Obiettivo L'obbiettivo dello studio è stato quello di valutare i vantaggi di un'emergenza implantare convergente e in monocomponente, confrontando i risultati con l'utilizzo di impianti tradizionali bone-level in aggiunta a monconi protesici angolati. Materiali e metodi Lo studio prevede il trattamento di 10 pazienti edentuli o con dentatura residua non più recuperabile che devono essere sottoposti a carico immediato con protesi fisse full-arch dell'arcata inferiore o superiore seguendo il protocollo chirurgico-protesico Columbus Bridge Protocol®. I pazienti non devono presentare controindicazioni generali o locali all'intervento chirurgico e protesico. La qualità ossea nei siti destinati all'inserzione implantare è determinata sulla base di un esame tomografico pre-operatorio (scala Hounsfield) e da una pianificazione diagnostica implanto-protesica digitale. In ciascun paziente saranno inseriti da un minimo di quattro a un massimo di sei impianti a macromorfologia conica con colletto transmucoso (Prama, Sweden & Martina). Tutti gli impianti avranno diametro di 4.25 o 3.8 mm e lunghezza superiore ai 10 mm. Durante la fase chirurgica di inserimento degli impianti verranno registrati la lunghezza e il diametro dell'osteotomia e il torque insertion (Ncm) ottenuto per ciascun impianto. Al termine della fase chirurgica, laddove necessario, saranno connessi abutment angolati agli impianti per correggere l'eventuale inclinazione implantare (P.A.D.). Le protesi fisse avvitate verranno consegnate entro 48 ore dall'intervento e saranno provviste di una sottostruttura metallica e un rivestimento occlusale in resina composita. Verranno eseguite radiografie endorali per monitorare il rimodellamento osseo peri-implantare al tempo 0 (inserimento degli impianti), a 3 mesi, a 6 mesi e a 1 anno di guarigione e poi annualmente. Verranno registrati gli indici parodontali (indice di placca, sanguinamento al sondaggio, profondità di sondaggio) per valutare la salute dei tessuti perimplantari a 3, 6 e 12 mesi di guarigione e poi annualmente. Verranno inoltre registrate eventuali complicanze chirurgiche e protesiche. Ad oggi sono stati trattati 6 pazienti (3 maschi e 3 femmine) di età compresa tra i 54 ed i 73 anni (età media 59,2). Risultati Non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le due tipologie di connessioni, in termini di riassorbimento osseo a 12 mesi. Il sondaggio peri-implantare è risultato estremamente ridotto (sondaggio medio: 1,6mm) utilizzando impianti con collare convergente. Le differenze cliniche maggiori sono state evidenziate negli impianti con colletto convergente, quando utilizzato senza moncone protesico, con un miglioramento significativo delle condizioni delle mucose peri-implantari. Il successo implantare è stato del 100% a 9 mesi. Confrontando i risultati con la letteratura si è evidenziata una continuità dei parametri clinici, con ottimi risultati sia dal punto di vista estetico che biologico-funzionale. Conclusioni Gli impianti con collare convergente risultano essere una valida alternativa all' utilizzo di quelli bone level con moncone protesico, eliminando la necessità di una componente implantare intermedia, riducendo così il rischio di complicanze protesiche e ottenendo una risposta a livello dei tessuti molli peri-implantari significativamente migliorata.

Impianti con colletto transmucoso convergente, assiali e angolati, nella riabilitazione full-arch a carico immediato : valutazioni prospettiche cliniche e strumentali.

GRAZIANO, CARLOTTA
2019/2020

Abstract

Obiettivo L'obbiettivo dello studio è stato quello di valutare i vantaggi di un'emergenza implantare convergente e in monocomponente, confrontando i risultati con l'utilizzo di impianti tradizionali bone-level in aggiunta a monconi protesici angolati. Materiali e metodi Lo studio prevede il trattamento di 10 pazienti edentuli o con dentatura residua non più recuperabile che devono essere sottoposti a carico immediato con protesi fisse full-arch dell'arcata inferiore o superiore seguendo il protocollo chirurgico-protesico Columbus Bridge Protocol®. I pazienti non devono presentare controindicazioni generali o locali all'intervento chirurgico e protesico. La qualità ossea nei siti destinati all'inserzione implantare è determinata sulla base di un esame tomografico pre-operatorio (scala Hounsfield) e da una pianificazione diagnostica implanto-protesica digitale. In ciascun paziente saranno inseriti da un minimo di quattro a un massimo di sei impianti a macromorfologia conica con colletto transmucoso (Prama, Sweden & Martina). Tutti gli impianti avranno diametro di 4.25 o 3.8 mm e lunghezza superiore ai 10 mm. Durante la fase chirurgica di inserimento degli impianti verranno registrati la lunghezza e il diametro dell'osteotomia e il torque insertion (Ncm) ottenuto per ciascun impianto. Al termine della fase chirurgica, laddove necessario, saranno connessi abutment angolati agli impianti per correggere l'eventuale inclinazione implantare (P.A.D.). Le protesi fisse avvitate verranno consegnate entro 48 ore dall'intervento e saranno provviste di una sottostruttura metallica e un rivestimento occlusale in resina composita. Verranno eseguite radiografie endorali per monitorare il rimodellamento osseo peri-implantare al tempo 0 (inserimento degli impianti), a 3 mesi, a 6 mesi e a 1 anno di guarigione e poi annualmente. Verranno registrati gli indici parodontali (indice di placca, sanguinamento al sondaggio, profondità di sondaggio) per valutare la salute dei tessuti perimplantari a 3, 6 e 12 mesi di guarigione e poi annualmente. Verranno inoltre registrate eventuali complicanze chirurgiche e protesiche. Ad oggi sono stati trattati 6 pazienti (3 maschi e 3 femmine) di età compresa tra i 54 ed i 73 anni (età media 59,2). Risultati Non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le due tipologie di connessioni, in termini di riassorbimento osseo a 12 mesi. Il sondaggio peri-implantare è risultato estremamente ridotto (sondaggio medio: 1,6mm) utilizzando impianti con collare convergente. Le differenze cliniche maggiori sono state evidenziate negli impianti con colletto convergente, quando utilizzato senza moncone protesico, con un miglioramento significativo delle condizioni delle mucose peri-implantari. Il successo implantare è stato del 100% a 9 mesi. Confrontando i risultati con la letteratura si è evidenziata una continuità dei parametri clinici, con ottimi risultati sia dal punto di vista estetico che biologico-funzionale. Conclusioni Gli impianti con collare convergente risultano essere una valida alternativa all' utilizzo di quelli bone level con moncone protesico, eliminando la necessità di una componente implantare intermedia, riducendo così il rischio di complicanze protesiche e ottenendo una risposta a livello dei tessuti molli peri-implantari significativamente migliorata.
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