In the mountains, water is a particularly important element, first of all because it is the one that most of all - in the liquid or solid state - has contributed to its shaping over the millennia. In the mountain context, the hydrographic network has peculiar aspects and an evolution over time marked by natural variations. The markedly irregular pattern of watercourses in a mountain environment also makes them subject to frequent floods and consequent floods. In this context, man has tried to "tame" the water for his own benefit, conveying it to defend himself from rainwater, but also diverting it from streams to exploit it to his own advantage, both for irrigation purposes and as a driving force for the operation of factories. The relationship of the communities with the water present in their territory is therefore characterized by a marked ambivalence: if on the one hand water is a feared element for its destructive force, on the other it is a desired and widely used resource. In this context, most research has focused on one aspect of the question. Some contributions have focused on river morphodynamics in the mountain area, with particular regard to alluvial phenomena; others on the use of water by man, and therefore on the network of canalizations and its management. In light of this state of the art, and with the aim of trying to intertwine its contributions, the Municipality of Bobbio Pellice, located in the upper Val Pellice, at the south-western end of the territory of the metropolitan city of Turin. In Bobbio Pellice, perhaps more than elsewhere, it is clear how much the community's relationship with its territory has played out over the centuries on the fragile balance between man's constructive and organizing drive and the destructive one of water. In trying to reconstruct the framework of water management in the territory of Bobbio Pellice with regard to the last centuries, multiple types of sources have been used - as far as possible, trying to adopt, in other words, the approach to sources integrated with historical geography. This work opens with a first chapter of framing the topic within the debates that have generally concerned the relationship between human societies and the environment, and more specifically the topic of water, water resources and the ways which have been used by communities. The second chapter reconstructs the way in which the community has used the water resource for its own needs, organizing it in a network of canalizations. This chapter therefore accounts for the organizing and constructive thrust of man towards the water resource, from the beginning of the 18th century to the beginning of the 20th century. The third chapter, on the other hand, deals with the difficult relationship of the community with floods, which have operated in the opposite direction to the first phenomenon, acting in a destructive way on man's attempts to domesticate the water of streams. Flood episodes are described by inserting them into the broader picture of climate changes that characterized the centuries of the modern age and known as the Little Ice Age. The chapter also intends to investigate the possible ways in which these changes have influenced the use of land and agricultural practices and the network of canalizations.
In montagna, l'acqua rappresenta un elemento particolarmente importante, in primo luogo perché è quello che più di tutti – allo stato liquido o solido – ha contribuito nel corso dei millenni al suo modellamento. Nel contesto montano, la rete idrografica presenta aspetti peculiari e un'evoluzione nel corso del tempo segnata da variazioni naturali. Il regìme marcatamente irregolare dei corsi d'acqua in ambiente montano, li rende inoltre soggetti a frequenti esondazioni e conseguenti alluvioni. In questo contesto, l'uomo ha cercato di “addomesticare” l'acqua a proprio vantaggio, convogliandola per difendersi dalle acque meteoriche, ma anche deviandola dai torrenti per sfruttarla a proprio vantaggio, sia a scopo irriguo sia come forza motrice per il funzionamento di opifici. Il rapporto delle comunità con l'acqua presente sul loro territorio è dunque caratterizzato da una marcata ambivalenza: se da un lato l'acqua è un elemento temuto per la sua forza distruttrice, dall'altro essa è una risorsa desiderata e largamente utilizzata. In un tale contesto, la maggior parte delle ricerche si è soffermata su un aspetto della questione. Alcuni contributi si sono focalizzati sulla morfodinamica fluviale in àmbito montano, con particolare riguardo ai fenomeni alluvionali; altri sull'utilizzo dell'acqua da parte dell'uomo, e dunque sulla rete di canalizzazioni e sulla sua gestione. Alla luce di tale stato dell'arte, e con l'obiettivo di tentare di intrecciarne gli apporti, si è scelto come caso di studio il Comune di Bobbio Pellice, situato nell'alta Val Pellice, all'estremità sud-occidentale del territorio della città metropolitana di Torino. A Bobbio Pellice, forse più che altrove, appare evidente quanto il rapporto della comunità con il suo territorio si è giocato nei secoli sull'equilibrio fragile tra la spinta costruttrice ed organizzatrice dell'uomo e quella distruttrice dell'acqua. Nel cercare di ricostruire il quadro della gestione delle acque nel territorio di Bobbio Pellice per quanto riguarda gli ultimi secoli, si è fatto ricorso – per quanto possibile – a molteplici tipi di fonti, cercando di adottare, in altri termini, l'approccio a fonti integrate proprio della geografia storica. Il presente lavoro si apre con un primo capitolo di inquadramento del tema all'interno dei dibattiti che hanno riguardato in generale il rapporto tra le società umane e l'ambiente, e più nello specifico il tema delle acque, delle risorse idriche e dei modi in cui sono state utilizzate dalle comunità. Il secondo capitolo ricostruisce il modo in cui la comunità ha utilizzato la risorsa idrica per le proprie necessità, organizzandola in una rete di canalizzazioni. Tale capitolo rende dunque conto della spinta organizzatrice e costruttiva dell'uomo nei confronti della risorsa idrica, a partire dall'inizio del XVIII secolo e sino al principio del XX secolo. Il terzo capitolo affronta invece il difficile rapporto della comunità con le alluvioni, le quali hanno operato in senso contrario al primo fenomeno, agendo in modo distruttivo sui tentativi dell'uomo di addomesticare l'acqua dei torrenti. Gli episodi alluvionali sono descritti inserendoli nel quadro più ampio dei cambiamenti climatici che hanno caratterizzato i secoli dell'età moderna e noti come Piccola Età Glaciale. Il capitolo intende inoltre indagare le eventuali modalità con cui tali cambiamenti hanno influito sull'uso dei suoli e sulle pratiche agrarie e sulla rete di canalizzazioni.
