This paper will examine how the sublime was perceived in the eighteenth century in relation to the representation of mountains, particularly the Swiss Alps. The main authors of this dissertation will be Albrecht von Haller, a Swiss scientist and writer, with his poem "Die Alpen", and Friedrich Schiller, German playwright and poet, with his play "Wilhelm Tell". The poem "Die Alpen" will be will be analysed in the first part. In this poem the sublime is recognised in the Alpine landscape itself and in the life of the mountain dwellers, described as the last inhabitants of an idyllic and Arcadian place, far from the corrupt customs of bourgeois city society. The second part presents the drama "Wilhelm Tell", where the sublime is interpreted as man's freedom. This freedom is both physical, i.e. liberation from the oppression of tyrants, and conceptual, based on Schiller's idea that, through theatrical representation of which Wilhelm Tell is an example, the subject perceives freedom of imagination, i.e. he develops the ability to go beyond the experience of the senses. Moreover, thanks to Simon Schama's text "Paesaggio e Memoria", I was able to compare the different considerations and ideas about mountains that were widespread among various European intellectuals before and during the 18th century, particularly those concerning the idea of freedom evoked by the Alps. The main reason why I decided to explore the theme of the mountain sublime through these two authors is their ability to enhance, for the first time in history, the alpine territories, showing both their natural beauty and their social advantages. In fact, before the 18th century, mountains were considered an inaccessible and terrible place from which it was essential to keep away in order to avoid meeting sinister presences. The two authors, on the contrary, treat the Alps as a symbol of refuge and protection from the injustices introduced by urbanisation. Schiller and von Haller thus share a strong criticism of their contemporary society, which was increasingly abandoning its peasant origins and opening up to the industrial world. The idea of the sublime presented in both works diverges from its classical meaning as a feeling that arises through confrontation with wild nature in order to gain a greater understanding of oneself. Therefore, in order to understand and deepen these new perspectives on this aesthetic category, I decided to examine Immanuel Kant's "Critica del giudizio", as a support for Haller's idea of the sublime, and Schiller's treatise "Del Sublime", with which I was able to analyse a particular form of this concept that is exemplified in Wilhelm Tell, namely the practical sublime.
Il presente elaborato prenderà in esame come il sublime, nel periodo settecentesco, veniva percepito in relazione alla rappresentazione della montagna, in particolar modo alle Alpi Svizzere. I principali autori fonte di questa dissertazione saranno Albrecht von Haller, scienziato e scrittore bernese, con la sua poesia "Die Alpen" e Friedrich Schiller, drammaturgo e poeta tedesco, con l'opera teatrale "Wilhelm Tell". Nella prima parte verrà analizzata la poesia "Die Alpen" nella quale il sublime viene riconosciuto nel paesaggio alpino in sé e nella vita degli alpigiani, descritti come ultimi abitanti di un luogo idilliaco e arcadico, lontano dai costumi corrotti della società borghese cittadina. Nella seconda parte, invece, verrà presentato il dramma "Wilhelm Tell" ove il sublime è interpretato come libertà dell’uomo. Una libertà sia fisica, ovvero la liberazione dall’oppressione dei tiranni, che concettuale, basata sull’idea schilleriana che, attraverso la rappresentazione teatrale di cui il Wilhelm Tell è un esempio, il soggetto percepisca la libertà d’immaginazione, ovvero egli sviluppi la capacità di andare al di là dell’esperienza dei sensi. Inoltre, grazie al testo "Paesaggio e memoria" di Simon Schama, ho potuto effettuare dei confronti tra le differenti considerazioni e idee sulla montagna che prima e durante il Settecento erano diffuse tra i vari intellettuali d'Europa, in modo particolare quelle riguardanti l'idea di libertà evocata dalle Alpi. Il motivo principale per il quale ho deciso di approfondire la tematica del sublime montano attraverso questi due autori riguarda la loro capacità di saper valorizzare, per la prima volta nella storia, i territori alpestri, mostrandone sia le bellezze naturali che i vantaggi sociali. Prima del Settecento, infatti, la montagna era considerata luogo impervio e terribile da cui era fondamentale tenersi lontano per evitare l’incontro di presenze sinistre. I due autori, al contrario, trattano le Alpi come simbolo di rifugio e protezione dalle ingiustizie introdotte dall’urbanizzazione. Schiller e von Haller sono quindi accumunati da una forte critica nei confronti della società loro contemporanea che stava sempre più abbandonando le sue origini contadine per aprirsi al mondo industriale. L'idea di sublime presentata in entrambe le opere diverge dalla sua classica accezione quale sentimento che nasce attraverso il confronto con la natura selvaggia vòlto a una maggior comprensione di sé stessi. Pertanto, al fine di comprendere e approfondire queste nuove prospettive su questa categoria estetica, ho deciso di prendere in esame la Critica del Giudizio di Immanuel Kant, come supporto all'idea halleriana di sublime, e il trattato Del sublime di Schiller stesso, con il quale ho potuto analizzare una particolare forma di questo concetto che trova esempio in Wilhelm Tell, ovvero il sublime pratico.
