Nel mio elaborato finale ho scelto di analizzare il Photolangage®, un metodo nato in Francia che utilizza le fotografie come strumento di mediazione nei gruppi, e il suo potenziale applicativo nella terapia di gruppo delle giovani donne con disturbi alimentari. Ho cercato di comprendere, attraverso un'analisi qualitativa della letteratura disponibile, se e come la tecnica del Photolangage® possa essere utilizzata efficacemente con le giovani donne con disturbi alimentari, e quale ruolo giochi in questa dinamica il fatto che si tratti di un dispositivo applicato nel gruppo. Ho indagato questo argomento utilizzando come guida e cornice teorica la Psicologia di comunità poiché penso che possa essere utile per avvicinarsi a un disturbo di eziologia multifattoriale come i disturbi alimentari (che hanno le loro radici nella storia dell'individuo e del suo gruppo familiare ma anche nel più ampio substrato socioculturale), e al tema del gruppo. Ma poiché l'argomento che ho scelto risulta trasversale a diverse discipline, accanto alla Psicologia di comunità utilizzo come riferimenti teorici anche la Psicologia fisiologica e la Neuropsicologia, la Psicologia dinamica e la Psicologia clinica e la Psicologia sociale. Nel primo capitolo cerco di dare una definizione dei disturbi alimentari, concentrandomi in particolare su anoressia e bulimia, riportando le principali cause della loro insorgenza presenti in letteratura, a livello individuale, familiare, comunitario e socioculturale. Ho affrontato questa prima parte utilizzando come guida la metafora ecologica, in particolare le teorie di Bronfenbrenner e Kelly, arrivando a delineare una sorta di profilo tipico di queste giovani donne, che tiene conto non solo delle loro peculiari problematiche ma anche delle loro risorse. Il primo capitolo si conclude con un paragrafo sulla prevenzione e sulle terapie maggiormente utilizzate per questi disturbi con un focus particolare sulla terapia di gruppo che viene approfondita nella seconda parte dell'elaborato. Nel secondo capitolo, dopo alcuni cenni alla storia della terapia di gruppo (a partire da autori come Lewin e Bion), e alle diverse tipologie di gruppo (di auto-aiuto, terapeutici...) mi concentro sulle potenzialità del gruppo a conduzione psicoanalitica nel trattamento delle giovani donne con disturbi alimentari. Introduco quindi il tema delle tecniche che utilizzano oggetti mediatori nel gruppo, tra le quali approfondisco il Photolangage®. Dopo alcuni cenni alla storia del Photolangage®, e dopo aver descritto il suo funzionamento, arrivo a indagare il potenziale di questo strumento nei gruppi di giovani donne con disturbi alimentari (in termini di aumento dell'empowerment, restituzione di senso, elaborazione delle emozioni, e altro), riportando uno dei pochi casi rintracciabili in letteratura, e approfondendo alcuni specifici dossier, che offrono spunti di riflessione. ​
Il Photolangage® come strumento di mediazione nei gruppi di giovani donne con disturbi alimentari
SILVESTRI, BEATRICE
2019/2020
Abstract
Nel mio elaborato finale ho scelto di analizzare il Photolangage®, un metodo nato in Francia che utilizza le fotografie come strumento di mediazione nei gruppi, e il suo potenziale applicativo nella terapia di gruppo delle giovani donne con disturbi alimentari. Ho cercato di comprendere, attraverso un'analisi qualitativa della letteratura disponibile, se e come la tecnica del Photolangage® possa essere utilizzata efficacemente con le giovani donne con disturbi alimentari, e quale ruolo giochi in questa dinamica il fatto che si tratti di un dispositivo applicato nel gruppo. Ho indagato questo argomento utilizzando come guida e cornice teorica la Psicologia di comunità poiché penso che possa essere utile per avvicinarsi a un disturbo di eziologia multifattoriale come i disturbi alimentari (che hanno le loro radici nella storia dell'individuo e del suo gruppo familiare ma anche nel più ampio substrato socioculturale), e al tema del gruppo. Ma poiché l'argomento che ho scelto risulta trasversale a diverse discipline, accanto alla Psicologia di comunità utilizzo come riferimenti teorici anche la Psicologia fisiologica e la Neuropsicologia, la Psicologia dinamica e la Psicologia clinica e la Psicologia sociale. Nel primo capitolo cerco di dare una definizione dei disturbi alimentari, concentrandomi in particolare su anoressia e bulimia, riportando le principali cause della loro insorgenza presenti in letteratura, a livello individuale, familiare, comunitario e socioculturale. Ho affrontato questa prima parte utilizzando come guida la metafora ecologica, in particolare le teorie di Bronfenbrenner e Kelly, arrivando a delineare una sorta di profilo tipico di queste giovani donne, che tiene conto non solo delle loro peculiari problematiche ma anche delle loro risorse. Il primo capitolo si conclude con un paragrafo sulla prevenzione e sulle terapie maggiormente utilizzate per questi disturbi con un focus particolare sulla terapia di gruppo che viene approfondita nella seconda parte dell'elaborato. Nel secondo capitolo, dopo alcuni cenni alla storia della terapia di gruppo (a partire da autori come Lewin e Bion), e alle diverse tipologie di gruppo (di auto-aiuto, terapeutici...) mi concentro sulle potenzialità del gruppo a conduzione psicoanalitica nel trattamento delle giovani donne con disturbi alimentari. Introduco quindi il tema delle tecniche che utilizzano oggetti mediatori nel gruppo, tra le quali approfondisco il Photolangage®. Dopo alcuni cenni alla storia del Photolangage®, e dopo aver descritto il suo funzionamento, arrivo a indagare il potenziale di questo strumento nei gruppi di giovani donne con disturbi alimentari (in termini di aumento dell'empowerment, restituzione di senso, elaborazione delle emozioni, e altro), riportando uno dei pochi casi rintracciabili in letteratura, e approfondendo alcuni specifici dossier, che offrono spunti di riflessione. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30955