This dissertation aims to analyze the European Union vaccine strategy in the context of the current Covid-19 pandemic, with particular regard to the advance purchase agreements stipulated by the European Commission with the various manufacturers of Covid-19 vaccines on behalf of the participating Member States. It offers preliminarily an overview of the jurisdictional regime that enables the European Union to conduct such a strategy according to the dictates of the principle of conferral. More generally, it outlines the judicial framework within which the EU is bound to act, recalling the main legal instruments at its disposal to deal with the health emergency. These tools, although often not specifically designed for health issues or emergencies, can have important consequences on the matter. These instruments are based both on primary and secondary law. Some have been elaborated by doctrine and jurisprudence and are now well established. The second part offers a picture of the coordination that occurred between Member States and European Union and within European Union’s institutions. A digression is dedicated to the role that Italy has played. In addition a brief reference to "health diplomacy" is inserted since the European strategy aims to guarantee a supply of vaccines both to Member States and, secondarily, to third countries. Among the advance purchase contracts, this paper chooses to focus on the one stipulated with a company of the pharmaceutical group "Astrazeneca", since notoriously it hasn’t delivered the agreed doses within the terms set out in the agreement. This contract therefore represents an opportunity to analyze the contractual choices made, or in any case permitted, by the Commission to give, very modestly, an opinion on their suitability. For this purpose a comparison with the supply contract stipulated between a company of the “Astrazeneca” group and the British government will be made, since United Kingdom received the product in accordance with its supply agreement. The final part suggests possible, alternative and different choices, aiming for a more rapid and efficient supply and distribution of vaccines against the Covid-19.
La presente tesi si propone di analizzare la strategia vaccinale dell’Unione Europea nel contesto dell’attuale pandemia da Covid-19, con particolare riguardo allo strumento portante di tale strategia, identificato da chi scrive nei contratti preliminari di acquisto stipulati dalla Commissione Europea per conto degli Stati membri partecipanti con le varie case produttrici dei vaccini anti Covid-19 ben note alla cronaca. In questa tesi si offre quindi, in via preliminare, una ricostruzione dei presupposti di tale strategia, ossia del regime di competenza che abilita l’Unione Europea a condurne una, secondo il dettato del principio di attribuzione. Più in generale viene delineato lo spazio giuridico entro cui l’UE è vincolata nell’agire richiamando i principali strumenti giuridici a sua disposizione per affrontare l’emergenza sanitaria – strumenti – come si vedrà, non necessariamente di tipo sanitario stricto sensu, ma comunque con importanti risvolti e applicazioni nell’ambito. Questi strumenti sono da rinvenirsi tanto nel diritto primario quanto in quello derivato. Alcuni sono poi offerti da istituti elaborati dalla dottrina o dalla giurisprudenza e ormai invalsi nella pratica. A seguire si ricostruisce il coordinamento occorso tra Stati membri e Unione Europea e tra le istituzioni stesse interne a quest’ultima, operando una ricognizione dei provvedimenti adottati, con una parentesi dedicata al ruolo dell’Italia. Mirando la strategia europea a garantire un approvvigionamento di vaccini sia agli Stati membri che, in secondo piano, a Paesi terzi, si inserisce un breve richiamo alla “diplomazia sanitaria”. Tra i contratti preliminari di acquisto questo elaborato sceglie di concentrarsi su quello stipulato con una società del gruppo farmaceutico “Astrazeneca”, non avendo questa fornito le dosi entro i termini previsti dal contratto. Tale contratto rappresenta quindi l’occasione per analizzare le scelte contrattuali effettuate, o comunque consentite, dalla Commissione per dare, molto modestamente, un giudizio sulla loro opportunità, anche tramite una comparazione con il contratto di fornitura stipulato tra una società di “Astrazeneca” e il governo britannico, che è risultato avvantaggiato nell’approvvigionamento delle dosi, e l’ "ordonnance" emessa dal Tribunale belga in merito al ritardo. Si esprime quindi nella parte conclusiva, alla luce dell’analisi condotta, un giudizio sulla strategia vaccinale europea, indicando possibili scelte alternative e diverse rispetto a quelle fino ad ora compiute, in direzione di una più rapida ed efficiente fornitura e distribuzione dei vaccini contro il Covid-19.
Cooperazione europea sulla distribuzione dei vaccini Covid-19: inefficienze fattuali e contrattuali
BOLDURESCU, VALENTINA
2020/2021
Abstract
La presente tesi si propone di analizzare la strategia vaccinale dell’Unione Europea nel contesto dell’attuale pandemia da Covid-19, con particolare riguardo allo strumento portante di tale strategia, identificato da chi scrive nei contratti preliminari di acquisto stipulati dalla Commissione Europea per conto degli Stati membri partecipanti con le varie case produttrici dei vaccini anti Covid-19 ben note alla cronaca. In questa tesi si offre quindi, in via preliminare, una ricostruzione dei presupposti di tale strategia, ossia del regime di competenza che abilita l’Unione Europea a condurne una, secondo il dettato del principio di attribuzione. Più in generale viene delineato lo spazio giuridico entro cui l’UE è vincolata nell’agire richiamando i principali strumenti giuridici a sua disposizione per affrontare l’emergenza sanitaria – strumenti – come si vedrà, non necessariamente di tipo sanitario stricto sensu, ma comunque con importanti risvolti e applicazioni nell’ambito. Questi strumenti sono da rinvenirsi tanto nel diritto primario quanto in quello derivato. Alcuni sono poi offerti da istituti elaborati dalla dottrina o dalla giurisprudenza e ormai invalsi nella pratica. A seguire si ricostruisce il coordinamento occorso tra Stati membri e Unione Europea e tra le istituzioni stesse interne a quest’ultima, operando una ricognizione dei provvedimenti adottati, con una parentesi dedicata al ruolo dell’Italia. Mirando la strategia europea a garantire un approvvigionamento di vaccini sia agli Stati membri che, in secondo piano, a Paesi terzi, si inserisce un breve richiamo alla “diplomazia sanitaria”. Tra i contratti preliminari di acquisto questo elaborato sceglie di concentrarsi su quello stipulato con una società del gruppo farmaceutico “Astrazeneca”, non avendo questa fornito le dosi entro i termini previsti dal contratto. Tale contratto rappresenta quindi l’occasione per analizzare le scelte contrattuali effettuate, o comunque consentite, dalla Commissione per dare, molto modestamente, un giudizio sulla loro opportunità, anche tramite una comparazione con il contratto di fornitura stipulato tra una società di “Astrazeneca” e il governo britannico, che è risultato avvantaggiato nell’approvvigionamento delle dosi, e l’ "ordonnance" emessa dal Tribunale belga in merito al ritardo. Si esprime quindi nella parte conclusiva, alla luce dell’analisi condotta, un giudizio sulla strategia vaccinale europea, indicando possibili scelte alternative e diverse rispetto a quelle fino ad ora compiute, in direzione di una più rapida ed efficiente fornitura e distribuzione dei vaccini contro il Covid-19. File | Dimensione | Formato | |
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