The master thesis presented in this document collects the study and the conservation-restoration intervention conducted on an oil painting on panel depicting a dead Christ in foreshortened perspective, housed at the Pinacoteca di Brera in Milan. The artwork is currently attributed to Camillo Procaccini, a painter active in Emilia-Romagna and Lombardy from the late 16th century to the 1630s. The artist’s unusual choice to portray Christ in such an unconventional pose, necessitated a thorough art-historical investigation to reveal the influences that might have guided this unique representation of the subject; at the same time, the attribution history of the piece, remarkably extensive and complex, was examined, revealing ongoing uncertainties. The artwork’s complex conservation history and its compromised state of preservation required an in-depth analysis of previous restoration interventions, as well as of the painting’s execution techniques. This investigation was facilitated by diagnostic imaging campaigns using multispectral imaging and both non-invasive and micro-invasive analyses. The numerous studies revealed a nonlinear approach by the artist, showing multiple overlapping phases; furthermore, it was discovered that the painting’s original dimensions were larger than those presently visible. The various previous restorations had left the painting with a fragmented composition, involving multiple operational layers, both original and added later, characterized by an abraded and incomplete paint layer, with some areas concealed by overpainting. Thus, a meticulous planning of the restoration intervention was essential to achieve enhanced stability and accessibility for the artwork, respecting the principles of recognizability and reversibility. First, the liftings of the paint layer were secured to enable the safe continuation of the restoration work. The consolidation of the panel structure through the application of a new tessellated layer also provided an opportunity to experiment some commercially available wood adhesives, assessing their workability, chemical-physical compatibility, and mechanical properties, tested through tensile and bending tests, on samples subjected to accelerated aging and untreated ones. Subsequently, the intervention continued with a careful, gradual cleaning of the painted surface to preserve the original paint layer. Special attention was given to the micro-craquelure found in areas slightly detached from the preparatory layer, which was consolidated with a chemically suitable and stable adhesive chosen based on specific literature. The process ended filling the lacunae, retouching, and applying a final protective varnish. Throughout an 8-month period, the curvature of the wooden support was monitored to assess its responsiveness, providing valuable insights for determining the appropriate intervention for the wooden support. Finally, guidelines were established for the correct preservation of the artwork, and a new display system was proposed, deemed more suitable than the current one, which is inadequate both for optimal conservation and for enhancing the piece’s aesthetic value.

