Le aflatossine sono micotossine principalmente prodotte da funghi filamentosi della specie Aspergillus, in particolare A. flavus e A. parasiticus, che si trovano soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Si prevede che l’aumento della temperatura globale avrà un impatto sulla presenza di aflatossine negli alimenti in Europa. Le aflatossine sono note per le loro proprietà tossiche e cancerogene che possono provocare patologie sia all’uomo che agli animali ed è per questo motivo che in Europa è obbligatorio realizzare dei campionamenti e delle analisi per monitorare la presenza di queste tossine nei cereali destinati all’alimentazione umana e animale. Le aflatossine possono essere presenti in prodotti alimentari come mais, grano, riso, arachidi e frutta a guscio, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. In natura ne esistono di diversi tipi: A. flavus e A. parasiticus producono l’aflatossina B1 (AFB1) e l’aflatossina B2 (AFB2); A. parasiticus produce anche l’aflatossina G1 (AFG1) e l’aflatossina G2 (AFG2), le lettere B (Blue) e G (Green) indicano il colore che queste tossine emettono in fluorescenza quando vengono irradiate con luce alla lunghezza d’onda di 360nm (ultravioletta). Tutte queste tossine e anche quelle presenti nel latte AFM1 e AFM2 (M da milk) sono dannose per la salute degli animali e dell’uomo se si consumano alimenti o mangimi contaminati. Tra queste la AFB1 risulta essere la più dannosa e l’International Agency for Research on Cancer (IARC) l’ha classificata nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene umane in quanto può causare carcinoma epatocellulare. Sono state effettuate numerose ricerche per sviluppare tecniche di degradazione post-raccolta e limitare quindi la concentrazione di queste sostanze negli alimenti e nei mangimi e conseguentemente i danni causati dalla tossicità e cancerogenicità di queste tossine. Sono state sviluppate tecniche fisiche, chimiche e, recentemente, anche biologiche: queste ultime risultano quelle di maggior interesse e maggiormente studiate, grazie ai loro diversi aspetti vantaggiosi; infatti è stato dimostrato che rappresentano le tecniche più economiche, specifiche ed efficienti in quanto non danneggiano gli alimenti trattati e non sono pericolosi per la salute umana e animale.
Aflatossine in cereali destinati all'alimentazione umana e animale: fattori di crescita e tecniche di degradazione
FIORENGO, VALENTINA
2020/2021
Abstract
Le aflatossine sono micotossine principalmente prodotte da funghi filamentosi della specie Aspergillus, in particolare A. flavus e A. parasiticus, che si trovano soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Si prevede che l’aumento della temperatura globale avrà un impatto sulla presenza di aflatossine negli alimenti in Europa. Le aflatossine sono note per le loro proprietà tossiche e cancerogene che possono provocare patologie sia all’uomo che agli animali ed è per questo motivo che in Europa è obbligatorio realizzare dei campionamenti e delle analisi per monitorare la presenza di queste tossine nei cereali destinati all’alimentazione umana e animale. Le aflatossine possono essere presenti in prodotti alimentari come mais, grano, riso, arachidi e frutta a guscio, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. In natura ne esistono di diversi tipi: A. flavus e A. parasiticus producono l’aflatossina B1 (AFB1) e l’aflatossina B2 (AFB2); A. parasiticus produce anche l’aflatossina G1 (AFG1) e l’aflatossina G2 (AFG2), le lettere B (Blue) e G (Green) indicano il colore che queste tossine emettono in fluorescenza quando vengono irradiate con luce alla lunghezza d’onda di 360nm (ultravioletta). Tutte queste tossine e anche quelle presenti nel latte AFM1 e AFM2 (M da milk) sono dannose per la salute degli animali e dell’uomo se si consumano alimenti o mangimi contaminati. Tra queste la AFB1 risulta essere la più dannosa e l’International Agency for Research on Cancer (IARC) l’ha classificata nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene umane in quanto può causare carcinoma epatocellulare. Sono state effettuate numerose ricerche per sviluppare tecniche di degradazione post-raccolta e limitare quindi la concentrazione di queste sostanze negli alimenti e nei mangimi e conseguentemente i danni causati dalla tossicità e cancerogenicità di queste tossine. Sono state sviluppate tecniche fisiche, chimiche e, recentemente, anche biologiche: queste ultime risultano quelle di maggior interesse e maggiormente studiate, grazie ai loro diversi aspetti vantaggiosi; infatti è stato dimostrato che rappresentano le tecniche più economiche, specifiche ed efficienti in quanto non danneggiano gli alimenti trattati e non sono pericolosi per la salute umana e animale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
738880_elaboratofinalevalentinafiorengo.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.51 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.51 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/32366