Negli allevamenti vengono usati alcuni metalli pesanti, soprattutto Cu2+ e Zn2+, come additivi alimentari nel foraggio del bestiame con lo scopo di proteggere gli animali dalle malattie e per rafforzare il loro sistema immunitario. Tuttavia, entrambi questi metalli pesanti hanno una scarsa biodisponibilità, ciò significa che l’apparato digerente degli animali non è in grado di assorbirli completamente e l’eccesso di metalli viene espulso mediante le feci. Attraverso le feci Cu2+ e Zn2+ possono inquinare le acque reflue degli allevamenti, le quali, di conseguenza, non possono essere impiegate per l’irrigazione dei campi. L’allevamento di animali è pertanto una fonte di inquinamento da metalli pesanti e il suo impatto ambientale può essere limitato grazie al fitorisanamento. Il fitorisanamento è un metodo valido per depurare l’ambiente dai contaminanti che si basa sull’utilizzo di piante in grado di estrarre e accumulare metalli; questo metodo di risanamento è più vantaggioso rispetto a quelli convenzionali basati su interventi chimico-fisici in quanto è efficiente, economico ed ecologico. Le piante che possono essere impiegate per il fitorisanamento delle acque di scarico degli allevamenti devono possedere una serie di caratteristiche e le principali sono la tolleranza nei confronti di Cu2+ e Zn2+ e l’efficienza nel loro assorbimento. Typha latifolia e Thelypteris palustris sono piante palustri che soddisfano questi requisiti e possiedono il potenziale per essere usate per il processo di fitorisanamento di acque reflue. Infatti, nonostante alcune alterazioni morfologiche microscopiche nei rizomi di entrambe le piante e nelle foglie di T. palustris quando esposte ad elevati livelli di Cu2+ e Zn2+, cambiamenti macroscopici non sono stati osservati sia in T. latifolia sia in T. palustris. Quando una pianta non presenta delle alterazioni visive dopo essere stata esposta ai metalli pesanti, viene considerata metallo-tollerante. Inoltre, entrambe queste specie, quando vengono fatte crescere in un terreno ricco di Cu2+ e Zn2+, sono in grado di bioaccumulare nei loro organi significative quantità di questi due metalli. Dunque, un approccio di fitorisanamento con T. latifolia e T. palustris potrebbe essere impiegato per abbassare sotto la soglia legale i livelli di Cu2+ e Zn2+ dalle acque di scarico degli allevamenti.

Fitorisanamento delle acque reflue degli allevamenti da metalli pesanti usando Typha latifolia e Thelypteris palustris

CIOCCHETTI, DAVIDE
2020/2021

Abstract

Negli allevamenti vengono usati alcuni metalli pesanti, soprattutto Cu2+ e Zn2+, come additivi alimentari nel foraggio del bestiame con lo scopo di proteggere gli animali dalle malattie e per rafforzare il loro sistema immunitario. Tuttavia, entrambi questi metalli pesanti hanno una scarsa biodisponibilità, ciò significa che l’apparato digerente degli animali non è in grado di assorbirli completamente e l’eccesso di metalli viene espulso mediante le feci. Attraverso le feci Cu2+ e Zn2+ possono inquinare le acque reflue degli allevamenti, le quali, di conseguenza, non possono essere impiegate per l’irrigazione dei campi. L’allevamento di animali è pertanto una fonte di inquinamento da metalli pesanti e il suo impatto ambientale può essere limitato grazie al fitorisanamento. Il fitorisanamento è un metodo valido per depurare l’ambiente dai contaminanti che si basa sull’utilizzo di piante in grado di estrarre e accumulare metalli; questo metodo di risanamento è più vantaggioso rispetto a quelli convenzionali basati su interventi chimico-fisici in quanto è efficiente, economico ed ecologico. Le piante che possono essere impiegate per il fitorisanamento delle acque di scarico degli allevamenti devono possedere una serie di caratteristiche e le principali sono la tolleranza nei confronti di Cu2+ e Zn2+ e l’efficienza nel loro assorbimento. Typha latifolia e Thelypteris palustris sono piante palustri che soddisfano questi requisiti e possiedono il potenziale per essere usate per il processo di fitorisanamento di acque reflue. Infatti, nonostante alcune alterazioni morfologiche microscopiche nei rizomi di entrambe le piante e nelle foglie di T. palustris quando esposte ad elevati livelli di Cu2+ e Zn2+, cambiamenti macroscopici non sono stati osservati sia in T. latifolia sia in T. palustris. Quando una pianta non presenta delle alterazioni visive dopo essere stata esposta ai metalli pesanti, viene considerata metallo-tollerante. Inoltre, entrambe queste specie, quando vengono fatte crescere in un terreno ricco di Cu2+ e Zn2+, sono in grado di bioaccumulare nei loro organi significative quantità di questi due metalli. Dunque, un approccio di fitorisanamento con T. latifolia e T. palustris potrebbe essere impiegato per abbassare sotto la soglia legale i livelli di Cu2+ e Zn2+ dalle acque di scarico degli allevamenti.
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