Approximately one in 160 children worldwide suffers from Autism Spectrum Disorder, a pervasive developmental disorder that first manifests itself in childhood, characterized by impaired social skills and interaction, deficits in verbal and nonverbal communication, and stereotyped and repetitive behaviors, which causes significant problems in the daily lives of those affected. A good portion of people with autism manage to lead independent and productive lives, while in other cases those affected by this disorder are in constant need of support and care. Over the years, the literature has witnessed a proliferation of theories aimed at identifying and explaining the causes of autism. Among these there is that of Bruno Bettelheim, according to whom the cause of autism was to be found in a distant and anaffective mother who could not respond to the needs and desires of the child, called "refrigerator mother". Bettelheim's theory dominated the scientific landscape for a long time, causing strong feelings of guilt and anxiety in the parents of people with autism. Since the 1980s, however, there has been a proliferation of new theories and a progressive abandonment of the Austrian psychoanalyst's idea. Specifically, the hypothesis that people with autism have a deficient theory of mind asserts that the cause of autism is to be found in the inability of these children to assume the perspective of another person, to read their mental states and prevent their actions and behaviors. Having abandoned Bettelheim's idea, which focused on the dysfunctional mother-child relationship, many scholars have wondered whether or not it is possible to find the presence of a secure mother-child attachment bond in subjects with autism spectrum disorder. In recent years, David Oppenheim, professor of psychology at the University of Haifa and one of the leading international scholars in the field of attachment, referring to the concept of maternal sensitivity of Mary Ainsworth, has expanded his contribution by introducing the construct of "insightfulness" to describe the intuitive ability of the mother to see the world from the perspective of the child, and being able, at the same time, to empathically understand the underlying motivations of his behavior. According to the author, maternal insightfulness and sensitivity act as promoters of secure attachment in children, who feel accepted, welcomed and understood. Oppenheim has validated methodologies and concepts related to attachment to clinical populations, focusing particularly on people with autism. The fundamental hypothesis of attachment theory, developed by John Bowlby, is that a secure relationship in early life lays the foundation for optimal adjustment in the individual's future development. Oppenheim wonders if this is also true in the autistic population. While parents were the cause of the problem according to Bettelheim, to date they are conceived of as a tremendous resource, essential to any treatment of autism. The results of Oppenheim's studies show that, by virtue of the presence of insightfulness and responsive caregiver sensitivity, 42% of children with autism manifest secure attachment, regardless of the severity of the disorder.
Nel mondo circa un bambino su 160 soffre di disturbo dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorder), un disturbo pervasivo dello sviluppo che si manifesta per la prima volta durante l’infanzia, caratterizzato dalla compromissione delle abilità e dell’interazione sociale, da deficit della comunicazione verbale e non verbale, e da comportamenti stereotipati e ripetitivi, che causa significativi problemi nella vita quotidiana di chi ne è affetto. Una buona parte delle persone con autismo riesce a condurre una vita indipendente e produttiva, mentre in altri casi chi è affetto da questa patologia ha costantemente bisogno di supporto e cure. In letteratura si è assistito, nel corso degli anni, a un proliferare di teorie volte a identificare e spiegare le cause dell’autismo. Tra queste vi è quella di Bruno Bettelheim, secondo il quale la causa dell’autismo era da ricercare in una madre distanziante e anaffettiva che non riusciva a rispondere ai bisogni e ai desideri del bambino, definita “madre frigorifero”. La teoria di Bettelheim ha dominato il panorama scientifico per lungo tempo, causando forti sensi di colpa e angosce nei genitori delle persone con autismo. A partire dagli anni ‘80, però, si è assistito a un proliferare di nuove teorie e a un progressivo abbandono dell’idea dello psicoanalista austriaco. Nello specifico, l’ipotesi secondo la quale le persone con autismo avrebbero una teoria della mente deficitaria asserisce che la causa dell’autismo vada ricercata nell’incapacità di questi bambini ad assumere la prospettiva di un’altra persona, a leggere i suoi stati mentali e prevenirne azioni e comportamenti. Abbandonata l’idea di Bettelheim, che si concentrava sul rapporto disfunzionale madre-bambino, molti studiosi si sono chiesti se fosse possibile o meno riscontrare la presenza di un legame di attaccamento sicuro madre-bambino nei soggetti con disturbo dello spettro autistico. Negli ultimi anni David Oppenheim, professore di psicologia dell’Università di Haifa e uno dei maggiori studiosi a livello internazionale nell’ambito dell’attaccamento, rifacendosi al concetto di sensibilità materna di Mary Ainsworth, ha ampliato il suo contributo introducendo il costrutto di “insightfulness” per descrivere la capacità intuitiva della madre di vedere il mondo dalla prospettiva del bambino, e riuscire, al tempo stesso, a comprendere empaticamente le motivazioni sottostanti al suo comportamento. Secondo l’autore, l’insightfullness e la sensibilità materna agiscono da promotori di un attaccamento sicuro nei bambini, che si sentono in questo modo accettati, accolti e compresi. Oppenheim ha validato le metodologie e i concetti relativi all’attaccamento a popolazioni cliniche, concentrandosi in particolare sulle persone con autismo. L’ipotesi fondamentale della teoria dell’attaccamento, elaborata da John Bowlby, è che una relazione sicura nei primi anni di vita ponga le basi per un adattamento ottimale nello sviluppo futuro dell’individuo. Oppenheim si chiede se ciò sia valido anche nella popolazione autistica. Se secondo Bettelheim i genitori erano la causa del problema, ad oggi sono concepiti come un’enorme risorsa, indispensabile per qualsiasi trattamento dell’autismo. I risultati degli studi di Oppenheim mostrano che, in virtù della presenza di capacità di insightfulness e di sensibilità responsiva del caregiver, il 42% dei bambini con autismo manifesta un attaccamento sicuro, a prescindere dalla gravità del disturbo.