Le acque: risorsa e minaccia per le comunità montane. Il caso di Bobbio Pellice tra età moderna ed età contemporanea.
GENRE, EMANUELA
2019/2020
Abstract
In montagna, l'acqua rappresenta un elemento particolarmente importante, in primo luogo perché è quello che più di tutti – allo stato liquido o solido – ha contribuito nel corso dei millenni al suo modellamento. Nel contesto montano, la rete idrografica presenta aspetti peculiari e un'evoluzione nel corso del tempo segnata da variazioni naturali. Il regìme marcatamente irregolare dei corsi d'acqua in ambiente montano, li rende inoltre soggetti a frequenti esondazioni e conseguenti alluvioni. In questo contesto, l'uomo ha cercato di “addomesticare” l'acqua a proprio vantaggio, convogliandola per difendersi dalle acque meteoriche, ma anche deviandola dai torrenti per sfruttarla a proprio vantaggio, sia a scopo irriguo sia come forza motrice per il funzionamento di opifici. Il rapporto delle comunità con l'acqua presente sul loro territorio è dunque caratterizzato da una marcata ambivalenza: se da un lato l'acqua è un elemento temuto per la sua forza distruttrice, dall'altro essa è una risorsa desiderata e largamente utilizzata. In un tale contesto, la maggior parte delle ricerche si è soffermata su un aspetto della questione. Alcuni contributi si sono focalizzati sulla morfodinamica fluviale in àmbito montano, con particolare riguardo ai fenomeni alluvionali; altri sull'utilizzo dell'acqua da parte dell'uomo, e dunque sulla rete di canalizzazioni e sulla sua gestione. Alla luce di tale stato dell'arte, e con l'obiettivo di tentare di intrecciarne gli apporti, si è scelto come caso di studio il Comune di Bobbio Pellice, situato nell'alta Val Pellice, all'estremità sud-occidentale del territorio della città metropolitana di Torino. A Bobbio Pellice, forse più che altrove, appare evidente quanto il rapporto della comunità con il suo territorio si è giocato nei secoli sull'equilibrio fragile tra la spinta costruttrice ed organizzatrice dell'uomo e quella distruttrice dell'acqua. Nel cercare di ricostruire il quadro della gestione delle acque nel territorio di Bobbio Pellice per quanto riguarda gli ultimi secoli, si è fatto ricorso – per quanto possibile – a molteplici tipi di fonti, cercando di adottare, in altri termini, l'approccio a fonti integrate proprio della geografia storica. Il presente lavoro si apre con un primo capitolo di inquadramento del tema all'interno dei dibattiti che hanno riguardato in generale il rapporto tra le società umane e l'ambiente, e più nello specifico il tema delle acque, delle risorse idriche e dei modi in cui sono state utilizzate dalle comunità. Il secondo capitolo ricostruisce il modo in cui la comunità ha utilizzato la risorsa idrica per le proprie necessità, organizzandola in una rete di canalizzazioni. Tale capitolo rende dunque conto della spinta organizzatrice e costruttiva dell'uomo nei confronti della risorsa idrica, a partire dall'inizio del XVIII secolo e sino al principio del XX secolo. Il terzo capitolo affronta invece il difficile rapporto della comunità con le alluvioni, le quali hanno operato in senso contrario al primo fenomeno, agendo in modo distruttivo sui tentativi dell'uomo di addomesticare l'acqua dei torrenti. Gli episodi alluvionali sono descritti inserendoli nel quadro più ampio dei cambiamenti climatici che hanno caratterizzato i secoli dell'età moderna e noti come Piccola Età Glaciale. Il capitolo intende inoltre indagare le eventuali modalità con cui tali cambiamenti hanno influito sull'uso dei suoli e sulle pratiche agrarie e sulla rete di canalizzazioni.File | Dimensione | Formato | |
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