Introduction: Though widespread, child abuse is often difficult to identify. The cause may not be obvious and several approaches may be needed to understand the underlying problem. Complicating the situation is the hidden epidemiology of physical abuse, cyberbullying, child pornography, and online-luring. Nurses and other healthcare professionals working on the frontline should be prepared to recognize hallmark signs of injury on admission to hospital and act to intervene appropriately in collaboration with child health care agencies and prevention services. Aim: To explore published evidence on child abuse in its wider and more various manifestations and to identify the main psychophysical features of this phenomenon and explain them. To outline the nurse’s role in caring for victims and in recognizing the triggers and the coping mechanisms of maltreatment. Methods: Electronic databases and accredited web sites providing legal, institutional, and child welfare information were consulted and pertinent documents analyzed. Results and Analysis: Fundamental in the care of abused children is the use of specific protocols of action for recognizing suspicious signs and symptoms of abuse and referring the child to prevention services provided by a multidisciplinary team. Sometimes nurses were noted not to know how to behave or to underrate the issue because of environmental and individual variables of the single case and because of differences in departmental services. There is a strong need to provide nursing staff with training in recognizing child abuse and how to prevent or limit it. Another element concerns the emotional involvement and challenge to manage highly charged issues in which communicative-relational strategies may be useful for catching the often inappreciable cues that can aid in diagnosis and prevention. Conclusions: Nurses can play a central role in the management of abused children. To do this, specific training is recommended so that they acquire the necessary skills to act appropriately according to established guidelines. The human variable should never be forgotten: the differences that distinguish each case of abuse and the network in which nurses work to provide health, psychological, and social support.
Introduzione: l’abuso minorile è un problema di dimensioni internazionali la cui identificazione e circoscrizione spesso risultano di difficile applicazione soprattutto se si tiene conto delle varie forme sotto cui si manifesta: da quello fisico, al cyberbullismo, dalla pedopornografia all’adescamento online. Con un’epidemiologia non trascurabile ed una diffusione eterogenea nella popolazione a complicare il quadro. L’infermiere e gli altri professionisti sanitari agiscono in prima linea nella limitazione del fenomeno, specie nell’identificazione dei segnali di sospetto nella fase di primo accesso presso una struttura sanitaria ma anche di prevenzione e presa in carico e, ovviamente, di collaborazione con altri enti e istituzioni garanti nei confronti dei minori. Obiettivo: definire attraverso le evidenze contenute in letteratura il significato di abuso minorile nelle sue più ampie e variegate accezioni, identificare i principali attributi di tale fenomeno dal punto di vista psico-fisico ed esplicitarli. Delineare il ruolo dell’infermiere nella presa in carico della vittima e l’importanza di captare specifici segnali di sospetto e di allarme, nonché evidenziarne l’essenzialità nel panorama della presa in carico della vittima. Materiali e metodi: la ricerca è principiata online, sui principali motori di ricerca, per proseguire su banche dati e siti accreditati non necessariamente di natura sanitaria, ma anche legale, istituzionale, socio-assistenziale. Risultati e Analisi: è emersa come centrale la necessità di rifarsi a specifici protocolli d’azione nella presa in carico di un minore abusato e nella definizione di segni e sintomi allarmanti, con l’innesco di un percorso finalizzato a porre fine alle violenze perpetrate sullo stesso, attivandosi in gruppo a livello multiprofessionale (a monte delle varie forme con cui le violenze si presentano). È stato evidenziato come, talune volte, gli infermieri non sappiano come comportarsi o sottovalutino il problema per via di variabili ambientali, individuali e strettamente legate al singolo caso e quanta disomogeneità sia riscontrabile nelle varie realtà dipartimentali e globali. Di conseguenza, si è demarcata la necessità di fornire ulteriori informazioni e delucidazioni agli infermieri, concernenti le caratteristiche del fenomeno e come mobilitarsi tempestivamente per limitarlo. Altro elemento indiscernibile è quello della componente emotiva del professionista, chiamata massicciamente in causa e fortemente delicata sul piano gestionale. E’ affiorato inoltre l’aspetto comunicativo-relazionale, pilastro utile nella ricezione di specifici, spesso impercettibili, segnali d’allerta a fini diagnostici e preventivi. Conclusioni: i risultati hanno confermato l’importanza del ruolo infermieristico nella gestione dei minori vittime di violenza, seppur sia necessario che i professionisti in questione acquisiscano più nozioni a riguardo; nonché il bisogno di intervenire in maniera mirata, ponderata e obiettiva con apposite linee di indirizzo. Va comunque considerata sempre la variabile umana, l’eterogeneità dei casi di abuso e l’ambito d’azione in cui il soggetto si trova ad agire con le relative possibilità di attivare una rete supportiva non solo di stampo sanitario ma anche psicologico e sociale.
