This paper aims to adress and deepen the issue of the reform of the penitentiary system of 1975, by analysing, on the one hand, the innovative profiles in the conception of the function of the sentence and in the management of the penitentiary institution and, on the other hand, the conservation of the institutions that are characterized by a consistency with the prison’s internal dynamics, which distinguish the first century of Italian penitentiary history. The objective of my research is the examination of that particular moment in the penitentiary history, which aims to transform prison management from an authoritarian model to a more liberal one- by symbolically accepting a rehabilitation request as the purpose of the sentence – as well as its concrete implementation in prison facilities, in relation to criminal policies and the various meanings connected with the execution of the sentence. The research is enhanced by the contribution offered by Bianca Guidetti Serra: militant lawyer, human rights activist, city councilor and deputy, in particular with regard to the period in which she served as a deputy for the Italian Republic, from 1987 to 1991. In the first place, the elements of continuity in the internal dynamics of the prison will be highlighted, which, essentially, did not changed during the first century of penitentiary history, from the liberal period to the first republican period. Particular attention will be given to the evolution of the prison institution - to the different models of management that have been undertaken - from the second post-war period to 1975. Concerning the evolution of the penitentiary institution from the 1940s to the reform of the prison system, both juridical and extra-juridical factors will be taken into consideration as elements of investigation, as well as the role they played in the challenge of prison modernization. Particular attention will be given to two elements. The first one is the influence of the newly adopted Constitution and of Art. 27 on the framework of the penitentiary, which formalizes the re-educational function of punishment on the democratic principles, through the analysis of the different social factors and social actors that intervened and influenced the translation into practice of the principles of civilization. The second element which will be explored is the repercussions of "Sixty-eight" on the prison context and how this period of riots and repression has been able to influence the parliamentary process of the reform of the penitentiary system, both positively and negatively . After taking a picture of the reform, through a study of its aims and its main innovations on the one hand, and the conservative elements on the other, the implementation processes will be investigated as well as the effectiveness of the reform in the period between the 1980s and 1990s. The investigation will be carried out through the study of Bianca Guidetti Serra's activity as a deputy. She represents a case of a parliamentarian who brings a wealth of militancy experience and professional competence in activities related to prison and prisoners' rights. In the conclusions the results of my research will be systematized by reflecting on the coexistence in the penitentiary system of innovative and and conservative elements.
Il presente elaborato si propone di affrontare e approfondire il tema della riforma dell'ordinamento penitenziario del 1975, indagando da un lato i profili innovativi nella concezione della funzione della pena e nella gestione dell'istituzione penitenziaria, dall'altro la conservazione degli istituti che si pongono in linea di continuità con le logiche interne al carcere, che hanno caratterizzato il primo secolo di storia penitenziaria italiana. L'obiettivo della mia ricerca è quello di esaminare questo particolare momento della storia penitenziaria, che vorrebbe trasformare il modello di gestione carceraria da autoritario a più liberare - accettando simbolicamente un'istanza rieducativa come funzione della pena - e la sua concreta attuazione nelle strutture carcerarie, in relazione alle politiche criminali e ai diversi significati connessi all'esecuzione della pena. La ricerca è impreziosita dal contributo offerto da Bianca Guidetti Serra, avvocata militante, attivista per i diritti umani, consigliera comunale e deputata, con riferimento in particolare al suo periodo da deputata della Repubblica Italiana dal 1987 al 1991. In un primo momento verranno evidenziati gli elementi di continuità nelle logiche interne al carcere, che si sono riproposti sostanzialmente immutati nel primo secolo di storia penitenziaria, dal periodo liberale al primo periodo repubblicano, ponendo particolare attenzione all'evoluzione dell'istituzione penitenziaria - ai diversi modelli di gestione assunti - dal secondo dopoguerra al 1975. Sull'evoluzione dell'istituzione penitenziaria dagli anni Quaranta alla riforma ord. pen. sono presi in considerazione, come elementi d'indagine, fattori sia giuridici che extra giuridici, e il ruolo che hanno giocato nella partita della modernizzazione carceraria, ponendo particolare attenzione a due elementi in particolare. Innanzitutto, verrà esaminata l'influenza della neonata Costituzione e dell'art. 27 sull'universo del penitenziario, che formalizza nei principi democratici la funzione rieducativa della pena, attraverso l'analisi dei diversi fattori e attori sociali che sono intervenuti e hanno influenzato la traduzione nella pratica dei principi di civiltà. In secondo luogo verranno approfondite le ricadute del "Sessantotto" anche sul contesto carcerario e come questo periodo di rivolte e repressione sia stato capace di condizionare in positivo e in negativo l'iter parlamentare della riforma dell'ordinamento penitenziario. Dopo aver operato una fotografia della riforma, attraverso uno studio delle sue finalità e principali innovazioni da un lato, ed elementi conservativi dall'altro, si procederà all'indagine dei processi di implementazione ed efficacia della riforma nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. L'indagine verrà realizzata attraverso lo studio dell'attività da deputata di Bianca Guidetti Serra, che rappresenta un caso di parlamentare che nelle azioni legate al carcere e ai diritti dei detenuti porta un bagaglio di esperienza di militanza e di competenza professionale. Nelle conclusioni si intende riflettere sulla coesistenza di elementi innovativi e conservativi e sui motivi per cui la riforma è arrivata a mancare gran parte dei suoi obiettivi.