IL SUBLIME NELLE ALPI SVIZZERE
MERLO, FRANCESCA
2020/2021
Abstract
Il presente elaborato prenderà in esame come il sublime, nel periodo settecentesco, veniva percepito in relazione alla rappresentazione della montagna, in particolar modo alle Alpi Svizzere. I principali autori fonte di questa dissertazione saranno Albrecht von Haller, scienziato e scrittore bernese, con la sua poesia "Die Alpen" e Friedrich Schiller, drammaturgo e poeta tedesco, con l'opera teatrale "Wilhelm Tell". Nella prima parte verrà analizzata la poesia "Die Alpen" nella quale il sublime viene riconosciuto nel paesaggio alpino in sé e nella vita degli alpigiani, descritti come ultimi abitanti di un luogo idilliaco e arcadico, lontano dai costumi corrotti della società borghese cittadina. Nella seconda parte, invece, verrà presentato il dramma "Wilhelm Tell" ove il sublime è interpretato come libertà dell’uomo. Una libertà sia fisica, ovvero la liberazione dall’oppressione dei tiranni, che concettuale, basata sull’idea schilleriana che, attraverso la rappresentazione teatrale di cui il Wilhelm Tell è un esempio, il soggetto percepisca la libertà d’immaginazione, ovvero egli sviluppi la capacità di andare al di là dell’esperienza dei sensi. Inoltre, grazie al testo "Paesaggio e memoria" di Simon Schama, ho potuto effettuare dei confronti tra le differenti considerazioni e idee sulla montagna che prima e durante il Settecento erano diffuse tra i vari intellettuali d'Europa, in modo particolare quelle riguardanti l'idea di libertà evocata dalle Alpi. Il motivo principale per il quale ho deciso di approfondire la tematica del sublime montano attraverso questi due autori riguarda la loro capacità di saper valorizzare, per la prima volta nella storia, i territori alpestri, mostrandone sia le bellezze naturali che i vantaggi sociali. Prima del Settecento, infatti, la montagna era considerata luogo impervio e terribile da cui era fondamentale tenersi lontano per evitare l’incontro di presenze sinistre. I due autori, al contrario, trattano le Alpi come simbolo di rifugio e protezione dalle ingiustizie introdotte dall’urbanizzazione. Schiller e von Haller sono quindi accumunati da una forte critica nei confronti della società loro contemporanea che stava sempre più abbandonando le sue origini contadine per aprirsi al mondo industriale. L'idea di sublime presentata in entrambe le opere diverge dalla sua classica accezione quale sentimento che nasce attraverso il confronto con la natura selvaggia vòlto a una maggior comprensione di sé stessi. Pertanto, al fine di comprendere e approfondire queste nuove prospettive su questa categoria estetica, ho deciso di prendere in esame la Critica del Giudizio di Immanuel Kant, come supporto all'idea halleriana di sublime, e il trattato Del sublime di Schiller stesso, con il quale ho potuto analizzare una particolare forma di questo concetto che trova esempio in Wilhelm Tell, ovvero il sublime pratico.File | Dimensione | Formato | |
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