The paper deals with the psychic phenomenon of dream and how it is explained, used and interpreted in different psychoanalytic perspectives. The paper shows how dream theory has evolved from its first conceptualization offered by Freud to contemporary theories. This has been achieved through a study of the existing psychoanalytic literature. The theories examined, chronologically ordered are three: the Freudian, the Ferentian and the Control-Mastery Theory. The Freudian theory, contained in the first chapter, highlights the role of repressed infantile desire and how the dream scene is created in order to satisfy it during sleep. Censorship or dream work, placed in the preconscious, deforms the latent content, that is desires, into manifest content (the dream scene). The dream work uses four mechanisms: displacement, condensation, plastic representation and secondary processing. The materials with which the manifest content is created are the diurnal residues and somatic stimuli, both indifferent but recent materials, which enter the dream through long associative chains with latent thoughts. Among the sources of the dream there are also infantile elements. The study of dreams leads Freud to conceptualize regression and the telescopic model. Desires are found in the unconscious separated from the conscious through censorship. The unconscious is driven by the primary process and the conscious by the secondary process, the two differ in the greater or lesser freedom of energy to bind to representations. In the second chapter is addressed the Ferenczi's vision of the dream, in which central is the traumatoly function: the dreamer resolves their own traumas through dreams, the dream repeats the trauma in an attempt to find a solution so as to metabolize the event, the desire is the means by which the trauma is masked and no longer the purpose of dreaming and the action of censorship is equated to sublimation in fact transforming the trauma into desire. The Control Mastery Theory is founded by Weiss and discussed in the third chapter. In this theory the dream is for the subject a form of adaptation, it is grafted within the discourse of unconscious safety plan and is a manifestation of the higher functions of the unconscious, in fact Weiss rejects the idea of unconscious governed by the primary process. Dreaming is no longer the fulfillment of repressed infantile desires but an instrument in the hands of the patient. Within the dream there is room for the dreamer's current and past concerns. In dreaming, the subject finds a private communication space in which he can console himself, punish himself, prepare for adversity, build action plans, refute pathogenic beliefs and heal traumas. The analyst's attention shifts to the relationship with the patient and the tests he or she poses to the therapist. The analyst is continually stretched to refute the patient's pathogenic beliefs. Much has changed since 1900, the Freudian theory of dreams has been supplanted by a functionalist view of dreams, but one thing has certainly not changed, namely the importance that the dream has for the psychic life of the subject and the fascination that arises in every man.
Lo scritto sì occupa del fenomeno psichico del sogno e di come questo sia spiegato, utilizzato, interpretato in diverse prospettive psicoanalitiche. Lo scritto mostra come sì sia evoluta la teoria del sogno a partire dalla sua prima concettualizzazione offerta da Freud, fino alle teorie contemporanee. Questo risultato è stato ottenuto mediante uno studio della letteratura psicoanalitica esistente. Le teorie prese in esame, cronologicamente ordinate sono tre: quella freudiana, ferenziana e la Control-Mastery Theory. La teoria freudiana, contenuta nel primo capitolo, evidenzia il ruolo del desiderio infantile represso e di come la scena onirica si crei al fine di appagarlo durante il sonno. La censura o lavoro onirico, posta nel preconscio, deforma il contenuto latente ossia i desideri, in contenuto manifesto (la scena onirica). Il lavoro onirico si serve di quattro meccanismi: spostamento, condensamento, rappresentazione plastica ed elaborazione secondaria. I materiali con cui viene creato il contenuto manifesto sono i residui diurni e gli stimoli somatici, entrambi materiali indifferenti ma recenti, i quali entrano nel sogno grazie a lunghe catene associative con i pensieri latenti. Fra le fonti del sogno vi sono anche gli elementi infantili. Lo studio dei sogni porta Freud a concettualizzare la regressione e il modello telescopico. I desideri si trovano nell’inconscio separati dal conscio attraverso la censura. L’ inconscio è guidato del processo primario e il conscio dal processo secondario, i due differiscono per la maggiore o minore libertà dell'energia a legarsi alle rappresentazioni. Nel secondo capitolo viene affrontata la visione del sogno di Ferenczi, in cui centrale è la funzione traumatolitica: il sognatore risolve i propri traumi attraverso i sogni, il sogno ripete il trauma nel tentativo di trovare una soluzione così da metabolizzare l’evento, il desiderio è il mezzo attraverso il quale il trauma viene mascherato e non più il fine del sognare e l'azione della censura è equiparata alla sublimazione trasformando infatti il trauma in desiderio. La Control Mastery Theory è fondata da Weiss e trattata nel terzo capitolo. In questa teoria il sogno è per il soggetto una forma di adattamento, si innesta all'interno del discorso di piano di sicurezza inconscio ed è manifestazione delle funzioni superiori dell’inconscio, infatti Weiss rifiuta l’idea di inconscio governato dal processo primario. Il sognare non è più appagamento di desideri infantili repressi ma uno strumento nelle mani del paziente. All'interno del sogno trovano spazio le preoccupazioni del sognatore attuali e non. Nel sognare il soggetto trova uno spazio di comunicazione privato in cui può consolarsi, punirsi, prepararsi alle avversità, costruire piani d'azione, confutare credenze patogene e sanare traumi. L'attenzione dell'analista si sposta alla relazione con il paziente e ai test che egli pone al terapeuta. L’analista è teso continuamente a confutare le credenze patogene del paziente. Molto è cambiato dal 1900, la teoria freudiana del sogno è stata soppiantata da una visione funzionalista del sogno, ma una cosa non è sicuramente mutata, ossia l’importanza che il sogno riveste per la vita psichica del soggetto e il fascino che scaturisce in ogni uomo.
