Il sistema endocannabinoide (ECS) è implicato nella percezione e nella risposta a stimoli metabolici e ambientali, come l’appetito, la paura e il dolore. È particolarmente importante nella regolazione del food intake, di tipo sia fisiologico che edonico (con coinvolgimento di meccanismi di ricompensa). I componenti principali dell’ECS sono i recettori CB1 (abbondanti nel sistema nervoso centrale, nel fegato, nel tratto gastro-intestinale e nel tessuto adiposo) e CB2 (espressi in particolare dalle cellule del sistema immunitario), e i ligandi endogeni di origine lipidica N-arachidonoiletanolamide (anandamide, AEA) e 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). In passato è stato studiato il ruolo dell’ECS nell’obesità, portando alla scoperta dell’attivazione costitutiva del recettore CB1 e all’introduzione a fini terapeutici di un suo antagonista, il farmaco Rimonabant, presto rimosso dal mercato per via degli effetti collaterali a livello psichiatrico. Alcuni studi ipotizzano un possibile utilizzo dell’ECS come target terapeutico per il trattamento del sottopeso dovuto a cachessia e anoressia: ad esempio è stato dimostrato che il dronabinolo, analogo sintetico dei cannabinoidi, può stimolare l’appetito e quindi l’aumento di peso. Nel mio elaborato ho analizzato il ruolo dell’ECS nell’anoressia nervosa (AN), una patologia psichiatrica sempre più diffusa, caratterizzata dal rifiuto dei pazienti di mantenere un BMI nella norma e dall’intenso timore di aumentare di peso, e spesso accompagnata da depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo. I pazienti anoressici presentano alterazioni nella percezione dello stimolo dell’appetito e del piacere legato al cibo, mostrando un umore disforico dopo aver “ceduto” alla fame e attribuendo un effetto ansiolitico all’evitamento del cibo e all’iperattività fisica. Il conseguente stato di denutrizione cronica comporta gravi ripercussioni su tutti i sistemi del corpo e un aumento del rischio di morte per deperimento fisico. Ad oggi non esiste una terapia farmacologica efficace e il trattamento si concentra sul raggiungimento di un BMI nella norma e sulla psicoterapia: per questo i tassi di guarigione sono molto bassi e le frequenti ricadute portano alla cronicizzazione della patologia. Gli studi presi in considerazione nel mio elaborato concordano nel sostenere l’ipotesi della presenza di un ECS deregolato in pazienti con AN. In particolare, nel paper di Collu et al. (2019) viene utilizzato un modello animale di AN per misurare i livelli di endocannabinoidi e del recettore CB1 in diverse aree cerebrali, dimostrando una diminuzione significativa nei livelli di 2-AG e del recettore CB1 in aree encefaliche deputate al controllo dell’alimentazione. Gli altri due studi (Monteleone et al., 2015; Piccolo et al., 2020) analizzano entrambi i livelli plasmatici di endocannabinoidi in pazienti anoressici, anche se con approcci diversi: nel primo, la misurazione avviene in seguito al consumo di cibo edonico, in condizioni di sazietà; nel secondo, la misurazione avviene a digiuno e dopo il pasto, con maggiore attenzione all’aspetto fisiologico della nutrizione. In entrambi i casi è riportata una ridotta funzionalità dell’ECS in pazienti con AN sia in fase acuta che dopo un periodo di trattamento per il recupero del peso. Questi risultati suggeriscono un ruolo importante dell’ECS nell’AN e potrebbero stimolare ulteriori ricerche per individuare nuove strategie terapeutiche per la cura di questa pericolosa malattia

Il ruolo del sistema endocannabinoide nell'anoressia nervosa

BONGIOVANNI, SILVIA
2020/2021

Abstract

Il sistema endocannabinoide (ECS) è implicato nella percezione e nella risposta a stimoli metabolici e ambientali, come l’appetito, la paura e il dolore. È particolarmente importante nella regolazione del food intake, di tipo sia fisiologico che edonico (con coinvolgimento di meccanismi di ricompensa). I componenti principali dell’ECS sono i recettori CB1 (abbondanti nel sistema nervoso centrale, nel fegato, nel tratto gastro-intestinale e nel tessuto adiposo) e CB2 (espressi in particolare dalle cellule del sistema immunitario), e i ligandi endogeni di origine lipidica N-arachidonoiletanolamide (anandamide, AEA) e 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). In passato è stato studiato il ruolo dell’ECS nell’obesità, portando alla scoperta dell’attivazione costitutiva del recettore CB1 e all’introduzione a fini terapeutici di un suo antagonista, il farmaco Rimonabant, presto rimosso dal mercato per via degli effetti collaterali a livello psichiatrico. Alcuni studi ipotizzano un possibile utilizzo dell’ECS come target terapeutico per il trattamento del sottopeso dovuto a cachessia e anoressia: ad esempio è stato dimostrato che il dronabinolo, analogo sintetico dei cannabinoidi, può stimolare l’appetito e quindi l’aumento di peso. Nel mio elaborato ho analizzato il ruolo dell’ECS nell’anoressia nervosa (AN), una patologia psichiatrica sempre più diffusa, caratterizzata dal rifiuto dei pazienti di mantenere un BMI nella norma e dall’intenso timore di aumentare di peso, e spesso accompagnata da depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo. I pazienti anoressici presentano alterazioni nella percezione dello stimolo dell’appetito e del piacere legato al cibo, mostrando un umore disforico dopo aver “ceduto” alla fame e attribuendo un effetto ansiolitico all’evitamento del cibo e all’iperattività fisica. Il conseguente stato di denutrizione cronica comporta gravi ripercussioni su tutti i sistemi del corpo e un aumento del rischio di morte per deperimento fisico. Ad oggi non esiste una terapia farmacologica efficace e il trattamento si concentra sul raggiungimento di un BMI nella norma e sulla psicoterapia: per questo i tassi di guarigione sono molto bassi e le frequenti ricadute portano alla cronicizzazione della patologia. Gli studi presi in considerazione nel mio elaborato concordano nel sostenere l’ipotesi della presenza di un ECS deregolato in pazienti con AN. In particolare, nel paper di Collu et al. (2019) viene utilizzato un modello animale di AN per misurare i livelli di endocannabinoidi e del recettore CB1 in diverse aree cerebrali, dimostrando una diminuzione significativa nei livelli di 2-AG e del recettore CB1 in aree encefaliche deputate al controllo dell’alimentazione. Gli altri due studi (Monteleone et al., 2015; Piccolo et al., 2020) analizzano entrambi i livelli plasmatici di endocannabinoidi in pazienti anoressici, anche se con approcci diversi: nel primo, la misurazione avviene in seguito al consumo di cibo edonico, in condizioni di sazietà; nel secondo, la misurazione avviene a digiuno e dopo il pasto, con maggiore attenzione all’aspetto fisiologico della nutrizione. In entrambi i casi è riportata una ridotta funzionalità dell’ECS in pazienti con AN sia in fase acuta che dopo un periodo di trattamento per il recupero del peso. Questi risultati suggeriscono un ruolo importante dell’ECS nell’AN e potrebbero stimolare ulteriori ricerche per individuare nuove strategie terapeutiche per la cura di questa pericolosa malattia
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