Background: aorto-iliac steno-obliterative disease was traditionally treated with aorto-bifemoral bypass; however, in the last 15-20 years, endovascular surgery has found a significant increase in indications, thanks to the improvement of the devices and techniques available. Objective: to confront the long-term clinic results of the aorto-iliac disease after traditional surgical treatment with aorto-bifemoral bypass and endovascular surgery with kissing stent or cerab. Material and methods: this retrospective study analyzed 80 patients with aorto-iliac disease, 36 were treated with traditional surgery and 44 with endovascular surgery. The patients were selected based on the extension of the lesions, in the open group the diagnosis of complex aorto-iliac-disease with occlusion of the abdominal aorta (TASC D), in the endovascular group the bilateral involvement of the common iliac arteries or at least 1 iliac artery. According to TASC classification, the lesions were classified in the open group as TASC D (36, 100%), in the endovascular group as type A (3, 7%), type B (23; 52%), type C (13; 29,5%) and type D (5; 11,5%). The primary endpoint of the study was defined as primary patency, the secondary endpoints were secondary patency, post-operative complications, mortality and the correlations between patency and antiplatelet and statin therapy. Results: technical success of 100% was achieved in both groups. The mean follow up was 53 months (range 1-125) for the open group and 35,3 months (range 2-115) for the endovascular group. The duration of hospitalization was on average 12.9 days for the open group and 5.8 for the endovascular group (p = .0001). Primary patency at 1,2 and 5 years was respectively 90,3% ±5,3, 83,2 ±6,9 and 83,2 ±6,9 for the open group; 100%, 90,4% ±5,3 and 73,6% ±11,6 for the endovascular group (p=.83). The comparison of primary patency between TASC C and D patients of both groups gave results at 1 and 2 years respectively 90.3% ± 5.3, 83.1% ± 6.9 for the open group, 100%, 81.8% ± 11.6 for the endovascular group (p = .76). Secondary patency at 1 year was 100% for both groups, at 2 years 100% for the endovascular group and 93,4% for the open group. Complications within 30 days were 13 in the open group, of which 4 post-procedural and 9 clinical and 4 in the endovascular group, of which 3 post-procedural and 1 clinical (p = .004). The late complications were 5 in the open group and 2 in the endovascular group (p=.31). During follow-up 9 patients died in the open group and 6 in the endovascular one with an estimated survival at 1,3 and 5 years respectively for the open and endovascular group of 97,2% and 97,6%; 90% and 94,4%, 81,2% and 65,4% (p=.83). The correlation of patency with the use of lipid-lowering therapy (p = .61) or antiplatelet therapy (.86) between the two groups was not significant. Conclusions: both treatments presented satisfactory primary and secondary patency, the endovascular group has a lower length of stay in hospital and lower early complications. According to recent data in the literature, regardless of the TASC classification of the lesion, endovascular treatment could be considered.
Background: la patologia steno obliterativa aorto-iliaca è stata tradizionalmente trattata mediante bypass aorto-bifemorale; tuttavia, negli ultimi 15-20 anni la chirurgia endovascolare ha riscontrato un notevole ampliamento delle indicazioni, grazie al miglioramento dei device e delle tecniche più innovative a disposizione. Obiettivo: confrontare a lungo termine i risultati del trattamento chirurgico tradizionale con bypass aorto-bifemorale e endovascolare con kissing stent o cerab della patologia steno obliterativa aorto-iliaca. Materiali e metodi: lo studio retrospettivo ha compreso 80 pazienti affetti da patologia aorto-iliaca, di questi, 36 sono stati trattati con chirurgia tradizionale e i restanti 44 con trattamento endovascolare. I pazienti sono stati selezionati sulla base dell’estensione della patologia, nel gruppo open erano presenti prevalentemente pazienti con lesioni occlusive dell’aorta (TASC D), nel gruppo endovascolare il coinvolgimento iliaco mono o bilaterale (TASC A-B-C-D). Secondo la classificazione TASC, le lesioni sono classificate nel caso del gruppo open come TASC D (36, 100%), nel gruppo endovascolare come tipo A (3, 7%), tipo B (23; 52%), tipo C (13; 29,5%) e tipo D (5; 11,5%). È stato definito come endpoint primario la pervietà primaria a lungo termine; come endpoint secondari la pervietà secondaria, le complicanze postoperatorie, la mortalità e la correlazione della pervietà con assunzione della terapia ipolipemizzante e antiaggregante tra i due gruppi. Risultati: il successo tecnico è stato ottenuto in tutti i pazienti. Il follow up in media è stato 53 mesi (range 1-125) per il gruppo open e 35,3 mesi (range 2-115) per il gruppo endovascolare. La durata di ospedalizzazione è stata in media 12,9 giorni per il gruppo open e 5,8 per il gruppo endovascolare (p=.0001). La pervietà primaria stimata è ad 1, 2 e 5 anni rispettivamente di 90,3% ±5,3, 83,2 ±6,9 e 83,2 ±6,9 per il gruppo open; del 100%, 90,4% ±5,3 e 73,6% ±11,6 per il gruppo endovascolare (p=.83). Il confronto della pervietà primaria tra i pazienti TASC C e D di entrambi i gruppi ha dato come risultati ad 1 e 2 anni rispettivamente 90,3% ±5,3, 83,1% ±6,9 per il gruppo open e 100,00%, 81,8% ±11,6 per il gruppo endovascolare (p=.76). La pervietà secondaria stimata è a 1 anno del 100% per entrambi, a 2 anni del 100% per il trattamento endovascolare e 93,4% per il gruppo open (p=.34). Le complicanze entro 30 giorni sono state 13 nel gruppo open, di cui 4 post-procedurali e 9 cliniche e 4 nel gruppo endovascolare, di cui 3 post-procedurali e 1 clinica (p=.004). Le complicanze al follow up a lungo termine sono state 5 nel gruppo open e 2 nel gruppo endovascolare (p=.31). Durante il follow-up sono deceduti 9 pazienti nel gruppo open e 6 nel gruppo endovascolare, con una sopravvivenza stimata a 1,3 e 5 anni rispettivamente per il gruppo open e endovascolare di 97,2% e 97,6%; 90% e 94,4%, 81,2% e 65,4% (p=.83). Non è risultata significativa la correlazione della pervietà con l’assunzione della terapia ipolipemizzante (p=.61) o della terapia antiaggregante (.86). Conclusioni: entrambi i trattamenti presentano pervietà primaria e secondaria soddisfacenti, il trattamento endovascolare presenta però un minore tempo di degenza intraospedaliero e minori complicanze a breve termine. Secondo i dati recenti presenti in letteratura, indipendentemente dalla classificazione TASC della lesione, potrebbe essere considerato il trattamento endovascolare.
