In questo elaborato di tesi si affronta il concetto di razza nell’uomo analizzandolo principalmente dal punto di vista scientifico ma anche in termini sociali. Nel primo capitolo si ripercorre brevemente la storia, anche scientifica, del concetto di razza. Dalle civiltà dell'antichità, passando per l'inquisizione fino alle classificazioni scientifiche del XVIII secolo. Viene poi messo in risalto come dal cambiamento rivoluzionario del paradigma epistemiologico risultato dall’affermazione del pensiero darwiniano nelle scienze biologiche sia malauguratamente derivato il darwinismo sociale sfociato poi nelle terribili pratiche dell'eugenetica nazista. Viene, in seguito, affrontato nel dettaglio il rapporto tra il regime fascista italiano e il razzismo scientifico che culminò nel "Manifesto della razza" del 1938, per poi delineare il declino scientifico del concetto di razza umana nel dopoguerra e l'affermazione degli umani come appartenenti a un’unica specie. Nel secondo capitolo si affronta lo stato attuale del concetto di razza usando una serie di indagini sull'argomento, sia qualitative che quantitative, effettuate mediante sondaggi sottoposti a professionisti del mondo scientifico, principalmente genetisti e antropologi. Nello stesso capitolo viene analizzato l'effetto dei test commerciali sulla discendenza e come questi incidano sulla percezione di razza nella popolazione dei non addetti ai lavori. Nel terzo capitolo viene riportato un esempio attuale del dibattito sulla razza nel mondo scientifico, prendendo spunto da un libro di Nicholas Wade che ha recentemente causato molto scalpore: vengono quindi analizzati gli strumenti che usano i genetisti di popolazione per i loro studi per confutare le ipotesi suggerite dall’autore. Infine vengono messi in risalto gli errori commessi da Wade dal punto di vista scientifico nel suo libro, spiegando quindi le ragioni per le quali non ha senso l’utilizzo del concetto di razza umana nel XXI secolo.

Il concetto di razza nell'uomo tra realtà biologica e costrutto sociale.

VALORI, IACOPO
2020/2021

Abstract

In questo elaborato di tesi si affronta il concetto di razza nell’uomo analizzandolo principalmente dal punto di vista scientifico ma anche in termini sociali. Nel primo capitolo si ripercorre brevemente la storia, anche scientifica, del concetto di razza. Dalle civiltà dell'antichità, passando per l'inquisizione fino alle classificazioni scientifiche del XVIII secolo. Viene poi messo in risalto come dal cambiamento rivoluzionario del paradigma epistemiologico risultato dall’affermazione del pensiero darwiniano nelle scienze biologiche sia malauguratamente derivato il darwinismo sociale sfociato poi nelle terribili pratiche dell'eugenetica nazista. Viene, in seguito, affrontato nel dettaglio il rapporto tra il regime fascista italiano e il razzismo scientifico che culminò nel "Manifesto della razza" del 1938, per poi delineare il declino scientifico del concetto di razza umana nel dopoguerra e l'affermazione degli umani come appartenenti a un’unica specie. Nel secondo capitolo si affronta lo stato attuale del concetto di razza usando una serie di indagini sull'argomento, sia qualitative che quantitative, effettuate mediante sondaggi sottoposti a professionisti del mondo scientifico, principalmente genetisti e antropologi. Nello stesso capitolo viene analizzato l'effetto dei test commerciali sulla discendenza e come questi incidano sulla percezione di razza nella popolazione dei non addetti ai lavori. Nel terzo capitolo viene riportato un esempio attuale del dibattito sulla razza nel mondo scientifico, prendendo spunto da un libro di Nicholas Wade che ha recentemente causato molto scalpore: vengono quindi analizzati gli strumenti che usano i genetisti di popolazione per i loro studi per confutare le ipotesi suggerite dall’autore. Infine vengono messi in risalto gli errori commessi da Wade dal punto di vista scientifico nel suo libro, spiegando quindi le ragioni per le quali non ha senso l’utilizzo del concetto di razza umana nel XXI secolo.
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