The present work revolves around the historical and political dimension of relational psychoanalysis. If we start from the assumption that the discipline is rooted in a precise place and time, it would follow that its practices and theories are also inscribed in a broad cultural system with which it could implicitly collude or against which, more or less consciously, oppose. Through a reworking of some works by Altman, Harris and Layton, attention has been focused above all on the current neoliberal system in which the interest towards humanity, increasingly neglected, would be replaced by the prevailing logic of profit that would negatively influence the social dynamics. The dominant power, acting in controversial and sometimes imperceptible ways, would also be able to penetrate into the innermost sutures of the psyche of individuals to the point of shaping their subjectivity. What could the role of relational psychoanalysis be in the face of such a scenario? Through the consultation of some authors, including Cushman and Samuels, particularly committed to bringing political discourse into psychoanalytic debates, we have tried to demonstrate how psychoanalytic practice can cultivate a form of opposition and dissent with respect to the dominant neoliberal system and whether it may contribute to the construction of an authentically democratic society.

Il presente lavoro ruota attorno alla dimensione storica e politica della psicoanalisi relazionale. Se si parte dal presupposto che la disciplina sia radicata in un preciso luogo e tempo ne deriverebbe che anche le sue pratiche e le sue teorie risultino iscritte in un ampio sistema culturale con il quale essa potrebbe implicitamente colludere o contro il quale, più o meno consapevolmente, opporsi. Attraverso una rielaborazione di alcuni lavori di Altman, Harris e Layton si è focalizzata l’attenzione soprattutto sull’attuale sistema neoliberale in cui l’interesse verso l’umanità, sempre più trascurato, verrebbe sostituito dalle logiche imperanti del profitto che influenzerebbero negativamente le dinamiche sociali. Il potere dominante, agendo in modi controversi e talvolta impercettibili, riuscirebbe anche a penetrare nelle suture più intime della psiche degli individui fino a plasmarne la soggettività. Quale potrebbe essere il ruolo della psicoanalisi relazionale di fronte ad un tale scenario? Attraverso la consultazione di alcuni autori, tra cui Cushman e Samuels, che si sono impegnati a portare il discorso politico all’interno dei dibattiti psicoanalitici, si è cercato di dimostrare come la pratica psicoanalitica possa coltivare una forma di opposizione e di dissenso rispetto al sistema dominante neoliberale e se possa contribuire alla costruzione di una società autenticamente democratica.

La Psicoanalisi Relazionale come attivismo politico

RONCHI, CHIARA
2020/2021

Abstract

Il presente lavoro ruota attorno alla dimensione storica e politica della psicoanalisi relazionale. Se si parte dal presupposto che la disciplina sia radicata in un preciso luogo e tempo ne deriverebbe che anche le sue pratiche e le sue teorie risultino iscritte in un ampio sistema culturale con il quale essa potrebbe implicitamente colludere o contro il quale, più o meno consapevolmente, opporsi. Attraverso una rielaborazione di alcuni lavori di Altman, Harris e Layton si è focalizzata l’attenzione soprattutto sull’attuale sistema neoliberale in cui l’interesse verso l’umanità, sempre più trascurato, verrebbe sostituito dalle logiche imperanti del profitto che influenzerebbero negativamente le dinamiche sociali. Il potere dominante, agendo in modi controversi e talvolta impercettibili, riuscirebbe anche a penetrare nelle suture più intime della psiche degli individui fino a plasmarne la soggettività. Quale potrebbe essere il ruolo della psicoanalisi relazionale di fronte ad un tale scenario? Attraverso la consultazione di alcuni autori, tra cui Cushman e Samuels, che si sono impegnati a portare il discorso politico all’interno dei dibattiti psicoanalitici, si è cercato di dimostrare come la pratica psicoanalitica possa coltivare una forma di opposizione e di dissenso rispetto al sistema dominante neoliberale e se possa contribuire alla costruzione di una società autenticamente democratica.
ITA
The present work revolves around the historical and political dimension of relational psychoanalysis. If we start from the assumption that the discipline is rooted in a precise place and time, it would follow that its practices and theories are also inscribed in a broad cultural system with which it could implicitly collude or against which, more or less consciously, oppose. Through a reworking of some works by Altman, Harris and Layton, attention has been focused above all on the current neoliberal system in which the interest towards humanity, increasingly neglected, would be replaced by the prevailing logic of profit that would negatively influence the social dynamics. The dominant power, acting in controversial and sometimes imperceptible ways, would also be able to penetrate into the innermost sutures of the psyche of individuals to the point of shaping their subjectivity. What could the role of relational psychoanalysis be in the face of such a scenario? Through the consultation of some authors, including Cushman and Samuels, particularly committed to bringing political discourse into psychoanalytic debates, we have tried to demonstrate how psychoanalytic practice can cultivate a form of opposition and dissent with respect to the dominant neoliberal system and whether it may contribute to the construction of an authentically democratic society.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/31271