Background. G6PD deficiency is a genetic disorder linked to a mutation located on the X chromosome. This deficiency constitutes the most common enzyme defect, being ubiquitous in the world and affecting more than 100 million people. G6PD is an ubiquitous enzyme that catalyzes the oxidation of glucose-6-phosphate, with the production of a strongly reducing molecule: NADPH. The latter, in red blood cells, is essential for protection from oxidative stress. Oxidative stress is the main cause of hemolysis linked to G6PD deficiency. The main risk factors are neonatal age, infectious diseases, the intake of oxidizing drugs and, above all, the ingestion of fava beans (related to the presence of divicin and convicin). G6PD deficiency is a necessary, but not sufficient, condition of favic crises: in fact only 25-30% of lacking individuals face hemolytic crises; on the other hand, the same individual can demonstrate a highly variable sensitivity to fava beans in different periods of his life. G6PD mutations are classified into 5 classes, among which class II is associated with acute hemolytic anemia (AHA), caused by the ingestion of fava beans or taking drugs. The Mediterranean G6PD belongs to class II, widespread throughout that area and in the Middle East, but especially in Sardinia; the latter, until a few years ago, was the most affected italian region by favism. Targets. The purpose of the work is to identify the actions aimed at preventing the haemolytic crises of favism in the pediatric population, with a view to extending the benefit to the whole population. Materials and methods. 12 patients with acute hemolytic anemia following a favic crisis were identified in the pediatric population hospitalized at the Regina Margherita hospital in Turin in the period from 2015 to 2020, through the nosological codes 282.2, 282.9 and 283.10. The following were collected: personal data, family and personal anamnesis relating to favism, the causes of the hemolytic crisis, clinical symptoms, hematological data, the clinical progression and the therapy undertaken. Results. The age of the patients, mainly male, goes from 8 months to 11.5 years, with an average of 2.61 years. In 83% of the cases, the cause of the crisis is the ingestion of fava beans, in 17% the intake of drugs. The symptoms are related to the literature, with prominence of jaundice, hyperchromic urine and fever. According to the expectation, also the hematological tests, expression of normochromic hemolytic anemia. The Coombs test was always negative and the G6PD values always lower than normal. 11 patients were transfused with a total of 16 transfusions. Discussion. WHO recommends screening of all newborns when there is a prevalence of at least 3% in the male population. In Italy these conditions are found particularly in Sardinia (where screening is performed), but not in Piedmont. The study researched risk factors for selecting the population to be tested for G6PD deficiency. G6PD-deficient patients should be entrusted to the clinical surveillance of the family pediatrician, who will also have the task of raising parents' awareness, in order to prevent favic crises.
Introduzione. Il deficit di G6PD è una malattia genetica legata a una mutazione situata sul cromosoma X. Questa carenza costituisce il difetto enzimatico più comune, essendo ubiquitario nel mondo e interessando più di 100 milioni di persone. Il G6PD è un enzima ubiquitario che catalizza l’ossidazione del glucosio-6-fosfato, con produzione di una molecola fortemente riducente: il NADPH. Quest’ultimo, nei globuli rossi, è essenziale per la protezione dallo stress ossidativo. Lo stress ossidativo è la principale causa di emolisi legata al deficit di G6PD. I principali fattori di rischio sono l’età neonatale, le malattie infettive, l’assunzione di farmaci ossidanti e, soprattutto, l’ingestione di fave (legati alla presenza di divicina e convicina). Il deficit di G6PD è condizione necessaria, ma non sufficiente, delle crisi faviche: infatti solo il 25-30% degli individui carenti va incontro a crisi emolitiche; d’altra parte lo stesso individuo può dimostrare una sensibilità alle fave molto variabile in epoche diverse della sua vita. Le mutazioni del G6PD sono classificate in 5 classi, tra cui la classe II è associata all’anemia emolitica acuta (AHA), provocata dall’ingestione di fave o assunzione di farmaci. Alla classe II appartiene la G6PD mediterranea, diffusissima in tutta quell’ area ed in Medio-oriente, ma soprattutto in Sardegna; quest’ultima, almeno sino a qualche anno fa, risultava la regione italiana più colpita dal favismo. Obiettivi. L’obiettivo del lavoro è di individuare le azioni atte a prevenire le crisi emolitiche di favismo nella popolazione pediatrica, in prospettiva di estendere il beneficio a tutta la popolazione. Materiali e metodi. Sono stati individuati 12 pazienti affetti da anemia emolitica acuta conseguente a crisi favica nella popolazione pediatrica ricoverata presso l’ospedale Regina Margherita di Torino nel periodo 2015-2020, mediante i codici nosologici 282.2, 282.9 e 283.10. Sono stati rilevati: i dati personali, l’anamnesi familiare e personale relativa al favismo, le cause della crisi emolitica, i sintomi clinici, i dati ematologici, il decorso clinico e la terapia eseguita. Risultati. L’età dei pazienti, prevalentemente di sesso maschile, è compresa tra 8 mesi e 11.5 anni, con media di 2.61 anni. Nell’83% la causa della crisi è l’ingestione di fave, nel 17% l’assunzione di farmaci. I sintomi sono in linea con la letteratura, con preminenza di ittero, urine ipercromiche e febbre. Secondo l’attesa anche gli esami ematologici, espressione di anemia emolitica normocromica. Il test di Coombs è risultato sempre negativo ed i valori di G6PD sempre inferiori alla norma. Sono stati trasfusi 11 pazienti per un totale di 16 trasfusioni. Discussione. L’OMS raccomanda lo screening di tutti i neonati quando nella popolazione maschile risulti una prevalenza di almeno il 3%. In Italia tali condizioni si riscontrano particolarmente in Sardegna (ove lo screening viene eseguito), ma non in Piemonte. Lo studio ha ricercato i fattori di rischio atti a selezionare la popolazione da sottoporre a test di deficienza di G6PD. I pazienti G6PD-carenti vanno affidati alla sorveglianza clinica del pediatra di famiglia, cui spetterà anche il compito di sensibilizzare i genitori, allo scopo di prevenire le crisi faviche.
Deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi: prevenzione delle crisi emolitiche acute
ROTTA, MASSIMO
2019/2020
Abstract
Introduzione. Il deficit di G6PD è una malattia genetica legata a una mutazione situata sul cromosoma X. Questa carenza costituisce il difetto enzimatico più comune, essendo ubiquitario nel mondo e interessando più di 100 milioni di persone. Il G6PD è un enzima ubiquitario che catalizza l’ossidazione del glucosio-6-fosfato, con produzione di una molecola fortemente riducente: il NADPH. Quest’ultimo, nei globuli rossi, è essenziale per la protezione dallo stress ossidativo. Lo stress ossidativo è la principale causa di emolisi legata al deficit di G6PD. I principali fattori di rischio sono l’età neonatale, le malattie infettive, l’assunzione di farmaci ossidanti e, soprattutto, l’ingestione di fave (legati alla presenza di divicina e convicina). Il deficit di G6PD è condizione necessaria, ma non sufficiente, delle crisi faviche: infatti solo il 25-30% degli individui carenti va incontro a crisi emolitiche; d’altra parte lo stesso individuo può dimostrare una sensibilità alle fave molto variabile in epoche diverse della sua vita. Le mutazioni del G6PD sono classificate in 5 classi, tra cui la classe II è associata all’anemia emolitica acuta (AHA), provocata dall’ingestione di fave o assunzione di farmaci. Alla classe II appartiene la G6PD mediterranea, diffusissima in tutta quell’ area ed in Medio-oriente, ma soprattutto in Sardegna; quest’ultima, almeno sino a qualche anno fa, risultava la regione italiana più colpita dal favismo. Obiettivi. L’obiettivo del lavoro è di individuare le azioni atte a prevenire le crisi emolitiche di favismo nella popolazione pediatrica, in prospettiva di estendere il beneficio a tutta la popolazione. Materiali e metodi. Sono stati individuati 12 pazienti affetti da anemia emolitica acuta conseguente a crisi favica nella popolazione pediatrica ricoverata presso l’ospedale Regina Margherita di Torino nel periodo 2015-2020, mediante i codici nosologici 282.2, 282.9 e 283.10. Sono stati rilevati: i dati personali, l’anamnesi familiare e personale relativa al favismo, le cause della crisi emolitica, i sintomi clinici, i dati ematologici, il decorso clinico e la terapia eseguita. Risultati. L’età dei pazienti, prevalentemente di sesso maschile, è compresa tra 8 mesi e 11.5 anni, con media di 2.61 anni. Nell’83% la causa della crisi è l’ingestione di fave, nel 17% l’assunzione di farmaci. I sintomi sono in linea con la letteratura, con preminenza di ittero, urine ipercromiche e febbre. Secondo l’attesa anche gli esami ematologici, espressione di anemia emolitica normocromica. Il test di Coombs è risultato sempre negativo ed i valori di G6PD sempre inferiori alla norma. Sono stati trasfusi 11 pazienti per un totale di 16 trasfusioni. Discussione. L’OMS raccomanda lo screening di tutti i neonati quando nella popolazione maschile risulti una prevalenza di almeno il 3%. In Italia tali condizioni si riscontrano particolarmente in Sardegna (ove lo screening viene eseguito), ma non in Piemonte. Lo studio ha ricercato i fattori di rischio atti a selezionare la popolazione da sottoporre a test di deficienza di G6PD. I pazienti G6PD-carenti vanno affidati alla sorveglianza clinica del pediatra di famiglia, cui spetterà anche il compito di sensibilizzare i genitori, allo scopo di prevenire le crisi faviche.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
TESI.pdf
non disponibili
Dimensione
1.47 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.47 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/307