Hazelnut skin is a waste product of the food industry, rich in natural phenolic antioxidants. The possibility of using these by-products in the livestock industry can significantly contribute to reducing the environmental impact resulting from its non-use, as well as having potential positive effects on the animal health. The aim of this study was to investigate the effects of hazelnut skin on the intestinal health of beef cattle, focusing on the morphometry of the ruminal papillae and the inflammatory/degenerative mucosal response of the forestomachs and abomasum. This study used 34 male Limousine calves divided into two groups. The animals received the same diet, but 12% hazelnut skin was added to the diet of the treated animals as a partial replacement of corn and beet pulp. At 15 months of age, the calves were slaughtered, and samples of ruminal dorsal and ventral sac, reticulum, omasum and abomasum were collected to perform morphometric (density, length, width of the papillae and area of absorption) and histological investigations. No significant differences were observed between the two dietary groups regarding morphometric analyses (P> 0.05). Histologically, a reduction in the severity of inflammation in the dorsal ruminal sac, reticulum and abomasum was observed in the treated group in comparison to the controls (P< 0.05). Regarding degeneration, no significant differences were observed between the two groups (P> 0.05). These results suggest that the organic waste from the hazelnut industry may have an economic value by reducing the environmental impact of industrial waste and by reducing the inflammatory state of the stomach system compared to traditional cereal-based diets. Further studies are needed to explain this result and to know the mechanism of action of the active substances contained in hazelnut skin, including possible modulations of the microbiota and of the ruminal volatile fatty acids, and their effects on the whole enteric tract.

La buccia di nocciola è uno scarto dell’industria alimentare e il suo impiego nell’industria zootecnica può contribuire significativamente a ridurre l’impatto ambientale conseguente al suo inutilizzo. Al fine di valutare i reperti istomorfometrici che può determinare l’integrazione della buccia di nocciola nella dieta dei bovini sui prestomaci e sull’abomaso, questo studio ha utilizzato 34 vitelloni maschi di razza Limousine divisi in due gruppi. Gli animali hanno ricevuto lo stesso piano alimentare, ma nella dieta del gruppo degli animali trattati vi è stata aggiunta della buccia di nocciola al 12% in parziale sostituzione del mais e della polpa di barbabietola. Le analisi morfometriche effettuate a carico del rumine (lunghezza, larghezza, densità, e area di assorbimento delle papille) non hanno evidenziato differenze tra i due gruppi. Per quanto riguarda le analisi istologiche sono stati presi in considerazione la degenerazione, ovvero il riscontro di paracheratosi e vacuolizzazione cellulare dell’epitelio dei prestomaci e l’eventuale stato infiammatorio di tutti gli organi, valutando la distribuzione, la tipologia e la gravità degli infiltrati cellulari. Queste analisi hanno evidenziato una riduzione della gravità dell’infiammazione nel sacco dorsale del rumine (P = 0.004), nel reticolo (P < 0.001), e nell’abomaso (P = 0.011) nei trattati rispetto ai controlli. Per quanto riguarda la degenerazione, non sono state invece riscontrate differenze significative tra i due gruppi . Questi risultati permettono di ipotizzare che i rifiuti organici dell’industria di nocciole possano avere un valore economico riducendo l’impatto ambientale degli scarti industriali. Infatti, utilizzando la buccia di nocciola come ingrediente per la formulazione di mangimi per bovini da carne, sembrano ridursi i processi infiammatori a livello di sacco dorsale del rumine, reticolo e abomaso, che le diete tradizionali unicamente a base di cereali spesso causano. Studi ulteriori sono necessari per spiegare questo risultato considerando le eventuali modulazioni del microbiota e degli acidi grassi volatili ruminali e per valutare gli effetti sull’intero tratto enterico.

Utilizzo delle buccette di nocciola nell'alimentazione di vitelloni di razza Limousine: indagini istomorfometriche dei prestomaci e dell'abomaso.

