The thesis "Alternatives to censorship: analysis of technologies and solutions to limit hate speech and cases of online defamation" explores the phenomenon of online hate speech and defamation, focusing on solutions that do not resort to censorship but aim to curb these behaviors while respecting the right to freedom of expression. In the first chapter, the current state of online hate is analyzed, with a detailed description of the phenomenon and its legal implications, including statistical data and a digital profile of the main actors involved. The response of large tech companies is also addressed, assessing the approaches adopted by different social media platforms to contain online hate, as well as the cultural and regulatory differences between Europe and the United States. Additionally, the role of users in the process of social control and the potential impact of cancel culture on freedom of expression is discussed. The second chapter examines the internet as a space originally conceived as utopian and safe, illustrating the evolution of the web from its early stages (Web 1.0 and Web 2.0) to the current consequences of the commercialization and monetization of digital platforms. It analyzes how these economic dynamics influence user behavior and create new forms of social control, while reflecting on the impact of online reputation on our ways of communication. The third chapter presents a heuristic evaluation of Instagram, analyzing whether the comment reporting function is sufficiently accessible to average users and if it can be considered a concrete example of large tech companies' commitment to combating online hate. The goal is to assess whether users have adequate control over the potentially harmful comments they are exposed to. Finally, the thesis concludes with a critical reflection on the delicate balance between the need to protect users from online verbal abuse and the risk of censorial overreach. It emphasizes the importance of fostering diversity and plurality in digital spaces as an antidote to echo chambers and the manipulation of public discourse. The conclusions highlight how alternatives to censorship can promote a safer and more inclusive online environment without compromising freedom of expression. Thus, this thesis provides a critical and multifaceted analysis of online hate, offering an overview of the currently available solutions to address this issue and proposing a balanced approach that safeguards both user protection and individual freedom, mindful of the ever-evolving digital and technological landscape.

La tesi "Alternative alla censura: analisi delle tecnologie e soluzioni utili a limitare le espressioni dell'odio e i casi di diffamazione in rete" esplora il fenomeno dell'odio online e della diffamazione, concentrandosi sulle soluzioni che non ricorrono alla censura, ma che cercano di limitare questi comportamenti rispettando i diritti di libertà di espressione. Nel primo capitolo, viene analizzato lo stato dell’arte dell'odio in rete, con una descrizione del fenomeno e delle sue implicazioni legali, inclusi i dati statistici e l'identikit digitale dei principali attori coinvolti. Si affronta anche la risposta delle grandi aziende tecnologiche, valutando gli approcci adottati dalle diverse piattaforme di social media per contenere l’odio online e le differenze culturali e normative tra Europa e Stati Uniti. Si discute inoltre il ruolo degli utenti nel processo di controllo sociale e il potenziale impatto della cancel culture nel contesto della libertà di espressione. Il secondo capitolo esamina Internet come uno spazio originariamente utopico e sicuro, illustrando l'evoluzione del Web dalle sue prime fasi (Web 1.0 e Web 2.0) fino alle attuali conseguenze legate alla commercializzazione e monetizzazione delle piattaforme digitali. Viene analizzato come queste dinamiche economiche influenzino il comportamento degli utenti e creino nuove forme di controllo sociale, e viene proposta una riflessione sull'impatto della reputazione online sul nostro modo di comunicare. Il terzo capitolo contiene una valutazione euristica della piattaforma Instagram, analizzando se la funzione di segnalazione dei commenti sia sufficientemente accessibile agli utenti comuni e se possa essere considerata un esempio concreto dell'impegno delle grandi aziende tecnologiche nel contrasto all’odio online. L’obiettivo è capire se gli utenti abbiano un controllo adeguato sui commenti potenzialmente dannosi ai quali sono esposti. Infine, la tesi si conclude con una riflessione critica sul delicato equilibrio tra la necessità di proteggere gli utenti dalla violenza verbale online e il rischio di derive censorie. Viene proposta l'importanza di promuovere pluralità e diversificazione degli spazi di conversazione digitale come antidoto agli echo chambers e alle manipolazioni del discorso pubblico. Le conclusioni evidenziano come soluzioni alternative alla censura possano promuovere un ambiente online più sicuro e inclusivo, senza compromettere la libertà di espressione. Questa tesi fornisce quindi un'analisi critica e sfaccettata dell'odio in rete, offrendo una panoramica delle soluzioni attualmente disponibili per affrontare questo fenomeno e suggerendo un approccio bilanciato tra tutela degli utenti e libertà individuale, consapevole del continuo e rapido mutamento del contesto digitale e tecnologico.

Alternative alla censura: analisi delle tecnologie e soluzioni utili a limitare le espressioni dell'odio e i casi di diffamazione in rete.