Attaccamento sicuro nelle persone con autismo e caratteristiche del caregiver
RENDA, MARSIA
2020/2021
Abstract
Nel mondo circa un bambino su 160 soffre di disturbo dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorder), un disturbo pervasivo dello sviluppo che si manifesta per la prima volta durante l’infanzia, caratterizzato dalla compromissione delle abilità e dell’interazione sociale, da deficit della comunicazione verbale e non verbale, e da comportamenti stereotipati e ripetitivi, che causa significativi problemi nella vita quotidiana di chi ne è affetto. Una buona parte delle persone con autismo riesce a condurre una vita indipendente e produttiva, mentre in altri casi chi è affetto da questa patologia ha costantemente bisogno di supporto e cure. In letteratura si è assistito, nel corso degli anni, a un proliferare di teorie volte a identificare e spiegare le cause dell’autismo. Tra queste vi è quella di Bruno Bettelheim, secondo il quale la causa dell’autismo era da ricercare in una madre distanziante e anaffettiva che non riusciva a rispondere ai bisogni e ai desideri del bambino, definita “madre frigorifero”. La teoria di Bettelheim ha dominato il panorama scientifico per lungo tempo, causando forti sensi di colpa e angosce nei genitori delle persone con autismo. A partire dagli anni ‘80, però, si è assistito a un proliferare di nuove teorie e a un progressivo abbandono dell’idea dello psicoanalista austriaco. Nello specifico, l’ipotesi secondo la quale le persone con autismo avrebbero una teoria della mente deficitaria asserisce che la causa dell’autismo vada ricercata nell’incapacità di questi bambini ad assumere la prospettiva di un’altra persona, a leggere i suoi stati mentali e prevenirne azioni e comportamenti. Abbandonata l’idea di Bettelheim, che si concentrava sul rapporto disfunzionale madre-bambino, molti studiosi si sono chiesti se fosse possibile o meno riscontrare la presenza di un legame di attaccamento sicuro madre-bambino nei soggetti con disturbo dello spettro autistico. Negli ultimi anni David Oppenheim, professore di psicologia dell’Università di Haifa e uno dei maggiori studiosi a livello internazionale nell’ambito dell’attaccamento, rifacendosi al concetto di sensibilità materna di Mary Ainsworth, ha ampliato il suo contributo introducendo il costrutto di “insightfulness” per descrivere la capacità intuitiva della madre di vedere il mondo dalla prospettiva del bambino, e riuscire, al tempo stesso, a comprendere empaticamente le motivazioni sottostanti al suo comportamento. Secondo l’autore, l’insightfullness e la sensibilità materna agiscono da promotori di un attaccamento sicuro nei bambini, che si sentono in questo modo accettati, accolti e compresi. Oppenheim ha validato le metodologie e i concetti relativi all’attaccamento a popolazioni cliniche, concentrandosi in particolare sulle persone con autismo. L’ipotesi fondamentale della teoria dell’attaccamento, elaborata da John Bowlby, è che una relazione sicura nei primi anni di vita ponga le basi per un adattamento ottimale nello sviluppo futuro dell’individuo. Oppenheim si chiede se ciò sia valido anche nella popolazione autistica. Se secondo Bettelheim i genitori erano la causa del problema, ad oggi sono concepiti come un’enorme risorsa, indispensabile per qualsiasi trattamento dell’autismo. I risultati degli studi di Oppenheim mostrano che, in virtù della presenza di capacità di insightfulness e di sensibilità responsiva del caregiver, il 42% dei bambini con autismo manifesta un attaccamento sicuro, a prescindere dalla gravità del disturbo.File | Dimensione | Formato | |
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