Il filo spezzato: abuso minorile e presa in carico infermieristica.
TROIAN, SILVIA
2020/2021
Abstract
Introduzione: l’abuso minorile è un problema di dimensioni internazionali la cui identificazione e circoscrizione spesso risultano di difficile applicazione soprattutto se si tiene conto delle varie forme sotto cui si manifesta: da quello fisico, al cyberbullismo, dalla pedopornografia all’adescamento online. Con un’epidemiologia non trascurabile ed una diffusione eterogenea nella popolazione a complicare il quadro. L’infermiere e gli altri professionisti sanitari agiscono in prima linea nella limitazione del fenomeno, specie nell’identificazione dei segnali di sospetto nella fase di primo accesso presso una struttura sanitaria ma anche di prevenzione e presa in carico e, ovviamente, di collaborazione con altri enti e istituzioni garanti nei confronti dei minori. Obiettivo: definire attraverso le evidenze contenute in letteratura il significato di abuso minorile nelle sue più ampie e variegate accezioni, identificare i principali attributi di tale fenomeno dal punto di vista psico-fisico ed esplicitarli. Delineare il ruolo dell’infermiere nella presa in carico della vittima e l’importanza di captare specifici segnali di sospetto e di allarme, nonché evidenziarne l’essenzialità nel panorama della presa in carico della vittima. Materiali e metodi: la ricerca è principiata online, sui principali motori di ricerca, per proseguire su banche dati e siti accreditati non necessariamente di natura sanitaria, ma anche legale, istituzionale, socio-assistenziale. Risultati e Analisi: è emersa come centrale la necessità di rifarsi a specifici protocolli d’azione nella presa in carico di un minore abusato e nella definizione di segni e sintomi allarmanti, con l’innesco di un percorso finalizzato a porre fine alle violenze perpetrate sullo stesso, attivandosi in gruppo a livello multiprofessionale (a monte delle varie forme con cui le violenze si presentano). È stato evidenziato come, talune volte, gli infermieri non sappiano come comportarsi o sottovalutino il problema per via di variabili ambientali, individuali e strettamente legate al singolo caso e quanta disomogeneità sia riscontrabile nelle varie realtà dipartimentali e globali. Di conseguenza, si è demarcata la necessità di fornire ulteriori informazioni e delucidazioni agli infermieri, concernenti le caratteristiche del fenomeno e come mobilitarsi tempestivamente per limitarlo. Altro elemento indiscernibile è quello della componente emotiva del professionista, chiamata massicciamente in causa e fortemente delicata sul piano gestionale. E’ affiorato inoltre l’aspetto comunicativo-relazionale, pilastro utile nella ricezione di specifici, spesso impercettibili, segnali d’allerta a fini diagnostici e preventivi. Conclusioni: i risultati hanno confermato l’importanza del ruolo infermieristico nella gestione dei minori vittime di violenza, seppur sia necessario che i professionisti in questione acquisiscano più nozioni a riguardo; nonché il bisogno di intervenire in maniera mirata, ponderata e obiettiva con apposite linee di indirizzo. Va comunque considerata sempre la variabile umana, l’eterogeneità dei casi di abuso e l’ambito d’azione in cui il soggetto si trova ad agire con le relative possibilità di attivare una rete supportiva non solo di stampo sanitario ma anche psicologico e sociale.File | Dimensione | Formato | |
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