La presente tesi riguarda il ruolo della postura nei processi di ragionamento spaziale. Tale lavoro ha preso come punto di riferimento un primo studio condotto presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi di Torino; gli sperimentatori hanno ipotizzato che la costruzione di un modello mentale sia facilitata quando gli individui immaginano di spostare gli oggetti menzionati nelle specifiche posizioni spaziali rispetto a quando leggono semplicemente delle posizioni spaziali degli oggetti. Assume pertanto rilievo il tipo di istruzione che decidiamo di somministrare ai partecipanti al nostro esperimento. Obiettivo del mio lavoro è stato quello di cercare di validare l’ipotesi sostenuta nel primo esperimento svolto all’interno del Dipartimento di Psicologia, aggiungendo, al fattore istruzione impartita, la manipolazione di un secondo fattore, ovvero la postura corporea. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se avessimo provato a bloccare un arto durante l’esecuzione di un compito impedendo in tal modo la possibilità di gesticolare del soggetto e creando un’interferenza nel processo di ragionamento. Se l’assunto da cui siamo partiti è che nella cognizione il corpo gioca un ruolo fondamentale, in questa ricerca si è cercato di appurare se limitando l’uso di una parte del corpo (nel nostro caso ci riferiamo a braccia o dita delle mani), l’effetto benefico dell’istruzione dinamica, riscontrata nel primo esperimento, possa venire meno, ovvero i tempi di reazione allo stimolo si allungano inficiando ed interferendo nella risoluzione di un problema di ragionamento.

EMBODIED COGNITION: UNA RICERCA SPERIMENTALE SUL RUOLO DELLA POSTURA NEI PROCESSI DI RAGIONAMENTO SPAZIALE.

LANZAFAME, SIMONA
2020/2021

Abstract

La presente tesi riguarda il ruolo della postura nei processi di ragionamento spaziale. Tale lavoro ha preso come punto di riferimento un primo studio condotto presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi di Torino; gli sperimentatori hanno ipotizzato che la costruzione di un modello mentale sia facilitata quando gli individui immaginano di spostare gli oggetti menzionati nelle specifiche posizioni spaziali rispetto a quando leggono semplicemente delle posizioni spaziali degli oggetti. Assume pertanto rilievo il tipo di istruzione che decidiamo di somministrare ai partecipanti al nostro esperimento. Obiettivo del mio lavoro è stato quello di cercare di validare l’ipotesi sostenuta nel primo esperimento svolto all’interno del Dipartimento di Psicologia, aggiungendo, al fattore istruzione impartita, la manipolazione di un secondo fattore, ovvero la postura corporea. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se avessimo provato a bloccare un arto durante l’esecuzione di un compito impedendo in tal modo la possibilità di gesticolare del soggetto e creando un’interferenza nel processo di ragionamento. Se l’assunto da cui siamo partiti è che nella cognizione il corpo gioca un ruolo fondamentale, in questa ricerca si è cercato di appurare se limitando l’uso di una parte del corpo (nel nostro caso ci riferiamo a braccia o dita delle mani), l’effetto benefico dell’istruzione dinamica, riscontrata nel primo esperimento, possa venire meno, ovvero i tempi di reazione allo stimolo si allungano inficiando ed interferendo nella risoluzione di un problema di ragionamento.
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