’adeguatezza della dieta di un gruppo di bambini con ASD che presentano disturbi gastrointestinali e di evidenziare l’eventuale ruolo che la figura del Dietista potrebbe ricoprire nel trattamento nutrizionale dell’ASD. Metodi: sono stati inclusi 31 bambini di età compresa tra i 3 e i 17 anni (con media 7,3 ± 3,4), afferenti all’ambulatorio “Gruppo di Studio Patologie Gastrointestinali e Austismo” del S. Giovanni Bosco di Torino, affetti da ASD che presentavano sintomi gastrointestinali. I dati antropometrici sono stati raccolti in ambulatorio e successivamente analizzati su Peditools ed Excel; i dati relativi alle abitudini alimentari e all’intake nutrizionale sono stati dedotti da un diario alimentare di 3 giorni e poi confrontati con i fabbisogni indicati nelle linee guida (LARN) per calorie, proteine, carboidrati, lipidi e fibra. I bambini sono stati suddivisi in 4 gruppi sulla base delle varie tipologie di dieta seguita, e confrontati in termini di BMI z-score, intake calorico, macronutrienti e fibra. Infine, sono stati confrontati gli stessi parametri tenendo conto della presenza di selettività alimentare. Le analisi sono state eseguite con un calcolatore online che effettua l’analisi della varianza (ANOVA) per il confronto di gruppi di dati. Risultati: Nel campione è stata registrato un BMI medio di 18,1 ± 4,6 con un’elevata prevalenza di obesità, anche grave (13%); il 6% è risultato sottopeso ed il 13% presentava un rischio di malnutrizione lieve o moderato. Gli intake calorici, glucidici e lipidici risultavano adeguati ai range raccomandati, mentre l’intake proteico è risultato decisamente più elevato (227% del fabbisogno stimato). Il consumo di fibra è risultato sotto il fabbisogno stimato nell’87% del campione. Non sono risultate differenze significative per quanto riguarda il BMI z-score, l’intake calorico e lipidico nei vari gruppi; mentre sono risultate statisticamente significative le differenze tra intake proteico (p-value=0,039) e glucidico (p-value=0,022) tra chi seguiva una dieta libera e chi seguiva una dieta restrittiva autogestita. La prevalenza di selettività alimentare è risultata del 68% ed è stata riscontrata una correlazione negativa tra la prevalenza di selettività alimentare ed il consumo di fibra (p value= 0,037). Conclusioni: I bambini inclusi nel campione presentavano alcune inadeguatezze nell’alimentazione, soprattutto in relazione al peso e allo scarso consumo di fibra legato alla presenza elevata di selettività alimentare. Alla luce di questi risultati, si evidenzia l’importanza della valutazione e del trattamento nutrizionali per garantire un’adeguata crescita, nonché un supporto sia per i bambini sia per i genitori, spesso preoccupati per l’alimentazione del/la figlio/a. La figura del Dietista potrebbe rappresentare una risorsa nel trattamento nutrizionale dell’ASD, non solo per i soggetti malnutriti (per difetto o per eccesso), ma anche per sostenere il trattamento della selettività alimentare, collaborando con altre figure professionali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/32862