La Riforma dell'ordinamento penitenziario. Il contributo di Bianca Guidetti Serra
PROSPERI, CARLOTTA
2020/2021
Abstract
Il presente elaborato si propone di affrontare e approfondire il tema della riforma dell'ordinamento penitenziario del 1975, indagando da un lato i profili innovativi nella concezione della funzione della pena e nella gestione dell'istituzione penitenziaria, dall'altro la conservazione degli istituti che si pongono in linea di continuità con le logiche interne al carcere, che hanno caratterizzato il primo secolo di storia penitenziaria italiana. L'obiettivo della mia ricerca è quello di esaminare questo particolare momento della storia penitenziaria, che vorrebbe trasformare il modello di gestione carceraria da autoritario a più liberare - accettando simbolicamente un'istanza rieducativa come funzione della pena - e la sua concreta attuazione nelle strutture carcerarie, in relazione alle politiche criminali e ai diversi significati connessi all'esecuzione della pena. La ricerca è impreziosita dal contributo offerto da Bianca Guidetti Serra, avvocata militante, attivista per i diritti umani, consigliera comunale e deputata, con riferimento in particolare al suo periodo da deputata della Repubblica Italiana dal 1987 al 1991. In un primo momento verranno evidenziati gli elementi di continuità nelle logiche interne al carcere, che si sono riproposti sostanzialmente immutati nel primo secolo di storia penitenziaria, dal periodo liberale al primo periodo repubblicano, ponendo particolare attenzione all'evoluzione dell'istituzione penitenziaria - ai diversi modelli di gestione assunti - dal secondo dopoguerra al 1975. Sull'evoluzione dell'istituzione penitenziaria dagli anni Quaranta alla riforma ord. pen. sono presi in considerazione, come elementi d'indagine, fattori sia giuridici che extra giuridici, e il ruolo che hanno giocato nella partita della modernizzazione carceraria, ponendo particolare attenzione a due elementi in particolare. Innanzitutto, verrà esaminata l'influenza della neonata Costituzione e dell'art. 27 sull'universo del penitenziario, che formalizza nei principi democratici la funzione rieducativa della pena, attraverso l'analisi dei diversi fattori e attori sociali che sono intervenuti e hanno influenzato la traduzione nella pratica dei principi di civiltà. In secondo luogo verranno approfondite le ricadute del "Sessantotto" anche sul contesto carcerario e come questo periodo di rivolte e repressione sia stato capace di condizionare in positivo e in negativo l'iter parlamentare della riforma dell'ordinamento penitenziario. Dopo aver operato una fotografia della riforma, attraverso uno studio delle sue finalità e principali innovazioni da un lato, ed elementi conservativi dall'altro, si procederà all'indagine dei processi di implementazione ed efficacia della riforma nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. L'indagine verrà realizzata attraverso lo studio dell'attività da deputata di Bianca Guidetti Serra, che rappresenta un caso di parlamentare che nelle azioni legate al carcere e ai diritti dei detenuti porta un bagaglio di esperienza di militanza e di competenza professionale. Nelle conclusioni si intende riflettere sulla coesistenza di elementi innovativi e conservativi e sui motivi per cui la riforma è arrivata a mancare gran parte dei suoi obiettivi.File | Dimensione | Formato | |
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