La danza è una rappresentazione artistica del movimento umano. Essa è “ espressione verticale – affermava George Bernard Shaw, all'alba del ventesimo secolo, - di un desiderio orizzontale”. Tale definizione è il punto di partenza per la plasmazione di questo testo, il cui intento è quello di raccontare la danza e la sua evoluzione nel tempo sotto più punti di vista. Nonostante la notevole complessità nel definire l'arte del ballo nell'antichità, per via di studi e fonti sovente disomogenei, si esordisce con un'indagine storica che analizza la nascita della danza come espressione didascalica, la sua diversificazione rispetto alle rappresentazioni drammatiche medioevali e il conseguente passaggio del “testimone” tra giullare e danzatore. Successivamente la ricerca si è incentrata sullo sviluppo delle nuove forme teatrali, a partire dall'origine del balletto in Francia, per via dell'avvento al trono del “Re Sole” Luigi XIV, sino alla sua diffusione in tutta Europa e alla nascita della danza moderna del Primo Novecento. In particolar modo, oltre alla trattazione storica, si è posta l'attenzione sulla funzionalità utilitaristica di questa disciplina in continua mutazione. Quest'ultima, da arte bidimensionale orientata primariamente verso una comunicazione effimera di tipo estetico, si è di seguito trasformata in uno strumento di natura didattica la quale,tramite una dimensione coreografica più intima, mira a suggerire un pensiero, un'idea che lo spettatore sporadicamente coglie, analizza e definisce come propria o discordante. Dal punto di vista antropologico si è poi messo a fuoco il rapporto tra la caducità della realtà umana e la pratica coreica, con scrupoloso riguardo nei confronti dei processi sociali, filosofici e culturali che la danza ha conosciuto nel corso della sua evoluzione attraverso i secoli. Il percorso di ricerca si è poi incentrato su un'analisi biomeccanica delle due principali figure della danza: i grandi salti e le pirouettes. Infatti, oltre all'aspetto estetico interpretativo, il ballerino deve avere un'ottima preparazione fisica e dev'essere in grado di sviluppare alti livelli di tensione muscolare che gli permettano di eseguire gli esercizi richiesti. In entrambi i casi, sia per quanto riguarda i giri che per i salti, il parametro esaminato nello specifico è la forza esplosiva degli arti inferiori. A conclusione dello scritto, vi è un approfondimento circa traumi ed infortuni più comuni nel mondo della danza. Un programma di allenamento improprio è una delle cause principali, ma ci sono ulteriori fattori che possono contribuire all'insorgenza di lesioni delle strutture muscolo-scheletriche, come situazioni di stress eccessivo, overuse, debolezza muscolare, calzature non appropriate. Indipendentemente dalla causa, i distretti per lo più colpiti sono le articolazioni di caviglia, ginocchio e anca, il piede e la schiena i quali sono sovente soggetti a fratture, tendiniti, squilibri muscolari o infiammazioni. Per prevenire queste tipologie di infortunio è essenziale attenersi ad un programma di allenamento adeguato ed individualizzato che tenga in considerazione le caratteristiche psico-fisiche di ciascun atleta. La preparazione atletica deve essere impostata correttamente sia sul versante qualitativo che quantitativo in termini di carico di lavoro. Sulla base di quanto affermato, il capitolo finale propone molteplici esercizi ed allenamenti come strumento di prevenzione che riducano i fattori di rischio e prestino particolare attenzione alla tecnica di esecuzione.

Biomeccanica del danzatore: analisi e prevenzione degli infortuni

VERTHUY, SABRINA
2020/2021

Abstract

La danza è una rappresentazione artistica del movimento umano. Essa è “ espressione verticale – affermava George Bernard Shaw, all'alba del ventesimo secolo, - di un desiderio orizzontale”. Tale definizione è il punto di partenza per la plasmazione di questo testo, il cui intento è quello di raccontare la danza e la sua evoluzione nel tempo sotto più punti di vista. Nonostante la notevole complessità nel definire l'arte del ballo nell'antichità, per via di studi e fonti sovente disomogenei, si esordisce con un'indagine storica che analizza la nascita della danza come espressione didascalica, la sua diversificazione rispetto alle rappresentazioni drammatiche medioevali e il conseguente passaggio del “testimone” tra giullare e danzatore. Successivamente la ricerca si è incentrata sullo sviluppo delle nuove forme teatrali, a partire dall'origine del balletto in Francia, per via dell'avvento al trono del “Re Sole” Luigi XIV, sino alla sua diffusione in tutta Europa e alla nascita della danza moderna del Primo Novecento. In particolar modo, oltre alla trattazione storica, si è posta l'attenzione sulla funzionalità utilitaristica di questa disciplina in continua mutazione. Quest'ultima, da arte bidimensionale orientata primariamente verso una comunicazione effimera di tipo estetico, si è di seguito trasformata in uno strumento di natura didattica la quale,tramite una dimensione coreografica più intima, mira a suggerire un pensiero, un'idea che lo spettatore sporadicamente coglie, analizza e definisce come propria o discordante. Dal punto di vista antropologico si è poi messo a fuoco il rapporto tra la caducità della realtà umana e la pratica coreica, con scrupoloso riguardo nei confronti dei processi sociali, filosofici e culturali che la danza ha conosciuto nel corso della sua evoluzione attraverso i secoli. Il percorso di ricerca si è poi incentrato su un'analisi biomeccanica delle due principali figure della danza: i grandi salti e le pirouettes. Infatti, oltre all'aspetto estetico interpretativo, il ballerino deve avere un'ottima preparazione fisica e dev'essere in grado di sviluppare alti livelli di tensione muscolare che gli permettano di eseguire gli esercizi richiesti. In entrambi i casi, sia per quanto riguarda i giri che per i salti, il parametro esaminato nello specifico è la forza esplosiva degli arti inferiori. A conclusione dello scritto, vi è un approfondimento circa traumi ed infortuni più comuni nel mondo della danza. Un programma di allenamento improprio è una delle cause principali, ma ci sono ulteriori fattori che possono contribuire all'insorgenza di lesioni delle strutture muscolo-scheletriche, come situazioni di stress eccessivo, overuse, debolezza muscolare, calzature non appropriate. Indipendentemente dalla causa, i distretti per lo più colpiti sono le articolazioni di caviglia, ginocchio e anca, il piede e la schiena i quali sono sovente soggetti a fratture, tendiniti, squilibri muscolari o infiammazioni. Per prevenire queste tipologie di infortunio è essenziale attenersi ad un programma di allenamento adeguato ed individualizzato che tenga in considerazione le caratteristiche psico-fisiche di ciascun atleta. La preparazione atletica deve essere impostata correttamente sia sul versante qualitativo che quantitativo in termini di carico di lavoro. Sulla base di quanto affermato, il capitolo finale propone molteplici esercizi ed allenamenti come strumento di prevenzione che riducano i fattori di rischio e prestino particolare attenzione alla tecnica di esecuzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/31513