L'interpretazione dei sogni nel rapporto psicoanalitico. Da Freud a oggi.
BUSCAGLIA, GIOVANNI
2020/2021
Abstract
Lo scritto sì occupa del fenomeno psichico del sogno e di come questo sia spiegato, utilizzato, interpretato in diverse prospettive psicoanalitiche. Lo scritto mostra come sì sia evoluta la teoria del sogno a partire dalla sua prima concettualizzazione offerta da Freud, fino alle teorie contemporanee. Questo risultato è stato ottenuto mediante uno studio della letteratura psicoanalitica esistente. Le teorie prese in esame, cronologicamente ordinate sono tre: quella freudiana, ferenziana e la Control-Mastery Theory. La teoria freudiana, contenuta nel primo capitolo, evidenzia il ruolo del desiderio infantile represso e di come la scena onirica si crei al fine di appagarlo durante il sonno. La censura o lavoro onirico, posta nel preconscio, deforma il contenuto latente ossia i desideri, in contenuto manifesto (la scena onirica). Il lavoro onirico si serve di quattro meccanismi: spostamento, condensamento, rappresentazione plastica ed elaborazione secondaria. I materiali con cui viene creato il contenuto manifesto sono i residui diurni e gli stimoli somatici, entrambi materiali indifferenti ma recenti, i quali entrano nel sogno grazie a lunghe catene associative con i pensieri latenti. Fra le fonti del sogno vi sono anche gli elementi infantili. Lo studio dei sogni porta Freud a concettualizzare la regressione e il modello telescopico. I desideri si trovano nell’inconscio separati dal conscio attraverso la censura. L’ inconscio è guidato del processo primario e il conscio dal processo secondario, i due differiscono per la maggiore o minore libertà dell'energia a legarsi alle rappresentazioni. Nel secondo capitolo viene affrontata la visione del sogno di Ferenczi, in cui centrale è la funzione traumatolitica: il sognatore risolve i propri traumi attraverso i sogni, il sogno ripete il trauma nel tentativo di trovare una soluzione così da metabolizzare l’evento, il desiderio è il mezzo attraverso il quale il trauma viene mascherato e non più il fine del sognare e l'azione della censura è equiparata alla sublimazione trasformando infatti il trauma in desiderio. La Control Mastery Theory è fondata da Weiss e trattata nel terzo capitolo. In questa teoria il sogno è per il soggetto una forma di adattamento, si innesta all'interno del discorso di piano di sicurezza inconscio ed è manifestazione delle funzioni superiori dell’inconscio, infatti Weiss rifiuta l’idea di inconscio governato dal processo primario. Il sognare non è più appagamento di desideri infantili repressi ma uno strumento nelle mani del paziente. All'interno del sogno trovano spazio le preoccupazioni del sognatore attuali e non. Nel sognare il soggetto trova uno spazio di comunicazione privato in cui può consolarsi, punirsi, prepararsi alle avversità, costruire piani d'azione, confutare credenze patogene e sanare traumi. L'attenzione dell'analista si sposta alla relazione con il paziente e ai test che egli pone al terapeuta. L’analista è teso continuamente a confutare le credenze patogene del paziente. Molto è cambiato dal 1900, la teoria freudiana del sogno è stata soppiantata da una visione funzionalista del sogno, ma una cosa non è sicuramente mutata, ossia l’importanza che il sogno riveste per la vita psichica del soggetto e il fascino che scaturisce in ogni uomo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
867191_linterpretazionedeisogninelrapportopsicoanalitico.dafreudadoggi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.01 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.01 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/31321