L’elaborato di tesi presentato in questo scritto raccoglie lo studio e l’intervento di conservazione e restauro eseguiti su un dipinto ad olio su tavola avente come soggetto un Cristo morto in scorcio, conservato presso la Pinacoteca di Brera di Milano. La paternità dell’opera è attualmente conferita a Camillo Procaccini, pittore attivo tra l’Emilia-Romagna e la Lombardia tra la fine del Cinquecento e gli anni ‘30 del Seicento. La particolare scelta del pittore di rappresentare il Cristo in una posa così ardita, ha reso necessaria un’accurata ricerca storico-artistica per portare alla luce le influenze che possono aver indirizzato l’artista nel raffigurare in tal modo il soggetto; in parallelo, è stata esplorata la storia attributiva del manufatto, la quale si è rivelata molto ampia ed articolata, e che ancora ad oggi presenta delle incertezze. La complessa storia conservativa dell’opera e il suo pregiudicato stato di conservazione hanno richiesto un’analisi accurata sui pregressi interventi di restauro, nonché sulla tecnica esecutiva del dipinto stesso; tale investigazione è stata condotta anche grazie all’impiego di campagne diagnostiche tramite imaging multispettrale e analisi non invasive o micro-invasive. Le numerose indagini hanno portato alla luce un approccio tutt’altro che lineare dell’artista, presentando l’esistenza di più fasi sovrapposte l’una all’altra; in aggiunta, è stato scoperto che originariamente il dipinto presentava dimensioni maggiori di quelle attuali. I diversi precedenti interventi di restauro subiti dall’opera nel tempo hanno restituito un dipinto interessato dalla compresenza di più fasi operative originali e non, caratterizzato da una pellicola pittorica lacunosa, abrasa e in parte nascosta da ridipinture. Una progettazione accurata dell’intervento di restauro si è quindi resa fondamentale allo scopo di restituire all’opera una migliore stabilità e fruibilità, rispettando i principi di riconoscibilità e reversibilità. Innanzitutto, si è quindi proseguito con la fermatura dei sollevamenti di pellicola pittorica per proseguire in sicurezza le attività di restauro. Il risanamento della struttura tramite l’applicazione di una nuova tassellatura, è stata occasione di sperimentazione di adesivi per legno presenti in commercio, per valutarne le caratteristiche dal punto di vista della lavorabilità, della compatibilità chimico-fisica e delle proprietà meccaniche, queste ultime testate tramite prove di trazione e flessione su provini sottoposti ad invecchiamento accelerato e non. Successivamente, l’intervento è proseguito con la pulitura del fronte, un’operazione condotta in maniera selettiva e graduale nel rispetto della pellicola pittorica originale. Si è posta particolare attenzione al micro-cretto diffuso su alcune aree della superficie leggermente deadeso rispetto allo strato preparatorio, consolidandolo con un adesivo chimicamente idoneo e stabile, scelto sulla base di quanto riportato in letteratura specifica. Si è proceduto con la stuccatura delle lacune, il ritocco e la verniciatura protettiva finale. Nel corso di 8 mesi è stato condotto un monitoraggio della curvatura del supporto ligneo, volto a comprenderne la reattività e utile anche per orientare le scelte sulla tipologia di intervento da attuare sul supporto ligneo. Infine, sono state fornite linee guida per la corretta conservazione dell’opera e proposto un nuovo sistema espositivo, considerato più adeguato rispetto a quello attuale, il quale risulta inadatto sia per la conservazione ottimale sia per la valorizzazione dell’opera.

Il "Cristo morto" attribuito a Camillo Procaccini della Pinacoteca di Brera: studio e restauro di un dipinto su tavola alla luce della sua complessa storia conservativa

