The subject of my degree thesis is active aging, a very topical issue in today's "aging society", or rather the aging society. The contemporary reality, in fact, is witnessed by the progressive and incessant increase in the age of the world population; therefore, it is necessary to analyze and understand the phenomenon of demographic aging, due to its strong impact on the social, political and economic systems of the whole globe. The challenge is to enhance the role of the elderly within the community and to return to consider them as precious resources for the community. Europe, since the early 2000s, has introduced and promoted the concept of "Active aging", that is active aging, defined as a process of optimization of opportunities relating to health, participation and safety, which is goal of improving the quality of life of older people (WHO, 2002). Active aging, therefore, focuses on the need to guarantee the rights of the long-lived, first of all integration into the social fabric of belonging. The promotion of the culture of aging, therefore, is aimed at overcoming the stereotypes and categorizations selected on the chronological age, but also the vision of old age as decay, deterioration, loss, in favor of a more positive conception, which considers the third age as a readjustment, a self-realization. I chose this topic because it is very topical, even if often underestimated, and because I am convinced of how special the "grandparents" are, who, if properly valued and motivated, can still do a lot. In contemporary society, the elderly are hardly the "protagonists", too often they are rejected and marginalized because they are outside the world of production or because they are subject to physical deterioration and, therefore, far from the canons of aesthetic perfection of today's world. However, often the weakest, the "excluded", are those who have the most to tell and to give; this is why it is important to know, understand, include and value the long-lived. Intergenerational education, endowed with authentic communication with otherness, acceptance of differences and silent learning, is an effective tool for combating social isolation and depression of the elderly.

L'oggetto della mia tesi di laurea è l'invecchiamento attivo, un tema molto attuale nella odierna “ageing society”, ovvero la società che invecchia. La realtà contemporanea, infatti, è testimone dal progressivo e incessante incremento dell'età anagrafica della popolazione mondiale; dunque, è necessario analizzare e comprendere il fenomeno dell'invecchiamento demografico, in ragione del suo forte impatto sui sistemi sociali, politici ed economici di tutto il globo. La sfida è quella di valorizzare il ruolo degli anziani all'interno della comunità e di tornare a considerarli come risorse preziose per la collettività. L'Europa, a partire dai primi anni 2000, ha introdotto e promosso il concetto di “Active ageing”, ovvero di invecchiamento attivo, definito come un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, alla partecipazione e alla sicurezza, che si pone l'obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane (OMS, 2002). L'invecchiamento attivo, dunque, si focalizza sulla necessità di garantire i diritti dei longevi, primo tra tutti l'integrazione nel tessuto sociale di appartenenza. La promozione della cultura dell'invecchiamento, quindi, è finalizzata a superare gli stereotipi e le categorizzazioni basate sull'età anagrafica, ma anche la visione della vecchiaia come decadimento, deterioramento, perdita, in favore di una concezione più positiva, che considera la terza età come un riadattamento, una realizzazione di sé. Ho scelto questo argomento perché molto attuale, anche se spesso sottovalutato, e perché sono convinta di quanto siano speciali i “nonni”, che, se opportunamente valorizzati e motivati, possono ancora fare molto. Nella società contemporanea, difficilmente gli anziani sono i “protagonisti”, troppo spesso vengono rifiutati e marginalizzati perché fuori dal mondo di produzione o perché soggetti al deterioramento fisico e, quindi, distanti dai canoni di perfezione estetica del mondo odierno. Tuttavia, spesso i più deboli, gli “esclusi”, sono coloro che hanno più da raccontare e da donare; per questo è importante conoscere, comprendere, includere e valorizzare i longevi. L'educazione intergenerazionale, caratterizzata dalla comunicazione autentica con l'alterità, dall'accettazione delle differenze e dal muto apprendimento, si manifesta come efficace strumento per combattere l'isolamento sociale e la depressione degli anziani.