DOLZA, FILIPPO
2023/2024

Abstract

La tesi "Alternative alla censura: analisi delle tecnologie e soluzioni utili a limitare le espressioni dell'odio e i casi di diffamazione in rete" esplora il fenomeno dell'odio online e della diffamazione, concentrandosi sulle soluzioni che non ricorrono alla censura, ma che cercano di limitare questi comportamenti rispettando i diritti di libertà di espressione. Nel primo capitolo, viene analizzato lo stato dell’arte dell'odio in rete, con una descrizione del fenomeno e delle sue implicazioni legali, inclusi i dati statistici e l'identikit digitale dei principali attori coinvolti. Si affronta anche la risposta delle grandi aziende tecnologiche, valutando gli approcci adottati dalle diverse piattaforme di social media per contenere l’odio online e le differenze culturali e normative tra Europa e Stati Uniti. Si discute inoltre il ruolo degli utenti nel processo di controllo sociale e il potenziale impatto della cancel culture nel contesto della libertà di espressione. Il secondo capitolo esamina Internet come uno spazio originariamente utopico e sicuro, illustrando l'evoluzione del Web dalle sue prime fasi (Web 1.0 e Web 2.0) fino alle attuali conseguenze legate alla commercializzazione e monetizzazione delle piattaforme digitali. Viene analizzato come queste dinamiche economiche influenzino il comportamento degli utenti e creino nuove forme di controllo sociale, e viene proposta una riflessione sull'impatto della reputazione online sul nostro modo di comunicare. Il terzo capitolo contiene una valutazione euristica della piattaforma Instagram, analizzando se la funzione di segnalazione dei commenti sia sufficientemente accessibile agli utenti comuni e se possa essere considerata un esempio concreto dell'impegno delle grandi aziende tecnologiche nel contrasto all’odio online. L’obiettivo è capire se gli utenti abbiano un controllo adeguato sui commenti potenzialmente dannosi ai quali sono esposti. Infine, la tesi si conclude con una riflessione critica sul delicato equilibrio tra la necessità di proteggere gli utenti dalla violenza verbale online e il rischio di derive censorie. Viene proposta l'importanza di promuovere pluralità e diversificazione degli spazi di conversazione digitale come antidoto agli echo chambers e alle manipolazioni del discorso pubblico. Le conclusioni evidenziano come soluzioni alternative alla censura possano promuovere un ambiente online più sicuro e inclusivo, senza compromettere la libertà di espressione. Questa tesi fornisce quindi un'analisi critica e sfaccettata dell'odio in rete, offrendo una panoramica delle soluzioni attualmente disponibili per affrontare questo fenomeno e suggerendo un approccio bilanciato tra tutela degli utenti e libertà individuale, consapevole del continuo e rapido mutamento del contesto digitale e tecnologico.
Alternatives to censorship: analysis of technologies and solutions to limit hate speech and cases of online defamation
The thesis "Alternatives to censorship: analysis of technologies and solutions to limit hate speech and cases of online defamation" explores the phenomenon of online hate speech and defamation, focusing on solutions that do not resort to censorship but aim to curb these behaviors while respecting the right to freedom of expression. In the first chapter, the current state of online hate is analyzed, with a detailed description of the phenomenon and its legal implications, including statistical data and a digital profile of the main actors involved. The response of large tech companies is also addressed, assessing the approaches adopted by different social media platforms to contain online hate, as well as the cultural and regulatory differences between Europe and the United States. Additionally, the role of users in the process of social control and the potential impact of cancel culture on freedom of expression is discussed. The second chapter examines the internet as a space originally conceived as utopian and safe, illustrating the evolution of the web from its early stages (Web 1.0 and Web 2.0) to the current consequences of the commercialization and monetization of digital platforms. It analyzes how these economic dynamics influence user behavior and create new forms of social control, while reflecting on the impact of online reputation on our ways of communication. The third chapter presents a heuristic evaluation of Instagram, analyzing whether the comment reporting function is sufficiently accessible to average users and if it can be considered a concrete example of large tech companies' commitment to combating online hate. The goal is to assess whether users have adequate control over the potentially harmful comments they are exposed to. Finally, the thesis concludes with a critical reflection on the delicate balance between the need to protect users from online verbal abuse and the risk of censorial overreach. It emphasizes the importance of fostering diversity and plurality in digital spaces as an antidote to echo chambers and the manipulation of public discourse. The conclusions highlight how alternatives to censorship can promote a safer and more inclusive online environment without compromising freedom of expression. Thus, this thesis provides a critical and multifaceted analysis of online hate, offering an overview of the currently available solutions to address this issue and proposing a balanced approach that safeguards both user protection and individual freedom, mindful of the ever-evolving digital and technological landscape.
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