L'avvento della radiologia digitale rappresenta una tappa fondamentale nella storia della diagnostica per immagini. La tecnologia digitale preposta all'acquisizione dell'immagine ha suscitato molto interesse da parte dei radiologi per le sue notevoli potenzialità. Una caratteristica peculiare del digitale è rappresentata dal fatto che un’immagine sovraesposta o sottoesposta non è facilmente distinguibile da una ottenuta con esposizione adeguata. Ciò ha fatto sì che, nella transizione da sistemi radiografici su pellicola a sistemi CR con plate ai fosfori, e da questi ai sistemi digitali, si sia manifestata una graduale tendenza ad aumentare il livello di dose sul paziente. Così, con l’intento di facilitare la produzione di immagini di qualità a livelli di dose adeguati, nel luglio del 2009 venne pubblicato il report 116 della AAPM (American Association of Physicists in Medicine) intitolato “An Exposure Indicator for Digital Radiography” con lo scopo di raccomandare un indicatore standard che rifletta l’esposizione alla radiazione incidente su un rivelatore. Lo scopo di questo lavoro di tesi consiste nello spiegare il funzionamento delle novità introdotte dalla pubblicazione e verificare che queste portino con sé vantaggi, benefici e applicabilità. Per fare ciò ho svolto un periodo di stage di 3 mesi presso la “Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino” in cui ho potuto analizzare un cospicuo numero di esami eseguiti su un’apparecchiatura digitale diretta (Siemens/Luminos dRF Max), installata presso la Struttura Complessa Radiodiagnostica, su un portatile “Samsung RX Only” e su un secondo portatile “Technix TMb 400 DR”. L’accesso ai parametri e ai dettagli delle esposizioni è stato possibile utilizzando il sistema di gestione della dose “Gray Detector” (EL.CO. srl), in uso presso l’Azienda Ospedaliera. Si è, così, partiti con il descrivere le radiazioni ionizzanti, la loro interazione con la materia, i danni biologici causati da queste ed il loro utilizzo in radiodiagnostica. Una tappa fondamentale del lavoro è invece rappresentata dall’attuazione della direttiva 59/2013/EURATOM, e della sua entrata in vigore col Decreto Legislativo 31/07/20, n. 101, che ha rivoluzionato la figura dello specialista in fisica medica affidandogli più responsabilità e doveri con un decreto che introduce nel nostro Paese importanti novità in materia di prevenzione e protezione dalle radiazioni ionizzanti. Dopo averne descritto le novità introdotte si è passati alla presentazione dei nuovi indicatori di esposizione, a come questi vengano generati dal sistema digitale e a quali benefici potrebbero portare nell’ambito della radioprotezione. Dopo essere partiti da un campione ristretto di dati, è stata realizzata un’analisi degli esami su più ampia scala, andando a confrontare le 3 categorie di esami più frequentemente svolte presso la struttura in un determinato intervallo temporale, in modo da avere un campione di dati maggiore rispetto a prima. Lo stesso tipo di analisi è stata poi realizzata su due dispositivi portatili con l’intento di cercare compatibilità nei risultati prodotti dai diversi apparecchi. Inaspettatamente, si è osservato una condizione di sottoesposizione generale che sarà oggetto di un’accurata analisi relativa all’effettiva qualità di esposizione su stretta collaborazione con i medici radiologi e i tecnici sanitari di radiologia medica.

Studio dell'Exposure Index (EI) in esami di radiologia digitale per il monitoraggio e l'ottimizzazione delle esposizioni

COTA, ANDREA PIO MARIA
2019/2020

Abstract

L'avvento della radiologia digitale rappresenta una tappa fondamentale nella storia della diagnostica per immagini. La tecnologia digitale preposta all'acquisizione dell'immagine ha suscitato molto interesse da parte dei radiologi per le sue notevoli potenzialità. Una caratteristica peculiare del digitale è rappresentata dal fatto che un’immagine sovraesposta o sottoesposta non è facilmente distinguibile da una ottenuta con esposizione adeguata. Ciò ha fatto sì che, nella transizione da sistemi radiografici su pellicola a sistemi CR con plate ai fosfori, e da questi ai sistemi digitali, si sia manifestata una graduale tendenza ad aumentare il livello di dose sul paziente. Così, con l’intento di facilitare la produzione di immagini di qualità a livelli di dose adeguati, nel luglio del 2009 venne pubblicato il report 116 della AAPM (American Association of Physicists in Medicine) intitolato “An Exposure Indicator for Digital Radiography” con lo scopo di raccomandare un indicatore standard che rifletta l’esposizione alla radiazione incidente su un rivelatore. Lo scopo di questo lavoro di tesi consiste nello spiegare il funzionamento delle novità introdotte dalla pubblicazione e verificare che queste portino con sé vantaggi, benefici e applicabilità. Per fare ciò ho svolto un periodo di stage di 3 mesi presso la “Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino” in cui ho potuto analizzare un cospicuo numero di esami eseguiti su un’apparecchiatura digitale diretta (Siemens/Luminos dRF Max), installata presso la Struttura Complessa Radiodiagnostica, su un portatile “Samsung RX Only” e su un secondo portatile “Technix TMb 400 DR”. L’accesso ai parametri e ai dettagli delle esposizioni è stato possibile utilizzando il sistema di gestione della dose “Gray Detector” (EL.CO. srl), in uso presso l’Azienda Ospedaliera. Si è, così, partiti con il descrivere le radiazioni ionizzanti, la loro interazione con la materia, i danni biologici causati da queste ed il loro utilizzo in radiodiagnostica. Una tappa fondamentale del lavoro è invece rappresentata dall’attuazione della direttiva 59/2013/EURATOM, e della sua entrata in vigore col Decreto Legislativo 31/07/20, n. 101, che ha rivoluzionato la figura dello specialista in fisica medica affidandogli più responsabilità e doveri con un decreto che introduce nel nostro Paese importanti novità in materia di prevenzione e protezione dalle radiazioni ionizzanti. Dopo averne descritto le novità introdotte si è passati alla presentazione dei nuovi indicatori di esposizione, a come questi vengano generati dal sistema digitale e a quali benefici potrebbero portare nell’ambito della radioprotezione. Dopo essere partiti da un campione ristretto di dati, è stata realizzata un’analisi degli esami su più ampia scala, andando a confrontare le 3 categorie di esami più frequentemente svolte presso la struttura in un determinato intervallo temporale, in modo da avere un campione di dati maggiore rispetto a prima. Lo stesso tipo di analisi è stata poi realizzata su due dispositivi portatili con l’intento di cercare compatibilità nei risultati prodotti dai diversi apparecchi. Inaspettatamente, si è osservato una condizione di sottoesposizione generale che sarà oggetto di un’accurata analisi relativa all’effettiva qualità di esposizione su stretta collaborazione con i medici radiologi e i tecnici sanitari di radiologia medica.
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