"Invecchiamento attivo e RSA: un progetto socio-educativo in una casa di riposo"

PASTURA, SOFIA
2019/2020

Abstract

L'oggetto della mia tesi di laurea è l'invecchiamento attivo, un tema molto attuale nella odierna “ageing society”, ovvero la società che invecchia. La realtà contemporanea, infatti, è testimone dal progressivo e incessante incremento dell'età anagrafica della popolazione mondiale; dunque, è necessario analizzare e comprendere il fenomeno dell'invecchiamento demografico, in ragione del suo forte impatto sui sistemi sociali, politici ed economici di tutto il globo. La sfida è quella di valorizzare il ruolo degli anziani all'interno della comunità e di tornare a considerarli come risorse preziose per la collettività. L'Europa, a partire dai primi anni 2000, ha introdotto e promosso il concetto di “Active ageing”, ovvero di invecchiamento attivo, definito come un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, alla partecipazione e alla sicurezza, che si pone l'obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane (OMS, 2002). L'invecchiamento attivo, dunque, si focalizza sulla necessità di garantire i diritti dei longevi, primo tra tutti l'integrazione nel tessuto sociale di appartenenza. La promozione della cultura dell'invecchiamento, quindi, è finalizzata a superare gli stereotipi e le categorizzazioni basate sull'età anagrafica, ma anche la visione della vecchiaia come decadimento, deterioramento, perdita, in favore di una concezione più positiva, che considera la terza età come un riadattamento, una realizzazione di sé. Ho scelto questo argomento perché molto attuale, anche se spesso sottovalutato, e perché sono convinta di quanto siano speciali i “nonni”, che, se opportunamente valorizzati e motivati, possono ancora fare molto. Nella società contemporanea, difficilmente gli anziani sono i “protagonisti”, troppo spesso vengono rifiutati e marginalizzati perché fuori dal mondo di produzione o perché soggetti al deterioramento fisico e, quindi, distanti dai canoni di perfezione estetica del mondo odierno. Tuttavia, spesso i più deboli, gli “esclusi”, sono coloro che hanno più da raccontare e da donare; per questo è importante conoscere, comprendere, includere e valorizzare i longevi. L'educazione intergenerazionale, caratterizzata dalla comunicazione autentica con l'alterità, dall'accettazione delle differenze e dal muto apprendimento, si manifesta come efficace strumento per combattere l'isolamento sociale e la depressione degli anziani.
ITA
The subject of my degree thesis is active aging, a very topical issue in today's "aging society", or rather the aging society. The contemporary reality, in fact, is witnessed by the progressive and incessant increase in the age of the world population; therefore, it is necessary to analyze and understand the phenomenon of demographic aging, due to its strong impact on the social, political and economic systems of the whole globe. The challenge is to enhance the role of the elderly within the community and to return to consider them as precious resources for the community. Europe, since the early 2000s, has introduced and promoted the concept of "Active aging", that is active aging, defined as a process of optimization of opportunities relating to health, participation and safety, which is goal of improving the quality of life of older people (WHO, 2002). Active aging, therefore, focuses on the need to guarantee the rights of the long-lived, first of all integration into the social fabric of belonging. The promotion of the culture of aging, therefore, is aimed at overcoming the stereotypes and categorizations selected on the chronological age, but also the vision of old age as decay, deterioration, loss, in favor of a more positive conception, which considers the third age as a readjustment, a self-realization. I chose this topic because it is very topical, even if often underestimated, and because I am convinced of how special the "grandparents" are, who, if properly valued and motivated, can still do a lot. In contemporary society, the elderly are hardly the "protagonists", too often they are rejected and marginalized because they are outside the world of production or because they are subject to physical deterioration and, therefore, far from the canons of aesthetic perfection of today's world. However, often the weakest, the "excluded", are those who have the most to tell and to give; this is why it is important to know, understand, include and value the long-lived. Intergenerational education, endowed with authentic communication with otherness, acceptance of differences and silent learning, is an effective tool for combating social isolation and depression of the elderly.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/30621