La scoliosi idiopatica adolescenziale è una deviazione tridimensionale dei segmenti vertebrali del rachide. Sul piano frontale si può osservare una singola curva toracica, lombare o toracico-lombare, oppure una doppia curva toracica e lombare o toracico- lombare. Il gibbo, visibile dorsalmente sul piano trasverso, è il risultato della rotazione dei processi spinali in direzione della concavità della curva scoliotica. A seconda della gravità della curva scoliotica, la struttura della colonna vertebrale può subire diversi gradi di alterazione. Per ovviare alla possibilità di sviluppare problematiche serie, sono sorti diversi metodi, definiti conservativi, che tentano di prevenire l’aggravarsi della deformità. Essi consistono in tutta una serie di interventi che non richiedono un’operazione chirurgica. Il più interessante, tra questi metodi preventivi, è costituito dall’esercizio fisico, con o senza l’uso del tutore. Esso può essere considerato un vero e proprio intervento terapeutico che si avvale di una serie di manovre di autocorrezione tridimensionale attiva o passiva e consapevolezza posturale nella vita quotidiana. Nella letteratura scientifica è possibile trovare differenti studi che tentano di valutare l’efficacia dei diversi metodi conservativi, nella prevenzione degli atteggiamenti viziati, oppure che comparano tra loro i diversi approcci, per constatare quale di questi può risultare più utile. Secondo quanto evidenziato, risultati promettenti si ottengono attraverso la somministrazione dell’esercizio fisico. Alcuni studi hanno riscontrato, tuttavia, dei limiti nella loro ricerca. Infatti, a causa dell’incompleta maturazione ossea dovuta alla crescita puberale, sono venuti a mancare risultati a lungo termine sulle conseguenze dei vari trattamenti sul corpo dell’adolescente. La continua imprevedibilità dei processi di adattamento dell’organismo agli stimoli ambientali non monitorati da un terapista, dovrebbe spingere almeno all’adozione di comportamenti ergonomici e principi di consapevolezza corporea. Là dove non fosse possibile raggiungere tale obiettivo, diventa importante un intervento precoce, supportato da un esperto.

LA SCOLIOSI IDIOPATICA ADOLESCENZIALE: IL RUOLO DELL'ESERCIZIO FISICO

LAMPARELLI, FABIO
2020/2021

Abstract

La scoliosi idiopatica adolescenziale è una deviazione tridimensionale dei segmenti vertebrali del rachide. Sul piano frontale si può osservare una singola curva toracica, lombare o toracico-lombare, oppure una doppia curva toracica e lombare o toracico- lombare. Il gibbo, visibile dorsalmente sul piano trasverso, è il risultato della rotazione dei processi spinali in direzione della concavità della curva scoliotica. A seconda della gravità della curva scoliotica, la struttura della colonna vertebrale può subire diversi gradi di alterazione. Per ovviare alla possibilità di sviluppare problematiche serie, sono sorti diversi metodi, definiti conservativi, che tentano di prevenire l’aggravarsi della deformità. Essi consistono in tutta una serie di interventi che non richiedono un’operazione chirurgica. Il più interessante, tra questi metodi preventivi, è costituito dall’esercizio fisico, con o senza l’uso del tutore. Esso può essere considerato un vero e proprio intervento terapeutico che si avvale di una serie di manovre di autocorrezione tridimensionale attiva o passiva e consapevolezza posturale nella vita quotidiana. Nella letteratura scientifica è possibile trovare differenti studi che tentano di valutare l’efficacia dei diversi metodi conservativi, nella prevenzione degli atteggiamenti viziati, oppure che comparano tra loro i diversi approcci, per constatare quale di questi può risultare più utile. Secondo quanto evidenziato, risultati promettenti si ottengono attraverso la somministrazione dell’esercizio fisico. Alcuni studi hanno riscontrato, tuttavia, dei limiti nella loro ricerca. Infatti, a causa dell’incompleta maturazione ossea dovuta alla crescita puberale, sono venuti a mancare risultati a lungo termine sulle conseguenze dei vari trattamenti sul corpo dell’adolescente. La continua imprevedibilità dei processi di adattamento dell’organismo agli stimoli ambientali non monitorati da un terapista, dovrebbe spingere almeno all’adozione di comportamenti ergonomici e principi di consapevolezza corporea. Là dove non fosse possibile raggiungere tale obiettivo, diventa importante un intervento precoce, supportato da un esperto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/31787