La tesi intende effettuare un'analisi dell'esperienza filmica contemporanea in termini relazionali attraverso uno studio del rapporto intersoggettivo che si instaura tra lo spettatore e i mondi finzionali creati al cinema. Si tenterà di sondare i meccanismi attraverso cui questo legame si genera e si mantiene, ovvero i modi in cui questo tipo di esperienza prende forma. Supponendo l'esistenza di un terreno relazionale comune, ci si chiede quali siano, all'interno di questo campo da gioco, il ruolo dello spettatore e quello dell'opera filmica o, più nello specifico, di alcune sue particolari caratteristiche atte a mettere in moto un processo di coinvolgimento empatico. Nonostante sia innegabile l'esistenza di modalità di messa in scena capaci, più di altre, di catturare l'attenzione e stimolare un'esperienza emotiva, questo modello, in alcune sue declinazioni, si oppone all'idea dell'ineffabilità dell'arte in quanto tale e sminuisce il ruolo attivo dello spettatore. Al di là delle differenti teorizzazioni, restano dubbi sul se, come e quanto sia possibile predeterminare una reazione affettiva, al punto da pilotare l'opinione di uno o più individui riguardo ad un personaggio sullo schermo. Tale quesito può assumere un peso ancor maggiore se si pensa all'emergere, negli ultimi decenni, di un nuovo genere di protagonista: l'antieroe, personaggio caratterizzato da una dubbia moralità, eppure nei confronti del quale lo spettatore si ritrova a provare dei sentimenti di simpatia o implicato in un processo di identificazione che in questa sede si tenterà di analizzare. Il percorso che verrà tracciato attraverso il cinema si pone il più ampio obiettivo di rilanciare, al tempo stesso, questioni fondamentali legate alla percezione e alle emozioni dell'essere umano e ai suoi processi cognitivi e immaginativi. Il cinema, arte magica dell'era moderna, non si limita infatti a somigliare al mondo e alle sue figure in movimento; specchio di realtà, esso può divenire il punto di partenza ai fini della comprensione dello stesso reale. ​

Il lato oscuro dello schermo: ipotesi sul coinvolgimento spettatoriale nei confronti del villain in campo audiovisivo, tra cinema, filosofia e neuroscienze

EVOLA, IRMA SOFIA
2019/2020

Abstract

La tesi intende effettuare un'analisi dell'esperienza filmica contemporanea in termini relazionali attraverso uno studio del rapporto intersoggettivo che si instaura tra lo spettatore e i mondi finzionali creati al cinema. Si tenterà di sondare i meccanismi attraverso cui questo legame si genera e si mantiene, ovvero i modi in cui questo tipo di esperienza prende forma. Supponendo l'esistenza di un terreno relazionale comune, ci si chiede quali siano, all'interno di questo campo da gioco, il ruolo dello spettatore e quello dell'opera filmica o, più nello specifico, di alcune sue particolari caratteristiche atte a mettere in moto un processo di coinvolgimento empatico. Nonostante sia innegabile l'esistenza di modalità di messa in scena capaci, più di altre, di catturare l'attenzione e stimolare un'esperienza emotiva, questo modello, in alcune sue declinazioni, si oppone all'idea dell'ineffabilità dell'arte in quanto tale e sminuisce il ruolo attivo dello spettatore. Al di là delle differenti teorizzazioni, restano dubbi sul se, come e quanto sia possibile predeterminare una reazione affettiva, al punto da pilotare l'opinione di uno o più individui riguardo ad un personaggio sullo schermo. Tale quesito può assumere un peso ancor maggiore se si pensa all'emergere, negli ultimi decenni, di un nuovo genere di protagonista: l'antieroe, personaggio caratterizzato da una dubbia moralità, eppure nei confronti del quale lo spettatore si ritrova a provare dei sentimenti di simpatia o implicato in un processo di identificazione che in questa sede si tenterà di analizzare. Il percorso che verrà tracciato attraverso il cinema si pone il più ampio obiettivo di rilanciare, al tempo stesso, questioni fondamentali legate alla percezione e alle emozioni dell'essere umano e ai suoi processi cognitivi e immaginativi. Il cinema, arte magica dell'era moderna, non si limita infatti a somigliare al mondo e alle sue figure in movimento; specchio di realtà, esso può divenire il punto di partenza ai fini della comprensione dello stesso reale. ​
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