Con il fine di rendere più consapevoli circa l’efficacia ed efficienza delle differenti strategie, con il fine di individuare, in futuro, una strategia ottimale, o un insieme di caratteristiche la rendono tale, affinché lo sviluppo motorio si svolga in maniera ottimale e produca un adulto sano, fisicamente attivo e fornito delle opportunità per massimizzare le proprie potenzialità, in questo elaborato sono state raccolte le evidenze scientifiche concernenti l’attività motoria tra la fanciullezza e l’adolescenza. In particolar modo è stato analizzato l’approccio sportivo preponderante nella società odierna, ovvero la specializzazione sportiva. Dopodiché è stato messo a confronto con un approccio minoritario, l’attività di multisport, infine con un approccio ancora insufficientemente praticato e analizzato per essere valutato, ma con buoni presupposti e prospettive. Un’analisi dei dati mondiali sull’attività, e inattività, motoria anticipa il suddetto confronto. Grazie alla quale si riscontra una minore e diversa partecipazione a distanza di 20 anni, vengono identificati alcuni trend che riguardano i paesi ad alto reddito tra i quali è presente l’Italia, vengono definite le differenti modalità d’ingaggio di attività e inattività ed emergono delle categorie di persone che risultano svantaggiate. L’analisi sulla specializzazione sportiva ha messo in risalto dei rischi in termini di infortuni e abbandono delle attività sportive. Prezzo che molti pagherebbero pur di produrre atleti di élite, ma che questa strategia non garantisce, perlomeno non più dell’attività di multisport. Infatti, quest’ultima, presenta meno rischi di infortuni, più probabilmente produce adulti fisicamente attivi e sicuramente non è una strategia inferiore per raggiungere livelli d’élite, anzi, seppur i dati non siano sempre lineari, alcuni studi la ritengono una strategia più efficace. Infine, si riscontra che chi ha una buona capacità di eseguire le abilità motorie di base (correre, saltare, lanciare, ecc.) ha le migliori probabilità di essere fisicamente attivo.
Specializzazione sportiva, attività di multi-sport e sviluppo capacità motorie coordinative tra la fanciullezza e l'adolescenza
AMICO, RICCARDO
2020/2021
Abstract
Con il fine di rendere più consapevoli circa l’efficacia ed efficienza delle differenti strategie, con il fine di individuare, in futuro, una strategia ottimale, o un insieme di caratteristiche la rendono tale, affinché lo sviluppo motorio si svolga in maniera ottimale e produca un adulto sano, fisicamente attivo e fornito delle opportunità per massimizzare le proprie potenzialità, in questo elaborato sono state raccolte le evidenze scientifiche concernenti l’attività motoria tra la fanciullezza e l’adolescenza. In particolar modo è stato analizzato l’approccio sportivo preponderante nella società odierna, ovvero la specializzazione sportiva. Dopodiché è stato messo a confronto con un approccio minoritario, l’attività di multisport, infine con un approccio ancora insufficientemente praticato e analizzato per essere valutato, ma con buoni presupposti e prospettive. Un’analisi dei dati mondiali sull’attività, e inattività, motoria anticipa il suddetto confronto. Grazie alla quale si riscontra una minore e diversa partecipazione a distanza di 20 anni, vengono identificati alcuni trend che riguardano i paesi ad alto reddito tra i quali è presente l’Italia, vengono definite le differenti modalità d’ingaggio di attività e inattività ed emergono delle categorie di persone che risultano svantaggiate. L’analisi sulla specializzazione sportiva ha messo in risalto dei rischi in termini di infortuni e abbandono delle attività sportive. Prezzo che molti pagherebbero pur di produrre atleti di élite, ma che questa strategia non garantisce, perlomeno non più dell’attività di multisport. Infatti, quest’ultima, presenta meno rischi di infortuni, più probabilmente produce adulti fisicamente attivi e sicuramente non è una strategia inferiore per raggiungere livelli d’élite, anzi, seppur i dati non siano sempre lineari, alcuni studi la ritengono una strategia più efficace. Infine, si riscontra che chi ha una buona capacità di eseguire le abilità motorie di base (correre, saltare, lanciare, ecc.) ha le migliori probabilità di essere fisicamente attivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/31330