Con l’avvento della tecnologia, dei social network e dei dispositivi ad alta tecnologia come smartphone e laptop, la nostra comunicazione quotidiana ha subìto dei forti cambiamenti: tutto ciò che caratterizzava la trasmissione di un messaggio face to face è stata duramente cancellata dalla mediazione di uno schermo tra le due persone comunicanti. La comunicazione verbale, nell’essere umano, costituisce solo il 7% del linguaggio, mentre hanno una posizione preponderante il linguaggio del corpo, il sistema paralinguistico, il sistema cinesico e la mimica facciale i quali, in totale, completano il restante 93% della comunicazione. In questo contesto, per colmare la mancanza di questi tratti caratteristici, la società si è adattata all’utilizzo di piccole icone ormai inviabili su qualsiasi piattaforma e attraverso qualsiasi dispositivo: le emoji. Oggi, queste faccine completano i nostri messaggi di testo, supportano le nostre emozioni e aiutano il mittente nella creazione di un messaggio più espressivo, efficace e realistico. Whatsapp Messenger, applicazione leader nella messaggistica nata nel 2009, ne è diventata la massima divulgatrice in 37 nazioni del mondo e dispone di una tastiera contenente più di un migliaio di emoji, suddivise per categoria e maggior utilizzo. Il presente lavoro intende dimostrare come la comunicazione contemporanea sia mutata, acquisendo dei nuovi punti chiave che hanno permesso un adattamento all’iper-modernità. L’obiettivo di questo studio è analizzare le emoji in tutti i loro aspetti, dalla rappresentazione grafica al loro utilizzo, concentrandosi altresì sui conseguenti fraintendimenti che possono nascere causati da una diversa interpretazione degli utenti. Inoltre, si propone di orientare il proprio interesse verso il mondo delle chat online di Whatsapp e l’indispensabilità dell’emoji, le quali, secondo la neuro scienza, sono in grado di trasmetterci le emozioni e le sensazioni come in una comunicazione faccia a faccia, attivando la corteccia occipito-temporale proprio come farebbe un sorriso reale.
Le emoji come nuova forma di comunicazione con focus sull’applicazione di messaggistica Whatsapp
LENCIA, LUCREZIA MARIE
2020/2021
Abstract
Con l’avvento della tecnologia, dei social network e dei dispositivi ad alta tecnologia come smartphone e laptop, la nostra comunicazione quotidiana ha subìto dei forti cambiamenti: tutto ciò che caratterizzava la trasmissione di un messaggio face to face è stata duramente cancellata dalla mediazione di uno schermo tra le due persone comunicanti. La comunicazione verbale, nell’essere umano, costituisce solo il 7% del linguaggio, mentre hanno una posizione preponderante il linguaggio del corpo, il sistema paralinguistico, il sistema cinesico e la mimica facciale i quali, in totale, completano il restante 93% della comunicazione. In questo contesto, per colmare la mancanza di questi tratti caratteristici, la società si è adattata all’utilizzo di piccole icone ormai inviabili su qualsiasi piattaforma e attraverso qualsiasi dispositivo: le emoji. Oggi, queste faccine completano i nostri messaggi di testo, supportano le nostre emozioni e aiutano il mittente nella creazione di un messaggio più espressivo, efficace e realistico. Whatsapp Messenger, applicazione leader nella messaggistica nata nel 2009, ne è diventata la massima divulgatrice in 37 nazioni del mondo e dispone di una tastiera contenente più di un migliaio di emoji, suddivise per categoria e maggior utilizzo. Il presente lavoro intende dimostrare come la comunicazione contemporanea sia mutata, acquisendo dei nuovi punti chiave che hanno permesso un adattamento all’iper-modernità. L’obiettivo di questo studio è analizzare le emoji in tutti i loro aspetti, dalla rappresentazione grafica al loro utilizzo, concentrandosi altresì sui conseguenti fraintendimenti che possono nascere causati da una diversa interpretazione degli utenti. Inoltre, si propone di orientare il proprio interesse verso il mondo delle chat online di Whatsapp e l’indispensabilità dell’emoji, le quali, secondo la neuro scienza, sono in grado di trasmetterci le emozioni e le sensazioni come in una comunicazione faccia a faccia, attivando la corteccia occipito-temporale proprio come farebbe un sorriso reale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/32827