DE ROSSI, MARIANNA
2023/2024

Abstract

L’elaborato di tesi presentato in questo scritto raccoglie lo studio e l’intervento di conservazione e restauro eseguiti su un dipinto ad olio su tavola avente come soggetto un Cristo morto in scorcio, conservato presso la Pinacoteca di Brera di Milano. La paternità dell’opera è attualmente conferita a Camillo Procaccini, pittore attivo tra l’Emilia-Romagna e la Lombardia tra la fine del Cinquecento e gli anni ‘30 del Seicento. La particolare scelta del pittore di rappresentare il Cristo in una posa così ardita, ha reso necessaria un’accurata ricerca storico-artistica per portare alla luce le influenze che possono aver indirizzato l’artista nel raffigurare in tal modo il soggetto; in parallelo, è stata esplorata la storia attributiva del manufatto, la quale si è rivelata molto ampia ed articolata, e che ancora ad oggi presenta delle incertezze. La complessa storia conservativa dell’opera e il suo pregiudicato stato di conservazione hanno richiesto un’analisi accurata sui pregressi interventi di restauro, nonché sulla tecnica esecutiva del dipinto stesso; tale investigazione è stata condotta anche grazie all’impiego di campagne diagnostiche tramite imaging multispettrale e analisi non invasive o micro-invasive. Le numerose indagini hanno portato alla luce un approccio tutt’altro che lineare dell’artista, presentando l’esistenza di più fasi sovrapposte l’una all’altra; in aggiunta, è stato scoperto che originariamente il dipinto presentava dimensioni maggiori di quelle attuali. I diversi precedenti interventi di restauro subiti dall’opera nel tempo hanno restituito un dipinto interessato dalla compresenza di più fasi operative originali e non, caratterizzato da una pellicola pittorica lacunosa, abrasa e in parte nascosta da ridipinture. Una progettazione accurata dell’intervento di restauro si è quindi resa fondamentale allo scopo di restituire all’opera una migliore stabilità e fruibilità, rispettando i principi di riconoscibilità e reversibilità. Innanzitutto, si è quindi proseguito con la fermatura dei sollevamenti di pellicola pittorica per proseguire in sicurezza le attività di restauro. Il risanamento della struttura tramite l’applicazione di una nuova tassellatura, è stata occasione di sperimentazione di adesivi per legno presenti in commercio, per valutarne le caratteristiche dal punto di vista della lavorabilità, della compatibilità chimico-fisica e delle proprietà meccaniche, queste ultime testate tramite prove di trazione e flessione su provini sottoposti ad invecchiamento accelerato e non. Successivamente, l’intervento è proseguito con la pulitura del fronte, un’operazione condotta in maniera selettiva e graduale nel rispetto della pellicola pittorica originale. Si è posta particolare attenzione al micro-cretto diffuso su alcune aree della superficie leggermente deadeso rispetto allo strato preparatorio, consolidandolo con un adesivo chimicamente idoneo e stabile, scelto sulla base di quanto riportato in letteratura specifica. Si è proceduto con la stuccatura delle lacune, il ritocco e la verniciatura protettiva finale. Nel corso di 8 mesi è stato condotto un monitoraggio della curvatura del supporto ligneo, volto a comprenderne la reattività e utile anche per orientare le scelte sulla tipologia di intervento da attuare sul supporto ligneo. Infine, sono state fornite linee guida per la corretta conservazione dell’opera e proposto un nuovo sistema espositivo, considerato più adeguato rispetto a quello attuale, il quale risulta inadatto sia per la conservazione ottimale sia per la valorizzazione dell’opera.
"Cristo Morto" Attributed to Camillo Procaccini at the Pinacoteca di Brera: Study and Restoration of a Panel Painting in Consideration of Its Complex Conservation History
The master thesis presented in this document collects the study and the conservation-restoration intervention conducted on an oil painting on panel depicting a dead Christ in foreshortened perspective, housed at the Pinacoteca di Brera in Milan. The artwork is currently attributed to Camillo Procaccini, a painter active in Emilia-Romagna and Lombardy from the late 16th century to the 1630s. The artist’s unusual choice to portray Christ in such an unconventional pose, necessitated a thorough art-historical investigation to reveal the influences that might have guided this unique representation of the subject; at the same time, the attribution history of the piece, remarkably extensive and complex, was examined, revealing ongoing uncertainties. The artwork’s complex conservation history and its compromised state of preservation required an in-depth analysis of previous restoration interventions, as well as of the painting’s execution techniques. This investigation was facilitated by diagnostic imaging campaigns using multispectral imaging and both non-invasive and micro-invasive analyses. The numerous studies revealed a nonlinear approach by the artist, showing multiple overlapping phases; furthermore, it was discovered that the painting’s original dimensions were larger than those presently visible. The various previous restorations had left the painting with a fragmented composition, involving multiple operational layers, both original and added later, characterized by an abraded and incomplete paint layer, with some areas concealed by overpainting. Thus, a meticulous planning of the restoration intervention was essential to achieve enhanced stability and accessibility for the artwork, respecting the principles of recognizability and reversibility. First, the liftings of the paint layer were secured to enable the safe continuation of the restoration work. The consolidation of the panel structure through the application of a new tessellated layer also provided an opportunity to experiment some commercially available wood adhesives, assessing their workability, chemical-physical compatibility, and mechanical properties, tested through tensile and bending tests, on samples subjected to accelerated aging and untreated ones. Subsequently, the intervention continued with a careful, gradual cleaning of the painted surface to preserve the original paint layer. Special attention was given to the micro-craquelure found in areas slightly detached from the preparatory layer, which was consolidated with a chemically suitable and stable adhesive chosen based on specific literature. The process ended filling the lacunae, retouching, and applying a final protective varnish. Throughout an 8-month period, the curvature of the wooden support was monitored to assess its responsiveness, providing valuable insights for determining the appropriate intervention for the wooden support. Finally, guidelines were established for the correct preservation of the artwork, and a new display system was proposed, deemed more suitable than the current one, which is inadequate both for optimal conservation and for enhancing the piece’s aesthetic value.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/3267