Introduction: Autism spectrum disorders represent a complex neurodevelopmental disability characterized by deficits in communication and social interaction and by restricted and repetitive interests. The incidence appears to be constantly increasing and in Italy it affects and concerns about 1% of the population. Numerous research suggest that early and intensive intervention can improve prognosis. Based on these assumptions, among the models developed for psychoeducational intervention, the Early Start Denver Model stands out. The model is aimed at an early age group of children with or at risk of autism (starting from 12 months of age) and can be applied in different context and by different professionals, as well as by parents. In its original version, it demonstrated its effectiveness in a treatment frequency of 20 hours per week or more, administered by supervised operators. To date, approaches that required less intensity or that involve the parent as the primary promoter of treatment have also proven effective. The implementation of ESDM in clinical practice requires that the therapist is in possession of a certification of fidelity to the model. Currently in Italy there are 40 ESDM certified professionals, of which 8 are Development neuro- and psychomotor therapist (TNPEE). Objective: This paper aims to investigate the possible criticalities of the application of ESDM in Italy considering a different context than the one in which the model was born; for this reason, it was based on the choice of identifying professionals exclusively within the panorama of Italian Health Service or public/private mix service. Materials and methods: The description of the Italian background regarding the use of ESDM required a bibliographic research through the use of the main databases. The survey was conducted through direct interviews with professionals, selected through certain inclusion criteria. Results: Four TNPEEs certified at the MIND Institute was interviewed. The comparison between the literature and the interviews revealed some difficulties mainly related to the taking in charge of the child with DSA, the latter being generic and not addressed to specific treatments, as well as obstacles regarding the use of parent training and the inclusion of the school in the rehabilitation project. Despite the criticism that have emerged, all professionals agree that low-intensity ESDM is a valid ad satisfactory intervention from the point of view of results, as well as underling a high compatibility between the application structure of the model and the formation of the TNPEE.
Introduzione: I disturbi dello spettro autistico rappresentano una disabilità neuroevolutiva complessa caratterizzata da deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale e da interessi ristretti e ripetitivi. L’incidenza appare in continuo aumento ed in Italia colpisce e riguarda circa l’1% della popolazione. Numerose ricerche suggeriscono che un intervento precoce ed intensivo sia in grado di migliorare la prognosi. Partendo da questi presupposti, tra i modelli sviluppati per l’intervento psicoeducativo, spicca l’Early Start Denver Model (ESDM). Il modello si rivolge ad una fascia d’età precoce di bambini con o a rischio autismo (a partire dai 12 mesi di età) e può essere applicato in diversi contesti e da diversi professionisti, oltre che dai genitori. Nella sua versione originale, ha dimostrato la sua efficacia in una frequenza di trattamento di 20 ore settimanali o più, somministrato da operatori supervisionati. Ad oggi, si sono dimostrati efficaci anche approcci che richiedono una minore intensività oppure che coinvolgono il genitore come primo promotore del trattamento. Obiettivo: Questo elaborato si pone come obiettivo quello di indagare le eventuali criticità dell’applicazione dell’ESDM in Italia considerando un contesto differente rispetto a quello in cui nasce il modello di trattamento; per questo motivo si è basato sulla scelta di individuare professionisti esclusivamente all’interno del panorama della sanità pubblica e convenzionata. Materiali e metodi: La descrizione del background italiano concernente l’utilizzo dell’ESDM ha richiesto una ricerca bibliografica tramite l’utilizzo delle principali banche dati. L’indagine è stata svolta mediante intervista diretta ai professionisti, selezionati tramite specifici criteri di inclusione. Risultati: Sono stati intervistati quattro TNPEE (Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva) certificati presso il MIND Institute. Sono emerse dal confronto tra la letteratura e le interviste alcune difficoltà legate alla presa in carico del bambino con DSA (Disturbo dello Spettro Autistico), essendo quest’ultima generica e non indirizzata a trattamenti specifici; si evidenziano inoltre difficoltà circa l’utilizzo del parent training e l’inclusione della scuola nel progetto riabilitativo. Nonostante le criticità emerse, tutti i professionisti concordano nel considerare l’ESDM a bassa intensità come un intervento valido e soddisfacente dal punto di vista dei risultati, oltre a sottolineare un’alta compatibilità tra la struttura applicativa del modello e la formazione del TNPEE.
Early Start Denver Model: indagine delle criticità applicative nel contesto riabilitativo italiano pubblico e convenzionato
CUTAIA, ELISA
2020/2021
Abstract
Introduzione: I disturbi dello spettro autistico rappresentano una disabilità neuroevolutiva complessa caratterizzata da deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale e da interessi ristretti e ripetitivi. L’incidenza appare in continuo aumento ed in Italia colpisce e riguarda circa l’1% della popolazione. Numerose ricerche suggeriscono che un intervento precoce ed intensivo sia in grado di migliorare la prognosi. Partendo da questi presupposti, tra i modelli sviluppati per l’intervento psicoeducativo, spicca l’Early Start Denver Model (ESDM). Il modello si rivolge ad una fascia d’età precoce di bambini con o a rischio autismo (a partire dai 12 mesi di età) e può essere applicato in diversi contesti e da diversi professionisti, oltre che dai genitori. Nella sua versione originale, ha dimostrato la sua efficacia in una frequenza di trattamento di 20 ore settimanali o più, somministrato da operatori supervisionati. Ad oggi, si sono dimostrati efficaci anche approcci che richiedono una minore intensività oppure che coinvolgono il genitore come primo promotore del trattamento. Obiettivo: Questo elaborato si pone come obiettivo quello di indagare le eventuali criticità dell’applicazione dell’ESDM in Italia considerando un contesto differente rispetto a quello in cui nasce il modello di trattamento; per questo motivo si è basato sulla scelta di individuare professionisti esclusivamente all’interno del panorama della sanità pubblica e convenzionata. Materiali e metodi: La descrizione del background italiano concernente l’utilizzo dell’ESDM ha richiesto una ricerca bibliografica tramite l’utilizzo delle principali banche dati. L’indagine è stata svolta mediante intervista diretta ai professionisti, selezionati tramite specifici criteri di inclusione. Risultati: Sono stati intervistati quattro TNPEE (Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva) certificati presso il MIND Institute. Sono emerse dal confronto tra la letteratura e le interviste alcune difficoltà legate alla presa in carico del bambino con DSA (Disturbo dello Spettro Autistico), essendo quest’ultima generica e non indirizzata a trattamenti specifici; si evidenziano inoltre difficoltà circa l’utilizzo del parent training e l’inclusione della scuola nel progetto riabilitativo. Nonostante le criticità emerse, tutti i professionisti concordano nel considerare l’ESDM a bassa intensità come un intervento valido e soddisfacente dal punto di vista dei risultati, oltre a sottolineare un’alta compatibilità tra la struttura applicativa del modello e la formazione del TNPEE.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/3263