L’elaborato ha l'obiettivo di determinare quale variante del lat pulldown ha il miglior riscontro nella stimolazione selettiva del gran dorsale (GD). Questo esercizio, volto a sviluppare la forza dell’adduzione della spalla, è uno dei fondamentali nell’allenamento dei muscoli posteriori del tronco. Sono numerosi però le interpretazioni di questo mezzo. Molti eseguono il movimento solo parzialmente. Altri coadiuvati da maniglie, aggiungono movimenti accessori di extrarotazione dell'omero ipotizzando un impegno del dorso più incisivo e completo, ignorando le elementari basi biomeccaniche del distretto. Esistono delle differenze? e se sì, hanno rilevanza in termini di stimolo? Studi condotti sul tema dimostrano che la massima attivazione GD avvenga con impugnatura prona con larghezza 2 biacromiale. Il vecchio mantra esperienziale delle sale pesi che correla una proporzionalità diretta tra larghezza della presa e coinvolgimento di fibre della schiena della medesima loggia, sembra quindi decadere. Verità conclamate o miti esperienziali? Confrontando passo largo, medio e stretto non sono state rilevate significative differenze. Ciò che sembra essere discriminante è il range articolare. Completare tutto l’arco di movimento (ROM) descritto dall’omero, promosso dalla contrazione del GD attiva un maggior numero di unità motorie. L'obiettivo dell'elaborato è di mettere ordine dando una risposta univoca e scientificamente sostenuta a questo tema, per un’esecuzione più efficiente, sicura e produttiva, massimizzando, con un corretto metodo, il processo ipertrofico del distretto.
IPERTROFIA DEL GRAN DORSALE: BIOMECCANICA DEL LAT PULLDOWN PER OTTIMIZZARNE IL RISULTATO
MAGISTRO, CRISTIANO
2020/2021
Abstract
L’elaborato ha l'obiettivo di determinare quale variante del lat pulldown ha il miglior riscontro nella stimolazione selettiva del gran dorsale (GD). Questo esercizio, volto a sviluppare la forza dell’adduzione della spalla, è uno dei fondamentali nell’allenamento dei muscoli posteriori del tronco. Sono numerosi però le interpretazioni di questo mezzo. Molti eseguono il movimento solo parzialmente. Altri coadiuvati da maniglie, aggiungono movimenti accessori di extrarotazione dell'omero ipotizzando un impegno del dorso più incisivo e completo, ignorando le elementari basi biomeccaniche del distretto. Esistono delle differenze? e se sì, hanno rilevanza in termini di stimolo? Studi condotti sul tema dimostrano che la massima attivazione GD avvenga con impugnatura prona con larghezza 2 biacromiale. Il vecchio mantra esperienziale delle sale pesi che correla una proporzionalità diretta tra larghezza della presa e coinvolgimento di fibre della schiena della medesima loggia, sembra quindi decadere. Verità conclamate o miti esperienziali? Confrontando passo largo, medio e stretto non sono state rilevate significative differenze. Ciò che sembra essere discriminante è il range articolare. Completare tutto l’arco di movimento (ROM) descritto dall’omero, promosso dalla contrazione del GD attiva un maggior numero di unità motorie. L'obiettivo dell'elaborato è di mettere ordine dando una risposta univoca e scientificamente sostenuta a questo tema, per un’esecuzione più efficiente, sicura e produttiva, massimizzando, con un corretto metodo, il processo ipertrofico del distretto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/31332