L’obiettivo del principio della continuità dei rapporti giuridici nella trasformazione, così come disciplinato dall’art. 2498 del Codice Civile, è di consentire, attraverso l’istituto della trasformazione, l'adattamento dell'assetto organizzativo della società alle nuove esigenze sopravvenute. In tal senso, il suddetto principio si propone di evitare il duplice passaggio della liquidazione dell'ente originario e della costituzione di uno nuovo tra i medesimi soggetti, con notevoli vantaggi di carattere organizzativo, relazionale e fiscale sul piano della continuità dell'attività e dei rapporti d'impresa. Questo significa che la trasformazione non realizza una chiusura tra il vecchio e il nuovo ente, bensì tutti i rapporti pendenti rispetto al vecchio ente passano automaticamente al nuovo. L’atto di trasformazione di una società e di altri enti, come fenomeno semplicemente modificativo e non successorio, implica il mantenimento di tutte le posizioni di credito e di debito dell’ente (societario e non societario) nella forma originaria, nonché, in genere, la prosecuzione di tutti i suoi rapporti giuridici, compresi quelli processuali, in capo al nuovo ente che risulta dalla trasformazione. Pertanto, si evince chiaramente dagli artt. 2498, 2499, 2500 del Codice Civile, sia pre-riforma che post-riforma che l’intento del legislatore è di trattare l’istituto della trasformazione con particolare attenzione agli interessi dei creditori sociali e dei terzi coinvolti nell’operazione. L’ente trasformato conserva tutti i diritti e gli obblighi anteriori alla trasformazione per cui, la trasformazione stessa, mai avrebbe potuto determinare la sua estinzione. Il legislatore, con la riforma, ha voluto sottolineare questo principio fondamentale della trasformazione, comunque già previsto, semplificando e dando maggiori precisazioni sul procedimento così come rimarcato nell’art. 7 comma a) della Legge n. 366 del 3 ottobre 2001: “[…]1. La riforma della disciplina della trasformazione, fusione e scissione è ispirata ai seguenti princìpi e criteri direttivi: a) semplificare e precisare il procedimento, […]” . La trasformazione, come disciplinata dagli artt. 2498, 2499 e 2500 codice civile era un istituto concepito dal legislatore dell’epoca, L’obiettivo del presente elaborato è di mettere in evidenza il principio di continuità attraverso le diverse tipologie di trasformazione previste e attraverso i più importanti aspetti societari coinvolti.
IL PRINCIPIO DI CONTINUITÀ DEI RAPPORTI GIURIDICI NELLA TRASFORMAZIONE
PANZERA, GIOVANNI
2020/2021
Abstract
L’obiettivo del principio della continuità dei rapporti giuridici nella trasformazione, così come disciplinato dall’art. 2498 del Codice Civile, è di consentire, attraverso l’istituto della trasformazione, l'adattamento dell'assetto organizzativo della società alle nuove esigenze sopravvenute. In tal senso, il suddetto principio si propone di evitare il duplice passaggio della liquidazione dell'ente originario e della costituzione di uno nuovo tra i medesimi soggetti, con notevoli vantaggi di carattere organizzativo, relazionale e fiscale sul piano della continuità dell'attività e dei rapporti d'impresa. Questo significa che la trasformazione non realizza una chiusura tra il vecchio e il nuovo ente, bensì tutti i rapporti pendenti rispetto al vecchio ente passano automaticamente al nuovo. L’atto di trasformazione di una società e di altri enti, come fenomeno semplicemente modificativo e non successorio, implica il mantenimento di tutte le posizioni di credito e di debito dell’ente (societario e non societario) nella forma originaria, nonché, in genere, la prosecuzione di tutti i suoi rapporti giuridici, compresi quelli processuali, in capo al nuovo ente che risulta dalla trasformazione. Pertanto, si evince chiaramente dagli artt. 2498, 2499, 2500 del Codice Civile, sia pre-riforma che post-riforma che l’intento del legislatore è di trattare l’istituto della trasformazione con particolare attenzione agli interessi dei creditori sociali e dei terzi coinvolti nell’operazione. L’ente trasformato conserva tutti i diritti e gli obblighi anteriori alla trasformazione per cui, la trasformazione stessa, mai avrebbe potuto determinare la sua estinzione. Il legislatore, con la riforma, ha voluto sottolineare questo principio fondamentale della trasformazione, comunque già previsto, semplificando e dando maggiori precisazioni sul procedimento così come rimarcato nell’art. 7 comma a) della Legge n. 366 del 3 ottobre 2001: “[…]1. La riforma della disciplina della trasformazione, fusione e scissione è ispirata ai seguenti princìpi e criteri direttivi: a) semplificare e precisare il procedimento, […]” . La trasformazione, come disciplinata dagli artt. 2498, 2499 e 2500 codice civile era un istituto concepito dal legislatore dell’epoca, L’obiettivo del presente elaborato è di mettere in evidenza il principio di continuità attraverso le diverse tipologie di trasformazione previste e attraverso i più importanti aspetti societari coinvolti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/31614