LAGANELLA, MIRIAM
2023/2024

Abstract

La buccia di nocciola è uno scarto dell’industria alimentare e il suo impiego nell’industria zootecnica può contribuire significativamente a ridurre l’impatto ambientale conseguente al suo inutilizzo. Al fine di valutare i reperti istomorfometrici che può determinare l’integrazione della buccia di nocciola nella dieta dei bovini sui prestomaci e sull’abomaso, questo studio ha utilizzato 34 vitelloni maschi di razza Limousine divisi in due gruppi. Gli animali hanno ricevuto lo stesso piano alimentare, ma nella dieta del gruppo degli animali trattati vi è stata aggiunta della buccia di nocciola al 12% in parziale sostituzione del mais e della polpa di barbabietola. Le analisi morfometriche effettuate a carico del rumine (lunghezza, larghezza, densità, e area di assorbimento delle papille) non hanno evidenziato differenze tra i due gruppi. Per quanto riguarda le analisi istologiche sono stati presi in considerazione la degenerazione, ovvero il riscontro di paracheratosi e vacuolizzazione cellulare dell’epitelio dei prestomaci e l’eventuale stato infiammatorio di tutti gli organi, valutando la distribuzione, la tipologia e la gravità degli infiltrati cellulari. Queste analisi hanno evidenziato una riduzione della gravità dell’infiammazione nel sacco dorsale del rumine (P = 0.004), nel reticolo (P < 0.001), e nell’abomaso (P = 0.011) nei trattati rispetto ai controlli. Per quanto riguarda la degenerazione, non sono state invece riscontrate differenze significative tra i due gruppi . Questi risultati permettono di ipotizzare che i rifiuti organici dell’industria di nocciole possano avere un valore economico riducendo l’impatto ambientale degli scarti industriali. Infatti, utilizzando la buccia di nocciola come ingrediente per la formulazione di mangimi per bovini da carne, sembrano ridursi i processi infiammatori a livello di sacco dorsale del rumine, reticolo e abomaso, che le diete tradizionali unicamente a base di cereali spesso causano. Studi ulteriori sono necessari per spiegare questo risultato considerando le eventuali modulazioni del microbiota e degli acidi grassi volatili ruminali e per valutare gli effetti sull’intero tratto enterico.
Use of hazelnut skins in the diet of Limousine steers: histomorphometric investigations of the forestomachs and abomasum.
Hazelnut skin is a waste product of the food industry, rich in natural phenolic antioxidants. The possibility of using these by-products in the livestock industry can significantly contribute to reducing the environmental impact resulting from its non-use, as well as having potential positive effects on the animal health. The aim of this study was to investigate the effects of hazelnut skin on the intestinal health of beef cattle, focusing on the morphometry of the ruminal papillae and the inflammatory/degenerative mucosal response of the forestomachs and abomasum. This study used 34 male Limousine calves divided into two groups. The animals received the same diet, but 12% hazelnut skin was added to the diet of the treated animals as a partial replacement of corn and beet pulp. At 15 months of age, the calves were slaughtered, and samples of ruminal dorsal and ventral sac, reticulum, omasum and abomasum were collected to perform morphometric (density, length, width of the papillae and area of absorption) and histological investigations. No significant differences were observed between the two dietary groups regarding morphometric analyses (P> 0.05). Histologically, a reduction in the severity of inflammation in the dorsal ruminal sac, reticulum and abomasum was observed in the treated group in comparison to the controls (P< 0.05). Regarding degeneration, no significant differences were observed between the two groups (P> 0.05). These results suggest that the organic waste from the hazelnut industry may have an economic value by reducing the environmental impact of industrial waste and by reducing the inflammatory state of the stomach system compared to traditional cereal-based diets. Further studies are needed to explain this result and to know the mechanism of action of the active substances contained in hazelnut skin, including possible modulations of the microbiota and of the ruminal volatile fatty acids, and their effects on the whole enteric tract.
OZELLA, LAURA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/3146