Il restauro di un vaso in ceramica dei Musei Reali di Torino decorato a lacca: un caso di studio sulla caratterizzazione e pulitura di superfici complesse.

This thesis project focuses on the study and restoration of a ceramic vase with lacquer decorations, preserved at the Royal Museums of Turin. The artifact, a large bulbous vase with a lid topped by a wooden knob, can be attributed, based on its production technique, to a category of Japanese ceramic manufacture, created between the late 17th century and the mid-19th century, characterized by blue and white porcelain with some portions decorated in urushi lacquer. These types of objects, typically vases, were made and sold specifically for the export market, and the vase from the Royal Museums of Turin was likely acquired by the Savoy court either as a purchase or a gift, being representative of the taste for oriental arts that characterized European courts between the 18th and 19th centuries. The lack of documentation regarding the conservation history of this artifact made it crucial to characterize both the original materials, to deepen the knowledge of this particular type of object, and those used in the evident restoration interventions and alterations, to carry out a targeted restoration and achieve an aesthetic result appropriate to the artifact and its museum context. Chemical and physical investigations revealed that the cold-applied coating on the ceramic is linked to the urushi technique and is also covered, like the ceramic body of the vase, with synthetic resins (PVA and acrylic resins). The lacquered part also contains natural resins and overpaints. These materials necessitated the evaluation of a cleaning method for their selective removal from the lacquered areas, without interacting with the original surface. Unfortunately, none of the various chemical cleaning tests using different media, such as different types of gel-based supports, demonstrated complete selectivity of the intervention without potential interactions between the overlying materials and the substrate, which is microcracked and has solubility too similar to that of the restoration resins in all the tested combinations. Complete removal of the materials used in previous interventions was only performed on the ceramic surfaces, in areas where the absence of transparent layers of urushi used in the lacquer preparation could be confirmed, as these products can be removed without interacting with the ceramic substrate, which is minimally porous and insoluble in cleaning solvents. Another key aspect of the work was the formulation of a filling mixture for the reintegration of the lacquer losses, present on much of the decorative scheme, that met the criteria of reversibility and recognizability of the intervention, while allowing for the creation of smooth and homogeneous surfaces. Finally, to ensure the vase’s lid could be displayed in a museum setting while preventing wear from friction between the contact areas of the two elements, an internal support was designed. This support is easily movable and adjustable, accommodating the museum’s maintenance needs for the artifact and the display environment. The intervention was carried out in synergy with the museum authorities, with the aim of identifying guidelines for lacquer cleaning and the restoration of similar works preserved in the museum, while also contributing to a better understanding of this type of artifact.

Questo progetto di tesi ha come oggetto lo studio e il restauro di un vaso in ceramica con decorazioni in lacca conservato nei Musei Reali di Torino. Il manufatto, un grande vaso bombato con coperchio con pomo ligneo, è attribuibile per tecnica esecutiva a una categoria di produzione ceramica giapponese, realizzata tra la fine del XVII secolo e la metà del XIX secolo, caratterizzata da una porcellana bianca e blu decorata in alcune porzioni con lacca urushi. Queste tipologie di manufatti, in genere vasi, erano create e vendute appositamente per il mercato di esportazione e, probabilmente, il vaso dei Musei Reali di Torino è entrato a far parte delle collezioni sabaude come acquisto o dono essendo un oggetto tipico di quel gusto per le arti orientali che ha caratterizzato le corti europee tra il Settecento e l’Ottocento. L'assenza di documentazione sulla storia conservativa di questo manufatto ha reso fondamentale cercare di caratterizzare sia i materiali costitutivi, per approfondire la conoscenza di questo particolare tipo di oggetti, sia quelli utilizzati per gli evidenti interventi di restauro e i rimaneggiamenti, per realizzare un intervento di restauro mirato e una restituzione estetica adeguata al manufatto e al contesto museale. Attraverso indagini chimiche e fisiche, è emerso che il rivestimento applicato a freddo sulla ceramica è da ricondurre alla tecnica urushi, anch’esso ricoperto, come il corpo ceramico del vaso, da resine sintetiche (PVA e resine acriliche). Sulla parte laccata sono anche presenti resine naturali e ridipinture. Questi materiali hanno reso necessario valutare un metodo di pulitura per la loro rimozione selettiva dalle parti laccate, che potesse essere applicato senza interazione con la superficie originale. Purtroppo, nessuna delle svariate prove per la pulitura chimica delle superfici basate su diversi medium, come diverse tipologie di supportanti a gel, ha potuto dimostrare una completa selettività dell’intervento senza possibili interazioni reciproche tra i materiali soprammessi e il substrato, microfessurato e con solubilità troppo simile a quella delle resine di restauro in tutte le combinazioni testate. La rimozione completa dei materiali utilizzati in interventi precedenti è stata effettuata solo sulle superfici ceramiche, nelle aree dove è possibile stabilire l’assenza di strati trasparenti di urushi impiegati nella preparazione della laccatura, in quanto è possibile rimuovere questi prodotti senza interagire con il substrato ceramico, poco poroso e insolubile ai solventi di pulitura. Un altro punto chiave del lavoro è stata la formulazione di un impasto per le integrazioni delle lacune della lacca, presenti su gran parte dell’apparato decorativo, che rispettasse i criteri di reversibilità e riconoscibilità dell'intervento e permettesse di realizzare superfici lisce e omogenee. Infine, per garantire l’esposizione nel contesto museale del coperchio posizionato al di sopra del vaso ma che prevenisse l’usura per attrito delle zone di contatto tra i due elementi, è stato ideato un supporto interno che, essendo facilmente spostabile e manovrabile, potesse anche accogliere le esigenze dell’ente proprietario per la manutenzione ordinaria del manufatto e degli ambienti espositivi. L’intervento è stato affrontato in sinergia con l’ente proprietario, al fine di identificare alcune linee guida per la pulitura della lacca e per il restauro di opere simili conservate nel museo, contribuendo parallelamente a una migliore comprensione di questa tipologia di manufatti.