This thesis focuses on the study and restoration of Remo Gaibazzi's artwork Senza Titolo, created in 1976, which was found to be in a poor state of conservation mainly due to significant mechanical damage. The first chapter explores Gaibazzi’s background, focusing on the period during which Senza Titolo was produced. This section also includes comparisons with contemporary artists to contextualize his work. Following this, the characteristics, production methods and conservation issues of modern paper are analysed: these factors were considered crucial for understanding both the creation processes of the artwork and the degradation issues that affected it. Subsequently, a detailed technical and conservation analysis of the object is presented, focusing particularly on physical and chemical degradation. The chapter dedicated to experimentation outlines the materials and methodologies employed for the mending of tears: papers made of Japanese fibres and nanocellulose (MFC) were tested and compared. Dyed Berlin Tissue was found to be the most suitable product for the artwork’s restoration. Tests were done also prior to other conservation treatments, such as for the removal of the pressure sensitive tapes and for the final phase of colour integration. The conservation treatments included dry cleaning, removal of pressure sensitive tapes, humidification and flattening, mending of tears and, finally, colour integration. The main goal of the conservation work was to restore the physical integrity of the artwork through a systematic approach assisted by the results of the above-mentioned diagnostic analyses and experimental tests. In the final chapter of the thesis, recommendations for the preventive conservation of the artwork after the restoration treatment are provided.
Il presente lavoro di tesi si concentra sullo studio ed il restauro dell'opera Senza Titolo di Remo Gaibazzi, realizzata nel 1976, che si presentava in un cattivo stato di conservazione dovuto soprattutto alla presenza di numerosi ed estesi danni meccanici. La prima parte della tesi esplora la figura di Gaibazzi e il contesto artistico in cui operava, concentrandosi sul periodo di produzione dell’opera in oggetto e trattando anche alcuni confronti con artisti a lui contemporanei. Si analizzano poi le caratteristiche, la produzione e le problematiche conservative della carta moderna, fondamentali per comprendere i processi di realizzazione dell'opera e le cause di degrado che la interessavano. Successivamente, l’opera viene analizzata dal punto di vista tecnico e conservativo, con particolare attenzione ai degradi fisici e chimici riscontrati. Il capitolo dedicato alla sperimentazione descrive i materiali e le metodologie testate per la sutura dei tagli e delle lacerazioni: sono stati testati e messi a confronto veli costituiti da fibre giapponesi e nanocellulose (MFC), con risultati che hanno portato all'identificazione del Berlin Tissue tinto come il prodotto più idoneo per il restauro. Le prove hanno incluso anche test propedeutici alle restanti operazioni di intervento sull’opera, partendo dalla rimozione dei nastri adesivi fino all'ultima fase di integrazione cromatica. Le fasi di restauro hanno previsto operazioni di pulitura, rimozione dei nastri adesivi, umidificazione e spianamento, sutura degli strappi, risarcimento delle lacerazioni e, infine, integrazione cromatica. L'obiettivo principale dell’intervento è stato quello di ripristinare l'unità fisica e la leggibilità dell'opera, attraverso un approccio metodologico coadiuvato dai risultati delle analisi diagnostiche e dei test sperimentali sopra citati. Infine, sono state formulate indicazioni per la conservazione preventiva dell’opera in seguito al restauro.
Tracciati interrotti. Il restauro di un'opera su carta velina di Remo Gaibazzi
VALOTA, GIULIA
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro di tesi si concentra sullo studio ed il restauro dell'opera Senza Titolo di Remo Gaibazzi, realizzata nel 1976, che si presentava in un cattivo stato di conservazione dovuto soprattutto alla presenza di numerosi ed estesi danni meccanici. La prima parte della tesi esplora la figura di Gaibazzi e il contesto artistico in cui operava, concentrandosi sul periodo di produzione dell’opera in oggetto e trattando anche alcuni confronti con artisti a lui contemporanei. Si analizzano poi le caratteristiche, la produzione e le problematiche conservative della carta moderna, fondamentali per comprendere i processi di realizzazione dell'opera e le cause di degrado che la interessavano. Successivamente, l’opera viene analizzata dal punto di vista tecnico e conservativo, con particolare attenzione ai degradi fisici e chimici riscontrati. Il capitolo dedicato alla sperimentazione descrive i materiali e le metodologie testate per la sutura dei tagli e delle lacerazioni: sono stati testati e messi a confronto veli costituiti da fibre giapponesi e nanocellulose (MFC), con risultati che hanno portato all'identificazione del Berlin Tissue tinto come il prodotto più idoneo per il restauro. Le prove hanno incluso anche test propedeutici alle restanti operazioni di intervento sull’opera, partendo dalla rimozione dei nastri adesivi fino all'ultima fase di integrazione cromatica. Le fasi di restauro hanno previsto operazioni di pulitura, rimozione dei nastri adesivi, umidificazione e spianamento, sutura degli strappi, risarcimento delle lacerazioni e, infine, integrazione cromatica. L'obiettivo principale dell’intervento è stato quello di ripristinare l'unità fisica e la leggibilità dell'opera, attraverso un approccio metodologico coadiuvato dai risultati delle analisi diagnostiche e dei test sperimentali sopra citati. Infine, sono state formulate indicazioni per la conservazione preventiva dell’opera in seguito al restauro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/3281