Risultati tardivi degli interventi di rivascolarizzazione aperta ed endovascolare della malattia aorto-iliaca
RUBIOLO, STEFANO
2020/2021
Abstract
Background: la patologia steno obliterativa aorto-iliaca è stata tradizionalmente trattata mediante bypass aorto-bifemorale; tuttavia, negli ultimi 15-20 anni la chirurgia endovascolare ha riscontrato un notevole ampliamento delle indicazioni, grazie al miglioramento dei device e delle tecniche più innovative a disposizione. Obiettivo: confrontare a lungo termine i risultati del trattamento chirurgico tradizionale con bypass aorto-bifemorale e endovascolare con kissing stent o cerab della patologia steno obliterativa aorto-iliaca. Materiali e metodi: lo studio retrospettivo ha compreso 80 pazienti affetti da patologia aorto-iliaca, di questi, 36 sono stati trattati con chirurgia tradizionale e i restanti 44 con trattamento endovascolare. I pazienti sono stati selezionati sulla base dell’estensione della patologia, nel gruppo open erano presenti prevalentemente pazienti con lesioni occlusive dell’aorta (TASC D), nel gruppo endovascolare il coinvolgimento iliaco mono o bilaterale (TASC A-B-C-D). Secondo la classificazione TASC, le lesioni sono classificate nel caso del gruppo open come TASC D (36, 100%), nel gruppo endovascolare come tipo A (3, 7%), tipo B (23; 52%), tipo C (13; 29,5%) e tipo D (5; 11,5%). È stato definito come endpoint primario la pervietà primaria a lungo termine; come endpoint secondari la pervietà secondaria, le complicanze postoperatorie, la mortalità e la correlazione della pervietà con assunzione della terapia ipolipemizzante e antiaggregante tra i due gruppi. Risultati: il successo tecnico è stato ottenuto in tutti i pazienti. Il follow up in media è stato 53 mesi (range 1-125) per il gruppo open e 35,3 mesi (range 2-115) per il gruppo endovascolare. La durata di ospedalizzazione è stata in media 12,9 giorni per il gruppo open e 5,8 per il gruppo endovascolare (p=.0001). La pervietà primaria stimata è ad 1, 2 e 5 anni rispettivamente di 90,3% ±5,3, 83,2 ±6,9 e 83,2 ±6,9 per il gruppo open; del 100%, 90,4% ±5,3 e 73,6% ±11,6 per il gruppo endovascolare (p=.83). Il confronto della pervietà primaria tra i pazienti TASC C e D di entrambi i gruppi ha dato come risultati ad 1 e 2 anni rispettivamente 90,3% ±5,3, 83,1% ±6,9 per il gruppo open e 100,00%, 81,8% ±11,6 per il gruppo endovascolare (p=.76). La pervietà secondaria stimata è a 1 anno del 100% per entrambi, a 2 anni del 100% per il trattamento endovascolare e 93,4% per il gruppo open (p=.34). Le complicanze entro 30 giorni sono state 13 nel gruppo open, di cui 4 post-procedurali e 9 cliniche e 4 nel gruppo endovascolare, di cui 3 post-procedurali e 1 clinica (p=.004). Le complicanze al follow up a lungo termine sono state 5 nel gruppo open e 2 nel gruppo endovascolare (p=.31). Durante il follow-up sono deceduti 9 pazienti nel gruppo open e 6 nel gruppo endovascolare, con una sopravvivenza stimata a 1,3 e 5 anni rispettivamente per il gruppo open e endovascolare di 97,2% e 97,6%; 90% e 94,4%, 81,2% e 65,4% (p=.83). Non è risultata significativa la correlazione della pervietà con l’assunzione della terapia ipolipemizzante (p=.61) o della terapia antiaggregante (.86). Conclusioni: entrambi i trattamenti presentano pervietà primaria e secondaria soddisfacenti, il trattamento endovascolare presenta però un minore tempo di degenza intraospedaliero e minori complicanze a breve termine. Secondo i dati recenti presenti in letteratura, indipendentemente dalla classificazione TASC della lesione, potrebbe essere considerato il trattamento endovascolare.File | Dimensione | Formato | |
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